sabato 17 dicembre 2016

ASCESA E DECLINO DELLA RAPPRESENTAZIONE MAINSTREAM MASS- MEDIATICA - il telegatto e la scomparsa delle icone televisive



Potrà sembrare un argomento effimero e poco interessante, ma in realtà in tempi di rivoluzione nella gestione dell'informazione e di come essa viene gestita ed analizzata, con la fine della linearità del racconto, ho trovato  emblematico ed estremamente significativo l'ascesa e il rapido declino della più grande celebrazione e del più grande premio della tv della storia italiana.
La memoria è fondamentale perché nello spazio-tempo ci permette di comprendere il futuro ma soprattutto il presente.
La generazione dei millennials, quella che la sociologia americana fa partire da inizio-metà anni 80 fino a, non a caso, l'11 settembre, abituata ad una sorta di narrazione liquida, ad un eterno presente immobile, ne ha un ricordo non troppo vivido o magari tende a sottovalutare uno dei più importanti fenomeni televisivi italiani e non potrebbe essere diversamente in tempi di palinsesto personalizzato, dei centinaia di canali della tv digitale, dello streaming e del download selvaggio.
Io mi sento a metà tra millennials e generazione x, quest'ultima la cosiddetta generazione dei Latchey Kids, ovvero i primi bambini che hanno sperimentato la casa vuota al loro ritorno da scuola. Sia l'uomo che la donna a partire soprattutto dagli anni 60-70, hanno cominciato ad avere pari diritti.La donna pian piano ha abbandonato il suo ruolo di "focolare domestico" o semplice casalinga, entrando nel mondo del lavoro, la famosa donna in carriera. La generazione x (bambini nati tra la metà degli anni 60  e la metà degli anni 80) è stata la prima con dei baby sitter spesso virtuali (la tv e la pop-culture in generale), anche per questo, anche se relegato a quand'ero un bambino ed un pre-adolescente, il ricordo del telegatto è abbastanza vivido.
Bisogna prima di tutto fare un excursus storico per capire l'importanza che questo premio ha avuto nella tv italiana.
Prima di tutto il premio era certo il Telegatto, ma il suo vero nome era Gran premio Internazionale dello Spettacolo, poi per via della strana statuetta presente, molti semplicemente chiamavano questo evento "Telegatto" o "notte dei telegatti".
La testimonianza ufficiale del perchè sia stato scelto il gatto come simbolo di un premio tv è legata ad una scelta dei grafici della rivista "tv sorrisi e canzoni", ovvero la rivista fondatrice dell'evento, proprio per via della natura domestica di questo animale, il gatto infatti veniva visto dai grafici di "tv sorrisi e canzoni" come l'animale domestico per eccellenza.
Una cosa che possiamo affermare con certezza é che questo animale, come il cane, è stato sempre uno di quegli animali che ha condiviso la compagnia dell'uomo sin dall'antichità, uno degli animali più a contatto con il nostro mondo, tanto che nell'antico Egitto era divinizzato, molte divinità infatti avevano sembianze feline, ad esempio la Dea protettrice Bastet aveva sembianze feline ed era la Dea della fecondità, degli stessi gatti, della fertilità, delle nascite e anche della Casa naturalmente, dei gatti domestici. Qualcuno potrebbe cogliere l'ironia di tutto ciò, infatti soprattutto a partire dagli anni 60, la tv è divenuto un oggetto fondamentale per la casa, tanto che almeno fino all'epoca attuale, probabilmente l'azione domestica più frequente era quella di vedere la tv, la nostra società infatti è stata letteralmente plasmata dalla tv e molti hanno impuntato ad essa e a tutta la cultura che essa trasmettava, il cosiddetto calo delle nascite del mondo occidentale, tanto che uno dei detti ironici della nostra società riguardo questo fenomeno o meglio uno degli scambi stereotipati e per questo con molte verità all'interno, tra generazioni post moderne e generazioni storiche si può riassumere nella barzelletta popolare "ma voi prima della tv che facevate?" "passavamo le giornate a fare figli".
Per quanto sia stereotipata, ma non troppo, questa visione, mia nonna materna vantava più di 10 figli, mentre mia nonna paterna, un pò più giovane e con figli nati alla fine degli anni 50 era già più post moderna nel numero, ovvero solamente due.
Insomma la dea della fertilità, della casa, o meglio l'animale simbolizzante tutto ciò, diviene simbolo della tv italiana che secondo la vulgata popolare ha trasmesso una cultura e dei bisogni che hanno diminuito la fertilità.
Però c'è da ricordare che sembianze prima leonine e poi di gatto le aveva anche la sorella di Bastet ovvero Sekhmet, che aveva al suo interno elementi distruttivi, si diceva che il suo respiro generava il deserto e che portava morte e distruzione all'umanità, insomma l'opposto di Bastet, come ogni cosa, anche qui c'è un dualismo in gioco che può accoppiarsi anche alla tv.
Il gatto comunque soprattutto nell'antichità ha avuto per lo più una valenza positiva e molti erano i nobili che vedevano come un onore averlo come animale di compagnia. A differenza del cane è sempre stato poi un animale con uno spirito e una mentalità molto indipendente, sempre a stretto contatto con l'uomo, ma mai dipendente da esso, una specie di simbiosi tra animale ed uomo che ha del magico, pensando al contrario al cane, fedele servitore senza se e senza ma, portato in giro con un collare, mentre vedere un gatto in giro con un collare, oltre a sembrarci una cosa strana, risulta anche ridicola.
