mercoledì 31 maggio 2017

BLACK HOLE SUN





Questo post è come dire non previsto, anche perché nel mio percorso musicale personale, Chris Cornell non ha significato molto, da questo punto di vista artisti come Prince o David Bowie (per citare due morti illustri recenti, senza andare troppo indietro nel tempo altrimenti ci sarebbe da citare anche Lou Reed) hanno significato molto di più, ma vi era una tale mole di informazioni e significati riguardo la loro morte e soprattutto l’influenza enorme che hanno avuto non solo nel contesto musicale post moderno, ma anche culturale, che mi hanno frenato dal parlarne, richiedeva troppo tempo una trattazione su di loro che non fosse semplicemente superficiale o utile a seguire la scia dei vari articoli del web.
Il giorno della morte di Chris Cornell non è stato un giorno come tutti gli altri per me, ma questa è storia personale poco interessante per chi legge. Il mio vissuto unito a vari altri dettagli, mi hanno convinto di dedicargli un po' di spazio.
Chris Cornell con i suoi Soundgarden ha rappresentato uno dei gruppi rock più importanti degli ultimi decenni e sicuramente uno dei gruppi simbolo della rinascita del rock avvenuta ad inizio anni 90. 

La band fa parte dei fabulous 4 del movimento Grunge insieme a gruppi come i Nirvana con Kurt Cobain, I Pearl Jam con Eddie Vedder e gli Alice in Chains con Layne Staley. Questi furono i quattro gruppi non per forza migliori, ma quelli che ebbero sicuramente più impatto, conosciuti all’epoca anche da chi non ascoltava grunge, quelli che hanno sbancato il botteghino vendendo milioni di copie.
Di questi quattro gruppi, in tre di loro (Alice in Chains, Nirvana ed ora Soundgarden), i loro leader si sono suicidati ponendo prematuramente fine alla loro vita, portando molta gente a parlare di “maledizione del grunge”. Su Kurt Cobain si sa vita, morte e miracoli, su Layne Staley degli Alice In Chains (l’unico gruppo che francamente mi ha fatto battere il corazon nel movimento grunge), molto di meno.
La scia di morti nel grunge non riguarda solo questi tre artisti, ad esempio basta ricordare un'altra germinale band, i Mother Love Bone, nati anch’essi sulla scia di una tragica morte, sempre provenienti da Seattle come la stragrande maggioranza dei gruppi grunge, città come sappiamo che è un po' il simbolo della globalizzazione e manifesto della fase storica attuale partita nella prima metà dei 90 dopo la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell’URSS, fatta di globalizzazione neo-liberista, dominio delle multinazionali, nerd miliardari e transumanesimo spinto. I Mother of love Bone, nascono dalla ceneri dei Green River che alla voce avevano Andrew Wood che morirà di overdose nel 1990, infatti il supergruppo Mother of Love Bone aveva come cantante proprio Chris Cornell e l’album e diversi suoi testi furono dedicati al cantante scomparso.
Città strana Seattle, simbolo della globalizzazione come già affermato, patria del grunge, ovvero del movimento che elimina Dioniso e la triade sesso, droga e rock’n roll, inserendo intimismo, nichilismo e forte depressione nel rock, simbolizzando così la morte del rock e la fine della fiducia nei miti e nella cultura popolare, del mondo dei vip e dei lustrini. Seattle paradossalmente diviene anche simbolo dei no-global con la prima e più importante manifestazione contro la globalizzazione, movimento che ha la sua fine tragica a Genova nel 2001. Seattle è una delle metropoli più ad Occidente del mondo.
Il Grunge alla fine non è neanche un vero e proprio genere, anche perché i gruppi citati hanno davvero poco in comune, se infatti i Nirvana erano fortemente influenzati dal punk e da certo rock alternativo degli anni 80, i Soundgarden erano più psichedelici e zeppeliniani, i Pearl Jam più legati al concetto di rock classico o di arena soprattutto anni 70 (e sicuramente i più melodici del gruppo), influenzati fortemente da Neil Young (icona che è un po' il Caronte, la mascotte, una delle maggiori influenze sotterranee di questo movimento); gli Alice in Chains invece avevano influenze più legate al metal (quello di stampo Black Sabbath) e all’hard rock classico, condito con una sensibilità tutta anni 90.
