giovedì 8 dicembre 2016

IL MUSEO DEL POST MODERNO - il crollo improvviso dei macigni storici

Questa estate sono stato a Berlino ed è stata un'esperienza affascinante.
Quasi 30 anni fa era una città divisa nei blocchi est ed ovest ed è stata la capitale ed il simbolo della guerra fredda, piena di tutte le contraddizioni e le paure che essa portava.
 
 
 
Fino al 1989 il mondo guardava con speranza e paura Berlino. Era la città che più di tutti incarnava il concetto di confine, con il suo muro mastodontico che non separava solamente la città, ma due ideologie, due mondi affini ma diversi. Il concetto di muro come separazione, indottrinamento, chiusura mentale era incarnato in una città e durante la guerra fredda ed il post-moderno l'abbattimento del muro è stato sempre visto come traguardo da raggiungere per arrivare ad una libertà senza confini ed ideologie dogmatiche, non è un caso che dopo il suo abbattimento si sia aperta la fase di globalizzazione e rottura dei confini e di altri muri ideologici (pochi anni dopo ufficialmente finì anche l'apartheid).
 
La famosa "torre della televisione", una specie di bussola e punto di riferimento per tutta la città grazie alla sua enorme altezza. Questa torre fu costruita dalla DDR (Germania dell'est), anche come sfida al modello dell'Ovest. La sua altezza e le sue proporzioni la rendevano ben visibile ben oltre Berlino Ovest ed aveva come scopo mostrare la grandezza del sistema socialista. E' la più alta torre televisiva d'Europa, seconda solamente a quella di Mosca. Si guarda con apprensione e timore a questo simbolo quando si converte alla Germania est, pensando che noi civilizzati cittadini dell'Ovest non abbiamo niente a che spartire con la loro concezione di grandeur ed informazione, in realtà la torre tv di Berlino,  è simbolo dell'onnipotenza e del potere manipolatorio di tutti i media, nessun escluso, rei di aver standardizzato il pensiero della società moderna. Pochi se ne sono accorti ma il crollo del muro di Berlino, ovvero degli ultimi scampoli di storicità lineare presenti nel mondo, hanno portato al crollo simbolico della torre dei media mainstream, ovvero ad una specie di presagio che avvertiva che con la caduta delle ideologie a crollare non sarebbe stata solo la politica e la storia lineare, ma anche l'informazione di tipo storica. Fate mente locale, perchè pochissimi anni dopo, con la globalizzazione, nasce anche Internet che in maniera graduale, e più forte ai nostri giorni, sta abbattendo la torre del mainstream, dell'informazione mainstream, del risaputo e dell'analisi lineare dei processi storici e culturali.
 
 
Ciò che mi ha colpito della città, non sono state tanto le diverse architetture presenti, da quelle tipicamente austere della Germania Est, con un senso di forte retaggio tradizionale, fino ad arrivare alle post moderne strutture della Germania Ovest, anche perchè il neoliberismo ha appiattito e come dire trasformato in turismo tutto quanto. Oggi Berlino è una delle città paradossalmente più multiculturali del mondo ed anche più "aperte". Forse una delle cose che più ricorderò di Berlino è il museo della Germania dell'est, propagandato in pompa magna con diversi manifesti e cartelli in tutta la città, situato al centro della città, ai piedi della famosa "isola dei musei".
Ciò che mi ha colpito di questo museo è proprio ciò che viene esposto, non è infatti un museo storico, o meglio non nel senso tradizionale del termine, è più un museo basato sulla vita di tutti i giorni dei cittadini dell'est, la loro vita quotidiana, i loro vizi, le loro abitudini. E' stato sconvolgente vedere come fosse stato messo in un museo e già "storicizzata", una società scomparsa da nemmeno 30 anni (e sembra passato molto più tempo).
Nel museo si trovano radio tramite le quali ascoltare le musiche ed i programmi più in voga in quell'epoca, riviste femminili e tantissimi vestiti dell'epoca, giochi che perculavano i politici protagonisti di quella stagione, giocattoli, foto che mostravano la mania dei cittadini dell'est di andare a farsi un bagno nei numerosi laghi della zona, completamente nudi, il piccolo, il quotidiano, la mercificazione, il risaputo fortemente presente anche al di là della cortina.
 