Il gatto infatti proprio per le sue caratteristiche è stato sempre visto come un simbolo di indipendenza e libertà anche sessuale (non a caso Bastet era la dea della fertilità), grazie anche ai suoi movimenti sinuosi ed eleganti, al fatto che a differenza del cane ad esempio, non si può convincerlo a fare ciò che non vuole, infatti tutta la moderna psicologia, vede il sognare il gatto spesso come il simbolo di una sessualità ed indipendenza che può essere repressa o libera, di bisogni inconsci che non riusciamo a portare in emersione, ad esserne coscienti, infatti sognare di malmenare un gatto spesso può significare proprio la repressione dei nostri bisogni inconsci, della nostra sessualità, della nostra indipendenza.
Non sorprende infatti che il medioevo sia stato l'unico periodo della storia umana che li abbia visti in modo negativo, associando questo animale alle streghe e al diavolo (il famoso gatto nero), simbolo di eresia, di lussuria, di morale satanica, anche perchè il gatto come simbolo è una forte rappresentazione di femminilità soprattutto. Nel medioevo infatti si bruciavano e uccidevano molti gatti proprio per questi motivi e per molti la proliferazione della peste (con scontata proliferazione dei ratti) nel medioevo, era dovuta tra l'altro proprio a questi eventi.
Femminilità e sessualità repressa, che nella tv, con le sue modelle sgargianti, veline seminude, erotismo non più censurato, si dice non più repressa. Non sorprende quindi scoprire il perchè uno dei mezzi maggiori di propagazione della liberazione dei costumi, ovvero la tv, abbia come simbolo per il suo premio più prestigioso, il gatto, anche se nella tv spesso assume purtroppo le sembianze distruttive e sterili di Sekhmet.
Dopo questo lungo excursus simbolico è utile come accennato prima, un excursus storico.
Sembra difficile crederlo oggi, a causa dell'oblio che sta ricevendo questo premio, ma il Telegatto per un lungo periodo é stato l'evento dell'anno televisivo più seguito insieme all'intramontabile Sanremo e naturalmente alle partite della nazionale (se era l'anno dei mondiali o degli europei). Praticamente avevano in Italia l'importanza che gli Oscar hanno negli Stati Uniti, tanto che il Telegatto riuscì a surclassare il premio "Regia televisiva" detto anche oscar della tv (che nell'indifferenza generale continua a sopravvivere dopo la morte del telegatto).
Il premio fu indetto nel 1971 dalla già citata rivista tv sorrisi e canzoni, ma è divenuto un evento di portata nazionale solamente con la sua prima trasmissione televisiva nel 1984 da parte di Canale 5.
Fino agli anni 70 la tv italiana era un monopolio detenuto dalla rai, nonostante in quel decennio cominciassero ad affiorare le prime tv private.
Paradossale pensare che una tv ed una rivista commerciale riuscirono a far divenire i telegatti la premiazione più importante della tv italiana, a dimostrazione dell'enorme cambiamento che i mass-media avevano subito durante lo storico passaggio dagli anni 70 agli anni 80 dove cominciò l'americanizzazione e la commercializzazione della tv generalista.
La rivista sorrisi e canzoni edita da Mondadori e con forti legami con Mediaset e quindi con Berlusconi, riuscì a fare l'impossibile unendo in un'unica platea personaggi della tv commerciale e di Stato, con un trattamento alla pari. Vedere insieme "nemici", televisivamente parlando, in un'unica platea, fu qualcosa di più unico che raro. Come detto bisogna fare un'excursus storico perchè oggi ci sembra strana questa visione, ma almeno fino ai primi anni del nuovo millennio ed anche un pò oltre, tra Rai e Mediaset vi è stata una sorta di guerra fredda che spesso assumeva piccoli connotati di guerra calda televisiva. In quel periodo l'audience, misurato dal sistema auditel era diventato il sacro graal della tv, da esso dipendevano soldi, sponsor, successi o rovinose cadute e distruzioni di carriere lavorative. 
La fine del monopolio rai e la commercializzazione della tv (affiancata nel mondo reale dall'inizio delle privatizzazioni selvagge e dall'avvento del neoliberismo) rendevano i contenuti di un prodotto secondari, era importante vendere e per farlo era importante fare qualcosa di nuovo, trasgressivo, non importa con quale contenuto, fare qualcosa con filosofia da fast-food o da visione disimpegnata magari con tette e culi (il famoso programma drive in, vero simbolo dell'ascesa di un'epoca edonista che involontariamente anticipava il crollo dell'affiliazione televisiva da parte degli spettatori). In questo contesto la concorrenza sleale e selvaggia colpì anche la tv. Come detto oggi sia per la moltiplicazione dei canali, per l'avvento di internet e del download ,dei contenuti in streaming anche post-diretta, l'auditel pur essendo ancora qualcosa da tener in conto per la tv generalista, in realtà non ha più l'importanza fondamentale che aveva degli anni fa. In un interessante articolo della rivista "Rolling Stone" italiana datato dicembre 2015, uno dei più importanti autori della televisione italiana degli ultimi decenni, ovvero Carlo Freccero, evidenzia proprio questa realtà. Riportiamo qualche stralcio del suo articolo assolutamente illuminante:

Io ho avuto la fortuna di fare la televisione commerciale quando ancora in Italia non c’era una tv commerciale, e quindi quando ancora non era oggetto di critiche. In realtà, almeno agli inizi, veniva percepita come nuovo assoluto, come l’ultimo gadget tecnologico, l’iPhone 6s contro i primi cassoni portatili di Motorola: e cioè contro la retorica didattica del servizio pubblico. Sia per chi la faceva, sia per chi la guardava, rappresentava una specie di “botta di vita” con gli stretti orizzonti nazionali che si aprivano per collegarci “in differita con l’America”. 
Comunque, dopo la sua prima affermazione, anche la televisione commerciale è entrata nel mirino di pubblico e di critica per la sua apparente mancanza di senso: non è elegante, non è pedagogica, non è esclusiva. Anzi, al contrario, tende ad abbassare progressivamente il gusto del pubblico. “Ma”, ribatteva allora chi la faceva, “noi ci atteniamo strettamente alle scelte del pubblico, non imponiamo nulla. Se il risultato è deludente, non è colpa nostra, ma del pubblico che la vuole così”
.....quando l’Auditel arrivò, anch’esso fece, come la tv commerciale, la sua bella figura, perché rovesciava lo schema pedagogico della televisione come servizio pubblico, le sue scelte educative imposte forzatamente, a favore di una sorta di democrazia diretta del pubblico che sceglie sempre l’intrattenimento.
....Oggi che la pubblicità su Internet ci permette di controllare gli utenti uno a uno in base a scelte reali, anche l’Auditel ci appare avviato sul viale del tramonto. Eppure tutta la mia storia di programmatore è stato un corpo a corpo con l’Auditel. Vuoi fare cose nuove, vuoi fare cose belle, però puoi farlo solo a partire dall’Auditel cioè con un seguito di pubblico.
...Tutte le mattine l’Auditel è lì, come un listino di borsa, e ti provoca la stessa scarica d’adrenalina, se i tuoi titoli, pardon, i tuoi programmi, salgono o scendono nel grafico che quantifica il successo di audience.