Ciò che legava questi gruppi era una certa attitudine, una certa ideologia ed in parte anche il modo di vestire (jeans strappati e camice di flanella) ed in un certo senso il recupero delle chitarre, del concetto di rock puro, dopo la sbornia elettronica e di sintetizzatori degli anni 80. Praticamente c’è un rock pre-grunge ed un rock post-grunge. Insieme al brit pop (che però spesso si declinava maggiormente come moda e recupero delle sonorità anni 60 più che vero sentire ideologico), il grunge pur se revival in diverse declinazioni (essendo nato in un’epoca di revival) è stato l’ultimo vero movimento musicale del rock, quello capace di unire gruppi di persone, crearci attorno un’ideologia, un sentire che nel caso del Grunge rigettava totalmente la spensieratezza del mainstream anni 80, proponendo temi più sofferti ed intimisti. Se negli anni 80 il rock (inteso nella sua forma più classica) era per lo più edonista, gli anni 90 rock sono per lo più nichilisti.
Dopo la sbornia del grunge, l’unica tribù, l’unico movimento capace di raccogliere con se un gruppo di adepti e fedeli capaci di sconvolgere moda e visioni del mondo e creare attorno a se una propria ideologia, fu il metal (che però era nato ufficialmente negli anni 80), anche questo genere però oramai è risucchiato nel ciclone della liquidità, perdendo anch’esso il suo potere di affiliazione tribale e di comunità misterica, tanto che i metallari all’esterno da i non fruitori, sono giustamente visti come si possono vedere i punk attualmente, ovvero gente che vive di nostalgia, di un culto che vive di celebrazioni e che si configura come sentire nostalgico nel nuovo zeitgeist e non più come qualcosa di nuovo.
I Nirvana
La morte di Cobain è vista da molti come l’evento simbolico che mise fine al rock e a tutto il processo di affiliazione musical-ideologica che ebbe il suo culmine negli anni 80 con il proliferare di “sette musicali” come i dark, i metallari, i seguaci dell’harcore reduci dalla distruzione del punk ecc., portando alla sua morte definitiva. Quello che vediamo oggi è una continua celebrazione di un morto e la creazione di un clone, non è un caso che proprio dagli anni 90 la maggior parte dei gruppi rock più influenti ed importanti siano a ben vedere spesso revival di suoni passati. Ma anche senza in realtà essere così tragico, nel periodo post-grunge possiamo dire che nell’ambito del rock non è nata più un’icona, un mito, un eroe capace di incarnare gli archetipi così fortemente come i vari leader rock del passato, certo fino ad inizio anni duemila si è potuto continuare allegramente a sperimentare e a creare nuove band di successo, ma in seguito con l’incredibile rivoluzione avvenuta nel mercato e nel mondo musicale portata da internet, si è data la parola fine definitiva al mondo degli eroi e dei miti musicali, che oramai sopravvivono in maniera liquida e molto temporanea solo in ambito pop ed hip hop, semplicemente per i miliardi spesi in pubblicità e video, in realtà sono tutti novelli Frankestein, molti dei quali fra qualche anno finiranno completamente nell’oblio e molti altri diverranno come una curiosità del nostro tempo (processo che ha riguardato molte popstars in cima al mondo ad esempio negli anni 80 ed oggi finite nell’oblio, stessa cosa può dirsi di molte icone degli anni 90).
La morte di Cobain, ovvero il suo suicidio, é praticamente la morte più discussa e “celebrata” in ambito rock e musicale di tutti i tempi, persino l’uccisione di John Lennon ha avuto meno risalto della morte di Cobain, visto che oggi se ne parla ancora come se fosse un fatto successo poco tempo fa.