La Trabant, così storica, così fantozziana, non certo una macchina da impiegato precario
 
E' possibile vedere anche la ricostruzione di un appartamento dell'epoca e perfino la ricostruzione di una camera di interrogatorio del temibile servizio segreto STASI. La tipica monolitica autovettura del blocco EST (la Trabant) ci accoglie all'ingresso, usata ora come una specie di videogioco, infatti sul suo parabrezza è montato uno schermo 3d tramite il quale simulare (con il volante ed i comandi della macchina), un viaggio nelle austere, decadenti vie di Berlino EST. Presente anche una mastodontica autoblu governativa.
E' stato traumatico vedere tutto ciò, perchè  avere tutti quei cimeli intorno era come ritornare nell'Italia anni 60-70 (ed in parte anche 80), era quasi un museo su di noi, un museo su di un tempo in cui la liquidità del vissuto veniva fortemente negata e dove la guerra fredda negava il concetto di "fine della storia", dove la parodia storica aveva ancora ragione di esistere, dove in un certo senso la storia ancora veniva vissuta e pensando che stiamo parlando di un mondo che esisteva meno di 30 anni fa, chi ci dice che fra qualche decennio con curiosità e tristezza la nostra società non finirà in un museo e le prossime generazioni vedranno con fascino e sdegno una società dove tutto veniva mercificato, dove i media manipolavano la realtà ogni giorno, dove la precarietà era un modello di vita, dove il lavoro come concepito oggi, non verrà visto in modo diverso da come noi oggi vediamo il lavoro in alcune fabbriche cinesi o delle fabbriche dell'ottocento?
Telefono e riviste nel museo della DDR
La cosa assurda é che, manipolazione informativa oppressiva non nascosta e povertà a parte, quello che ho visto all'interno del museo sulla DDR non è assolutamente distante a ciò che si poteva vedere in un appartamento e nella società di noi italiani degli anni 70. E la prima cosa che abbiamo notato io insieme alla mia compagna, sopratutto sui vestiti, l'uso di tazzine ed oggetti di cucina che noi abbiamo nelle nostre abitazioni e che a Berlino sono esposte in un museo.
Siamo già all'interno di un museo e neanche ce ne rendiamo conto?
A Berlino ho soggiornato vicino al famoso checkpoint Charlie, in un luogo di confine tra Est ed Ovest, abbastanza conosciuto all'epoca. Ora del muro a Berlino rimangono alcuni ruderi ed una striscia per le vie ed i marciapiedi a segnalare che in passato era presente una enorme barriera. Una parte importante del muro (lunga diversi km) però è ancora presente nel lungofiume Sprea ed è stato già ampiamente de-storicizzato, basta vedere una delle immagini più famose e desacralizzate, una delle tanti immagini magiche che hanno demiticizzato la politica e le ideologie, portandoci al nostro mondo liquido attuale. Quella più significativa e storica è certamente questa che poi è stata presa anche da un  evento reale:
 
Bacio "fraterno" tra gli ex leader comunisti della Germania dell'Est e dell'Unione Sovietica Erich Honecker e Leonid Brezenev
 
 
 
La storia ingombrante e così forte che proveniva da quel mondo diviso, quella storia pesante, quel macigno ideologico è scomparso 
in una notte di fine autunno, improvvisamente, emblematica un'immagine di un illuminante articolo di civiltascomparse che consiglio a tutti:
 
 

Dall'articolo che trovate qui un piccolo estratto:
Guardate l’immagine qui sopra. E’ stata scattata durante l’anniversario per i quarant’anni della Repubblica Democratica Tedesca, nel settembre-ottobre 1989. Secondo l’allora presidente della RDT Erich Honecker, la separazione geopolitica tra l’Europa dell’ovest liberal-democratica-occidentale e l’Europa dell’est socialista reale (ben simboleggiata dalla divisione della città di Berlino in due settori, separati da mura e filo spinato) sarebbe potuta durare ancora mille anni, praticamente come il “Reich millenario” dei nazisti.
Invece, sia nel 1989 che nel 1945 i “mille anni” sono collassati in un CROLLO DI SCENARIO dalla durata di pochi giorni.

Paradossale vero? Siamo così abituati a dare per scontata la nostra realtà quando il passato ci dice tutto il contrario.
Questa è una serie di mini articoli per mostrare alcuni piccoli e grandi esempi di questa importante realtà, anche perchè noi ci troviamo nel mezzo del più grande cambio di paradigma della storia moderna ( e non solo post-moderna) e serve mente elastica per affrontarlo. 

3 commenti:

  1. Quel telefono ce l avevo uguale nella casa in cui abitavo trenta anni fa...

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  2. Grazie per la tua riflessione. Come ribadisci tu al termine, "serve una mente elastica per affrontarlo", sono pienamente d'accordo.

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