Carlo Freccero
Freccero continua dicendo che l'audience/auditel é ciò che dà sapore e contenuto ad una cosa kitsch e senza senso (i programmi tv), proprio per quel senso di eccitamento, di gara in cui pone le varie trasmissioni.
Freccero fa notare che all'improvviso per due settimane nel 2015, cosa mai successa nella storia della tv italiana dopo la sua rivoluzione commerciale, l'auditel viene bloccato, rendendo il tutto senza senso.
Non essendoci l'auditel, la gara agli ascolti, che senso ha vedere programmi inutili e trash, beceri e politically correct?
Freccero da animale televisivo, qui si riferisce solo all'audience ma in realtà dice senza saperlo una verità molto profonda, ovvero che la tv attualmente è perfettamente inutile, ha persino perso quel minimo ruolo pedagogico ed informativo che almeno fino all'epoca dell'internet preistorico (inizio anni 2000) resisteva indenne. Che senso ha? Solamente commerciale niente più. Freccero involontariamente ha annullato il ruolo della tv nella nostra epoca relegandolo ad un affare puramente di mercato, niente più. Come parallelamente nella vita di tutti i giorni, noi investiamo tempo ed energie psichiche e corporali in questa società, solo perchè tutto sommato non sappiamo in che altro modo potremo vivere, sappiamo che tutto è falso, che la società è corrotta fino al midollo e che dietro le quinte ci sono i mostri, ma è un gioco in cui girano miliardi di dollari, è una gara dove tutto è assolutamente falso, ma è appunto eccitante e abbandonarla ci fa aver paura di abbandonare del tutto il senso e uno scopo, per quanto commerciale e falso esso sia.
Il crollo della tv, che si sta svelando come un mercato dove si scommettono soldi e vite e dove i programmi sono dei puri prodotti pubblicitari, è intercambiabile con quello della nostra società che parallelamente sta seguendo lo stesso destino della tv.
Il telegatto italiano si inserisce in un contesto di cui ho già accennato in passato, l'anno della sua prima trasmissione è infatti il 1984, siamo nel pieno inizio dell'epoca revival in ogni ambito culturale (musicale, artistico ecc.), l'anno seguente come indicato in questo articolo facente parte della serie Ritorno al futuro, vi fu il Live aid che aprì la moda dei concerti globali fatti per beneficienza, il primo evento revival ed autocelebrativo di massa del pianeta. Quell'anno, come descritto in passato, fu l'inizio non annunciato del liberismo sfrenato e furono gettati i primi semi per la fine della guerra fredda.
Il telegatto come fu definito da molto critici tv, era un'autocelebrazione della tv italiana e come si sa le autocelebrazioni, lo sfarzo ed il lusso precedono sempre il crollo.
Michael Jackson al telegatto con Pavarotti
Della sua importanza rilevata dagli ascolti che riusciva a raccogliere, abbiamo già accennato (e in quell'epoca di monopolio dell'audience come spiegato, era praticamente un evento che faceva gola a tutti), ma è anche significativo che praticamente i presentatori del telegatto per tutte e 23 le sue edizioni (tranne due piccole eccezioni nelle ultimissime edizioni a dimostrazione del suo declino) sono stati tre personaggi che praticamente sono la storia della tv italiana ovvero Mike Bongiorno, Pippo Baudo e Corrado, questo da il senso dell'importanza che aveva assunto il premio. Per quanto specie agli inizi la Rai e i suoi dipendenti lo prendevano sottogamba, il telegatto divenne una gara feroce ed un premio ambitissimo. Persino nel 2006, quando il telegatto era già in piena decadenza, basti pensare che non fu trasmesso nel 2005 (anche se faceva ancora ascolti vertiginosi, infatti quell'anno fu visto come una specie di ripresa del premio dal punto di vista della popolarità), Mentana si infuriò fortemente (ritirando la sua candidatura) con gli organizzatori del premio, per aver inserito il suo programma "Matrix" nella stessa categoria di programmi di informazione e intrattenimento. Credo che a ripensare a quella polemica oggi lo stesso Mentana ci riderebbe su.
In quei tempi la cosa non doveva sembrare così comica. Più il telegatto andava avanti nelle sue edizioni e più assumeva toni da grandeur epica, tanto che prima dell'edizione vera e propria, proprio come negli Oscar americani, vi era un vero e proprio red carpet dove sfilavano tutte le star della passata stagione televisiva, sotto una sigla personalizzata. Gli ospiti internazionali poi spesso erano di molto superiori al festival di Sanremo e vi furono molto spesso personaggi politici di rilievo che premiavano attori o personaggi televisivi, basti pensare all'edizione del 1988 dove Giulio Andreotti (a quei tempi ministro degli esteri), partecipò per premiare Sophia Loren per la serie "Mamma Lucia".
la foto parla da se
Io come tipico dei Latchey Kids di quell'epoca (metaforicamente parlando), vedevo la tv come un compagno di giochi, spesso un baby sitter, sarebbe bello dire che ero un bambino vecchio stile che stava sempre con i suoi amici o magari che leggevo sempre tanti libri (anche se in effetti ne ho letti un bel pò da bambino), ma semplicemente come la stragrande maggioranza dei bambini, speciali o meno, adoravo la tv, spesso mi piaceva fare dei collage, una specie di montaggio televisivo stile programma blob, con il mio VHS, così da registrare solo i momenti salienti che ritenevo interessanti. Una volta ricordo che feci un collage (come lo chiamavo io), ovvero un montaggio di spezzoni video così perfetto, così sincronico, che capitò con mia assoluta meraviglia che uno spezzone preso ad esempio da rai tre si collegava in maniera perfetta con uno di rete 4 e spesso un personaggio di una scena registrata da raiuno trovava una risposta (letteralmente) da un personaggio di uno spezzone registrato su Italia 1. Insomma ero già un maniaco germinale della catalogazione, dell'inserimento ed ordinamento cronologico degli eventi (ricordo che avevo un diario dove copiavo tutti i fatti salienti accaduti nel mondo, non c'era internet a quel tempo quindi li copiavo dal televideo dove alla pagina 101 o 102, ora non ricordo, c'era la cronologia ora per ora di tutti gli eventi della giornata, dovrebbe esistere tutt'oggi questo servizio).