Gli inquietanti profeti del video dei Soundgarden
Cobain era il leader di molti giovani della maltrattata generazione X.
Il brano più famoso dei Soundgarden (black hole sun) contenuto nel loro album “Superunknown”, che gode di quasi 90milioni di visualizzazioni su youtube, con relativo famosissimo ed iconico video (uno dei più trasmessi da MTV), nacque in questo clima oscuro di “fine dei giochi” in ambito musicale, pubblicato nel 1994, anno della morte di Cobain. La canzone rimase per ben sette settimane in cima alla classifica Billboard per quanto riguarda il rock ed il video e le sue sonorità, sono oramai simboli dello zeitgeist di attesa apocalittica tipico degli anni 90 (soprattutto la sua seconda metà). Ecco se dovessi parlare dei Soundgarden e della loro influenza su di me dovrei parlare di questo video, o meglio della canzone che vedevo spesso su mtv, era una delle mie preferite e quando la incrociavo cercavo sempre di registrarla, era per me qualcosa di nuovo, elettrizzante e melodicamente perfetto, fuori dall’80% di plastica che trasmetteva MTV.
Cornell disse che ci mise 15 minuti a scrivere la canzone e se spesso quando si scrive una hit c’è un processo lirico ben chiaro e coerente, lui afferma di non sapere neanche come gli sono uscite fuori le parole, forse influenzate dalla sbornia di film horror che vedeva in quel periodo, ma è stato tutto un processo intuitivo, di ispirazione inconscia, tanto che una volta scritto aveva già dimenticato di cosa parlava, nonostante lui in diverse interviste abbia dichiarato come il testo della canzone sia “la cosa più vicina a me che abbia scritto”. Un testo così oscuro e triste in un personaggio che soffriva di depressione e di varie dipendenze (alcool e droga), diviene purtroppo una profezia che si avvera, come è capitato a molti artisti grunge.
Copertina del primo album degli Audioslave
Cornell si inseriva perfettamente, con la sua figura cristica tipica di molti altri artisti grunge e la sua bellezza esteriore sempre decantata, nel già accennato clima di attesa apocalittico degli anni 90, periodo in cui tramontano le illusioni che la fine della guerra fredda ci avrebbe portato in un mondo di pace o alla “fine della storia”, inteso come trionfo del liberismo e della globalizzazione. Proprio in quel decennio nasce infatti l’attuale complottismo, con David Icke ed altri autori che pubblicano i loro primi best seller, con il fenomeno mediatico di X-files che ci avverte di non fidarci del governo, con i primi gruppi complottisti su usenet nell’internet preistorico che dapprima si articolano come ufologici per poi spaziare nel “nuovo” concetto di nwo (rafforzato dalle dichiarazioni di Bush e dall’ascesa della globalizzazione) ed infatti l’ufologia dopo un periodo di oblio riprende forte vigore negli anni 90 grazie alla riapertura del caso Roswell, il filmato dell’autopsia dell’alieno, le rivelazione del colonnello Corso, l’entrata nel mainstream del tema della abduction ecc., nasce anche quello che sarà l’unico gruppo puramente anti-sistema del mainstream della storia musicale, con il suo “fuck the system”, ovvero i Rage Against the Machine (che tanto ispireranno i no-global, altra propaggine 90’s, una loro canzone sarà presente anche nella colonna sonora di Matrix), a cui guarda caso Chris Cornell dopo la fine dell’esperienza con i Soundgarden, si unirà ad inizio millennio fondando gli Audioslave, uno degli ultimi gruppi rock classici ad avere grande successo nel mainstream.
Cornell era apprezzato fortemente anche per le sue qualità vocali. Se nel grunge più che la tecnica, ciò che contava nella voce era l’emotività e spesso la disperazione trasmessa, Cornell aggiungeva anche un enorme talento tale da essere giudicato come una delle più belle voci rock di tutti i tempi.
Come avvenne per Cobain, anche Chris Cornell previde il suo suicidio:



Chris (Christ) Cornell

Cornell nella scena tratta da uno dei suoi ultimi video prevede la sua morte per impiccaggione, Cobain morirà con un colpo di fucile autoinflitto alla testa, numerose le foto personali che lo ritraggono con un'arma puntata alla testa
   



Ritornando al video che accompagna la canzone con cui Cornell è conosciuto in tutto il mondo, è sicuramente uno dei più apocalittici dei 90. In sintesi vediamo una piccola cittadina della middle class americana, perfetta, con bellissime case ognuna con un giardinetto e naturalmente con un cielo sereno e un sole luminosissimo. Tutte le persone mostrano sorrisi forzati e deformati, dando una tinta horror al tutto e questo mentre la vita scorre apparentemente in modo normale, c’è chi si occupa del suo giardino, chi vede la tv, una bambina che mangia il gelato ecc., una tipica situazione da horror dovremo dire, alla “invasione degli ultracorpi” o alla twin peaks per citare un ritorno eccellente di questo periodo, ovvero la piccola cittadina apparentemente normale che nasconde al suo interno orrori indicibili (la bambina che rosola sulla griglia la sua barbie, la tardona con un culturista, il vecchio ipnotizzato dalla tv). La persona in apparenza più normale è il parroco che sembra richiamare a se l’apocalisse, mentre in realtà nella scena iniziale è insieme ad alcuni dei personaggi più inquietanti del video che con cartelli ci avvertono che la “fine è vicina”. Tutta questa normalità, la banalità della società vuota, liquida e consumista, viene sconvolta dall’evento catastrofico del sole che sembra trasformarsi in un buco nero che tutto inghiotte. Per Cornell sta a significare probabilmente come da frase del testo che “times are gone for honest men”, ovvero che per gli uomini onesti il tempo è terminato, una specie di profezia in quell’oscuro 1994 che vide con la morte di Cobain il risucchio in un buco nero di tutto il mondo dei miti musicali, la fine delle icone classiche (di cui Cobain rappresenta la fine), ma avendo una panoramica più ampia, dopo la dissoluzione dell’URSS avvenuta due anni prima, con la fine definitiva della guerra fredda, con tangentopoli in Italia ad esempio, il 1994 è il vero e proprio anno di inizio della globalizzazione, dopo gli anni transitori precedenti:

in Italia abbiamo l’ascesa di Berlusconi, praticamente un’anomalia quantica in quel periodo, una persona che vede lo Stato come un’azienda (oggi sembra normalità questa asserzione, ma in quel periodo era praticamente una bestemmia), un magnate con giornali e tre reti televisive, un personaggio orwelliano che sconvolgerà l’Italia dei successivi 20 anni e metterà in imbarazzo l’Europa. Nel 1994 entra anche in vigore uno dei trattati più importanti di libero scambio e fondativi della globalizzazione, ovvero il Nafta tra Messico, Stati Uniti e Canada. 
Dopo la caduta dell’Urss è proprio in quest’anno e nei successivi che l’Occidente e in special modo gli USA si cominciano a configurare come poliziotti del mondo, con i primi eserciti transnazionali, con i vari interventi in Africa (Somalia) e nei Balcani (dopo l'esperienza germinale della prima guerra del golfo). Una nuova realtà più cupa, spietata, dove l’individuo diventa preda delle macchine, dove ogni cosa viene commercializzata, dove le forme di garanzia e protezione sociale subiscono forti contraccolpi, l’inizio dell’economia neo-liberista, la fine della sicurezza nella società, nello Stato e nel futuro, l’inizio della precarietà, della liquidità, la dissoluzione di un centro di gravità permanente. Guardate i video musicali, le pubblicità, i programmi tv e tutto ciò che ruota intorno alla pop culture dalla prima metà degli anni 90 in giù, vedrete un mondo più sicuro di sé, completamente immerso nella realtà indicata dal video di Black Hole Sun, ingenuità, semplicità e gli scheletri ancora ben chiusi dentro l’armadio; il buco nero e l’anomalia poi avanzarono e nessuno se ne accorse, i processi erano troppo veloci, il resto è storia, un video però che ai nostri tempi, che ritorna in auge dopo la scomparsa di Chris Cornell, può ribaltarsi nel suo significato, l’avvento dell’anomalia quantica porterà via tutte le maschere e l’artificialità, quei falsi sorrisi, mettendoci in mostra la pura realtà.