                                          un anno di tv dal telegatto del 1996

Ero attratto da quelle star e tra i vari miei sogni ad un certo punto c'era quello di divenire famoso, di fare il regista o l'attore, ero piccolissimo, ma pensavo che sarebbe stata una bella cosa mostrare il proprio talento ad una platea mondiale (non era questione di vanità, anche perchè ero molto piccolo), vedevo la tv come un qualcosa capace di farti uscire dal guscio, con una forte potenza emozionale, capace di farti provare sentimenti che la quotidianità sopprime e i telegatti in questo erano una potenza emozionale per me personalmente (per fortuna per brevissimo tempo) ed infatti la parte preferita di quel programma non era certo la premiazione, ma ciò che c'era prima della premiazione, infatti prima dell'inizio di ogni edizione, vi era un filmato che era una sintesi televisiva e diciamo storica, dell'anno appena passato. Vedere gli eventi della storia, affiancati alle star e agli eventi della tv, mi dava un senso di vertigine, avvertivo la spettacolarizzazione della storia, una certa mancanza di senso, ma da bambino ne ero semplicemente affascinato e disorientato, questi potenti filmati non potevo certo articolarli in una visione personale, mi davano sempre il senso di countdown, di sperare per un qualcosa di migliore l'anno seguente, una sorta di (ma non sapevo esprimerlo a parole allora) arrivo verso un punto zero.
A rivederli oggi questi spezzoni francamente, mi viene molto imbarazzo, ma erano tempi più semplici ed i primi montaggi comunque riuscivano ad avere una certo piccolo potere emozionale (i seguenti un pò meno,sarà anche per la musica sempre più brutta inserita come sottofondo con il passare degli anni).
Il telegatto, ovvero la tv italiana, si legava alla storia con quei filmati, si autocelebrava, in realtà evidenziando a sua insaputa la teatralità e la falsità del tutto, la parodia, la farsa storica ben evidente.
Naturalmente un premio del genere per quanto almeno per più di un decennio sulla cresta dell'onda, autocelebrativo al massimo, non poteva sopravvivere oltre ed infatti morì proprio nel 2008, inizio della crisi economica, dell'era del web 2.0, dei contenuti dal basso, della precarizzazione, della crisi sottotraccia dei mainstream media (ma nessuno in quel periodo poteva rendersene conto, ancora erano molte le risatine quando si parlava di informazione dal web e wikileaks stava appena muovendo i primi passi). Gli Sponsor ritirarono praticamente tutti gli appoggi alla manifestazione, trovando il tutto infruttuoso economicamente e Pier Silvio Berlusconi, figlio del cavaliere, ufficialmente dichiarò morti i telegatti nel 2009 ed in un'attimo, la più pomposa, autocelebrativa, ma anche il più amato ed enorme premio della tv italiana, finì nel dimenticatoio in un attimo. Nel mainstream italiano ( oltre ai soliti Pippo Baudo o Mike oramai decaduti) nessuno era in grado di poter portare avanti un baraccone che celebrava una grandezza ed un'epicità che oramai la tv non aveva più. Fiorello dicevano alcuni? Troppo instabile, troppo ironico per un'autocelebrazione del potere della tv italiana, troppo legato alla tv digitale (sky). C'era poco da celebrare, le icone e i miti della tv erano così fragili, liquidi e temporanei ( e quelle vecchie così fuori fuoco) che era meglio chiudere il baraccone del telegatto quando aveva ancora un certo seguito piuttosto che consumare soldi a vuoto in una tv che ogni anno cominciava a perdere potere nelle giovani generazioni e milioni di telespettatori più in generale, quindi si lasciò spazio al più underground e sobrio "premio della regia televisiva", sottovoce come direbbe Marzullo, perchè chi c'è oggi che troverebbe serio un red carpet di personaggi della tv italiana?
In quel senso la morte del telegatto fu in un certo senso un segno che mostrava come una parte del mainstream italiano aveva completamente perso potere nell'immaginario collettivo. La ripresa attuale  di programmi antichissimi e completamente fuori zeitgeist come "il carosello" o "rischiatutto" (quest'anno) lo dimostrano, la stessa ripresa del Maurizio Costanzo Show che con tutto che è stato sempre un baraccone sapeva avere persino ospiti ed eventi particolari e potenti in passato (basti pensare l'intervento di Falcone e l'attacco di Cuffaro dalla platea, la dissacrazione del linguaggio e dell'intoccabilità delle figure tv da parte di Sgarbi che nacque proprio in quei lidi, o le incredibili serate con Carmelo Bene contro tutta la platea), mentre oggi è divenuto un rifugio di rifatti e glorie perdute che spettegolano di gossip ricordando un passato che non esiste più.


Sembra oramai di vedere uno spettacolo di mostri che non accettano la loro fine, costretti a darsi anima e corpo a reality e a giornali gossip per destare interesse ed avere un certo minimo seguito. Cosa succederà, ovvero cosa sta succedendo ora che la narrazione finta storica e lineare, la società dei lustrini, la spettacolarizzazione, il mainstream sta crollando miseramente? Credo che un film come "Essi Vivono" o film come "Videodrome" mostrano benissimo cosa potrebbe succedere una volta liberati totalmente dalla falsa narrazione.
Quando la finzione crolla ciò che rimane è la pura e semplice realtà.

giovedì 8 dicembre 2016

IL MUSEO DEL POST MODERNO - il crollo improvviso dei macigni storici

Questa estate sono stato a Berlino ed è stata un'esperienza affascinante.
Quasi 30 anni fa era una città divisa nei blocchi est ed ovest ed è stata la capitale ed il simbolo della guerra fredda, piena di tutte le contraddizioni e le paure che essa portava.
 
 
 
Fino al 1989 il mondo guardava con speranza e paura Berlino. Era la città che più di tutti incarnava il concetto di confine, con il suo muro mastodontico che non separava solamente la città, ma due ideologie, due mondi affini ma diversi. Il concetto di muro come separazione, indottrinamento, chiusura mentale era incarnato in una città e durante la guerra fredda ed il post-moderno l'abbattimento del muro è stato sempre visto come traguardo da raggiungere per arrivare ad una libertà senza confini ed ideologie dogmatiche, non è un caso che dopo il suo abbattimento si sia aperta la fase di globalizzazione e rottura dei confini e di altri muri ideologici (pochi anni dopo ufficialmente finì anche l'apartheid).
 
La famosa "torre della televisione", una specie di bussola e punto di riferimento per tutta la città grazie alla sua enorme altezza. Questa torre fu costruita dalla DDR (Germania dell'est), anche come sfida al modello dell'Ovest. La sua altezza e le sue proporzioni la rendevano ben visibile ben oltre Berlino Ovest ed aveva come scopo mostrare la grandezza del sistema socialista. E' la più alta torre televisiva d'Europa, seconda solamente a quella di Mosca. Si guarda con apprensione e timore a questo simbolo quando si converte alla Germania est, pensando che noi civilizzati cittadini dell'Ovest non abbiamo niente a che spartire con la loro concezione di grandeur ed informazione, in realtà la torre tv di Berlino,  è simbolo dell'onnipotenza e del potere manipolatorio di tutti i media, nessun escluso, rei di aver standardizzato il pensiero della società moderna. Pochi se ne sono accorti ma il crollo del muro di Berlino, ovvero degli ultimi scampoli di storicità lineare presenti nel mondo, hanno portato al crollo simbolico della torre dei media mainstream, ovvero ad una specie di presagio che avvertiva che con la caduta delle ideologie a crollare non sarebbe stata solo la politica e la storia lineare, ma anche l'informazione di tipo storica. Fate mente locale, perchè pochissimi anni dopo, con la globalizzazione, nasce anche Internet che in maniera graduale, e più forte ai nostri giorni, sta abbattendo la torre del mainstream, dell'informazione mainstream, del risaputo e dell'analisi lineare dei processi storici e culturali.
 
 
Ciò che mi ha colpito della città, non sono state tanto le diverse architetture presenti, da quelle tipicamente austere della Germania Est, con un senso di forte retaggio tradizionale, fino ad arrivare alle post moderne strutture della Germania Ovest, anche perchè il neoliberismo ha appiattito e come dire trasformato in turismo tutto quanto. Oggi Berlino è una delle città paradossalmente più multiculturali del mondo ed anche più "aperte". Forse una delle cose che più ricorderò di Berlino è il museo della Germania dell'est, propagandato in pompa magna con diversi manifesti e cartelli in tutta la città, situato al centro della città, ai piedi della famosa "isola dei musei".
Ciò che mi ha colpito di questo museo è proprio ciò che viene esposto, non è infatti un museo storico, o meglio non nel senso tradizionale del termine, è più un museo basato sulla vita di tutti i giorni dei cittadini dell'est, la loro vita quotidiana, i loro vizi, le loro abitudini. E' stato sconvolgente vedere come fosse stato messo in un museo e già "storicizzata", una società scomparsa da nemmeno 30 anni (e sembra passato molto più tempo).
Nel museo si trovano radio tramite le quali ascoltare le musiche ed i programmi più in voga in quell'epoca, riviste femminili e tantissimi vestiti dell'epoca, giochi che perculavano i politici protagonisti di quella stagione, giocattoli, foto che mostravano la mania dei cittadini dell'est di andare a farsi un bagno nei numerosi laghi della zona, completamente nudi, il piccolo, il quotidiano, la mercificazione, il risaputo fortemente presente anche al di là della cortina.
 
La Trabant, così storica, così fantozziana, non certo una macchina da impiegato precario
 
E' possibile vedere anche la ricostruzione di un appartamento dell'epoca e perfino la ricostruzione di una camera di interrogatorio del temibile servizio segreto STASI. La tipica monolitica autovettura del blocco EST (la Trabant) ci accoglie all'ingresso, usata ora come una specie di videogioco, infatti sul suo parabrezza è montato uno schermo 3d tramite il quale simulare (con il volante ed i comandi della macchina), un viaggio nelle austere, decadenti vie di Berlino EST. Presente anche una mastodontica autoblu governativa.
E' stato traumatico vedere tutto ciò, perchè  avere tutti quei cimeli intorno era come ritornare nell'Italia anni 60-70 (ed in parte anche 80), era quasi un museo su di noi, un museo su di un tempo in cui la liquidità del vissuto veniva fortemente negata e dove la guerra fredda negava il concetto di "fine della storia", dove la parodia storica aveva ancora ragione di esistere, dove in un certo senso la storia ancora veniva vissuta e pensando che stiamo parlando di un mondo che esisteva meno di 30 anni fa, chi ci dice che fra qualche decennio con curiosità e tristezza la nostra società non finirà in un museo e le prossime generazioni vedranno con fascino e sdegno una società dove tutto veniva mercificato, dove i media manipolavano la realtà ogni giorno, dove la precarietà era un modello di vita, dove il lavoro come concepito oggi, non verrà visto in modo diverso da come noi oggi vediamo il lavoro in alcune fabbriche cinesi o delle fabbriche dell'ottocento?
Telefono e riviste nel museo della DDR
La cosa assurda é che, manipolazione informativa oppressiva non nascosta e povertà a parte, quello che ho visto all'interno del museo sulla DDR non è assolutamente distante a ciò che si poteva vedere in un appartamento e nella società di noi italiani degli anni 70. E la prima cosa che abbiamo notato io insieme alla mia compagna, sopratutto sui vestiti, l'uso di tazzine ed oggetti di cucina che noi abbiamo nelle nostre abitazioni e che a Berlino sono esposte in un museo.
Siamo già all'interno di un museo e neanche ce ne rendiamo conto?
A Berlino ho soggiornato vicino al famoso checkpoint Charlie, in un luogo di confine tra Est ed Ovest, abbastanza conosciuto all'epoca. Ora del muro a Berlino rimangono alcuni ruderi ed una striscia per le vie ed i marciapiedi a segnalare che in passato era presente una enorme barriera. Una parte importante del muro (lunga diversi km) però è ancora presente nel lungofiume Sprea ed è stato già ampiamente de-storicizzato, basta vedere una delle immagini più famose e desacralizzate, una delle tanti immagini magiche che hanno demiticizzato la politica e le ideologie, portandoci al nostro mondo liquido attuale. Quella più significativa e storica è certamente questa che poi è stata presa anche da un  evento reale:
 
Bacio "fraterno" tra gli ex leader comunisti della Germania dell'Est e dell'Unione Sovietica Erich Honecker e Leonid Brezenev
 
 
 
La storia ingombrante e così forte che proveniva da quel mondo diviso, quella storia pesante, quel macigno ideologico è scomparso 
in una notte di fine autunno, improvvisamente, emblematica un'immagine di un illuminante articolo di civiltascomparse che consiglio a tutti:
 
 

Dall'articolo che trovate qui un piccolo estratto:
Guardate l’immagine qui sopra. E’ stata scattata durante l’anniversario per i quarant’anni della Repubblica Democratica Tedesca, nel settembre-ottobre 1989. Secondo l’allora presidente della RDT Erich Honecker, la separazione geopolitica tra l’Europa dell’ovest liberal-democratica-occidentale e l’Europa dell’est socialista reale (ben simboleggiata dalla divisione della città di Berlino in due settori, separati da mura e filo spinato) sarebbe potuta durare ancora mille anni, praticamente come il “Reich millenario” dei nazisti.
Invece, sia nel 1989 che nel 1945 i “mille anni” sono collassati in un CROLLO DI SCENARIO dalla durata di pochi giorni.

Paradossale vero? Siamo così abituati a dare per scontata la nostra realtà quando il passato ci dice tutto il contrario.
Questa è una serie di mini articoli per mostrare alcuni piccoli e grandi esempi di questa importante realtà, anche perchè noi ci troviamo nel mezzo del più grande cambio di paradigma della storia moderna ( e non solo post-moderna) e serve mente elastica per affrontarlo. 

sabato 19 novembre 2016

CROLLO DEL MAINSTREAM E SINCRONIE - Trump, 911, torri in fiamme e crollo delle certezze - seconda parte

" Non si è mai vista una stampa così compatta ed unita contro un candidato...Che cosa succederà quando evidentemente la stampa non ha più forza e peso nella società americana,...Le cose che sono state scritte, le cose che sono state dette evidentemente non hanno contato su questo risultato e non hanno influito su questo risultato...".
Giovanna Botteri, inviata del tg3 a New York


Un'ammissione di colpa dal carattere grottesco, dove la disperazione fa dire cose che non dovrebbero dirsi (unilateralità nel dare le notizie che è proprio l'opposto del concetto di giornalismo).

Nell'articolo scritto a febbraio sulle elezioni americane, avevo pubblicato un video di una bambina nera che piangeva perché Obama non poteva ricandidarsi, interpretando questo gesto così forte ed emotivo ( di cui la bambina rappresentava giusto una delle tante reazioni simili) come un avvertimento dell'inconscio collettivo americano verso l'ultimo candidato presidenziale accettabile, politicamente corretto ed apprezzato della loro storia e vedendo cosa sta succedendo in questi giorni in effetti è proprio così.
Una delle grandi novità dell'elezione di Trump  é proprio quest'odio, questa paura che la sua elezione porta in molti americani e questo è un fatto anomalo nella storia americana che bene o male anche turandosi il naso ha poi accettato qualunque candidato.
Non stiamo parlando dell'Italia o di una qualunque altra nazione dove scene del genere sono la norma, ma dell'impero, dove la delegittimazione dell'"imperatore" eletto é un fatto grave per l'immagine e per il potere che quell'impero vuole dare al mondo.
C'è anche da dire che candidati presidenziali odiati nel passato naturalmente ve ne sono stati, ma quell'odio non è stato mai forte e montante proprio perchè il mainstream lo ha sempre tenuto basso, mentre oggi la sconfitta del mainstream e l'utilizzo dei social network (e questo non solo negli USA ma in tutto il mondo), amplificano in maniera esponenziale le risposte emotive, l'informazione è molto più onnicomprensiva ed è anche più personalizzata e fai da te rispetto al passato, quindi il livello di scontro è molto più alto.
Il mainstream si è reso conto di aver perso il monopolio dell'informazione dopo la sconfitta della Clinton. 
Il mainstream è stato sempre consapevole del potere dell'informazione di rete, ma illuso di poterlo manipolare. Nonostante la perdita di questo monopolio, il mainstream, anche se non più solitario, rimane pur sempre il mezzo di informazione più potente e ne risulta che se un risultato in questo caso elettorale, ne mostra la loro non invincibilità, esso si scateni per creare stimoli e risposte fortemente emotive e violente
Le reazioni appunto violente e fortemente emotive verso l'elezione di Trump sono sintomo della morte dell'invincibilità dei media mainstream. La guerra dei media non è contro Trump, ma contro chi lo ha appoggiato praticamente voltando le spalle ai canali informativi ufficiali.
Questo è il motivo del perché stiamo assistendo a questa isteria collettiva. Eppure in passato vi sono stati candidati ugualmente "pericolosi", ma nessuno ha scatenato queste scene isteriche e qui davvero non c'entra nulla il pensiero di Trump verso qualche minoranza ecc., spesso travisato consapevolmente dai media, Trump ripeto non porta nessuna novità politica di rilievo, si inserisce nella dialettica repubblicana, in realtà l'unica novità è che accanto a pretese di destra, da bravo "outsider" (tra virgolette ovviamente), inserisce nel suo discorso anche molte istanze democratiche che i suoi avversari naturalmente nascondono, anche perché molti lo dimenticano, Trump da buon camaleonte, ha tentato in passato di candidarsi anche con il partito democratico.
Si capisce come le reazioni violente ed avverse non ci sarebbero state se i media mainstream fossero stati più obiettivi mostrando le ragioni di entrambi i candidati. Ma davvero i candidati delle precedenti elezioni come i guerrafondai Romney e Mccain, sono migliori di Trump?


Trumpusconi

Come già indicato in passato, Berlusconi è stato una figura di esaurimento e di morte simbolica dei partiti politici. Dopo la sua caduta la sinistra è divenuta destra, l'inciucio tra destra e sinistra è divenuto di dominio pubblico, il primo partito italiano (non contando coalizioni ed appoggi laterali) è divenuto un movimento anti partiti ed anti estabilishment ed il partito degli astensionisti ha la maggioranza in Italia. Vicende analoghe, di diversa entità, stanno avvenendo in tutto il mondo occidentale.

Quella a cui stiamo assistendo è una guerra dove lo star system ed il mainstream hanno ottenuto una cocente sconfitta. Il problema è che il comportamento schizofrenico dei media sta portando alla più grossa delegittimazione dell'impero americano mai avvenuta nella sua storia.
In questo caso non sbaglia chi vede Trump come un nuovo Berlusconi, le analogie sono sconcertanti: entrambi uomini di successo, magnati milionari,  dichiarati sessisti e dongiovanni, con diversi capi di accuse sulla capoccia (tenendo in conto sempre che le accuse fatte a Berlusconi non avrebbero permesso la sua elezione in America, quelle di Trump sono legate a questioni prettamente economiche, vi è ad esempio già una risoluzione ed un risarcimento di 25 milioni di dollari che Trump darà per la causa contro la "trump university"), entrambi derisi ed odiati dall'estabilishment che conta. Dietro Berlusconi vi era il deep state italiano che probabilmente cercava di rialzarsi dopo la batosta data da tangentopoli, stessa cosa per Trump.
L'analogia però più pregnante di significato è quella simbolica. Molti immagino (diciamo la generazione dei millenials non tanto chi è nato dagli anni 80 in giù) hanno dimenticato come da Berlusconi in poi l'Italia abbia rimediato una miriade di figure di merda all'estero, proprio il cavaliere per i suoi modi, il suo linguaggio e le sue azioni è stato deriso persino in faccia e fortemente osteggiato dai leader esteri, che hanno sempre provato quel misto di "imbarazzo" o "speriamo dica la cosa giusta" durante i vari incontri e meeting ufficiali, basti ricordare il nomignolo "kapò" che Berlusconi diede a Schultz, con tanto di difesa piena di stereotipi dell'Italia, il "mister Obama" ad alta voce durante il g8, che fece innervosire la regina d'Inghilterra sui suoi modi sgarbati, il Berlusconi che blocca un meeting dei leader occidentali perché al cellulare, il termine "abbronzato" dato ad Obama, le famose tre pacche sulla testa date da Junker al cavaliere finite in mondovisione. 
Finché si tratta di un leader di uno stato vassallo, la situazione per quanto grottesca rimane negli ambiti della normale, oseremo dire, dialettica padrone-servo, ma quando una delegittimazione del genere, alla pari del cavaliere, è traslata nell'imperatore dell'impero, allora vuol dire che qualcosa non va. I media mainstream persi nella loro disperazione, non si rendono conto probabilmente che distruggere la rispettabilità dell'imperatore, distrugge anche quella dell'impero.
Prima delle elezioni, durante la campagna elettorale, immaginavo Trump vincente e facendolo nella mia testa pensavo il clima teso e da tragedia che si sarebbe svolto nell'incontro tra lui e ad esempio i leader europei che apertamente hanno sempre appoggiato la Clinton ed anzi insultato fortemente la sua persona ed i suoi modi, mi immaginavo il suo incontro con papa Francesco che lo ha dichiarato "non cristiano" ed immaginavo che questo sarebbe stato uno dei principali motivi di una caduta simbolica dell'impero americano come centro di potere ed influenza nel mondo occidentale. Mi veniva in mente proprio Berlusconi.
La vittoria della Clinton era così certa in diversi centri dell'estabilishment che addirittura Renzi con il suo staff governativo e con le "eccellenze" culturali italiane, ha incontrato la Clinton pochi giorni prima delle elezioni, per il solito viaggio del vassallo al centro dell'impero, teso ad avere benedizione e favori. 
Gira voce nel web (sembrerebbe confermata) di come lo sceneggiatore di "ritorno al futuro II" si sia ispirato a Donald Trump per la figura del ricco e potente Biff Tannen. A far circolare la voce è stato Ted Cruz, candidato presidenziale repubblicano, che avvertiva l'America di come votare Trump significava avere un Biff Tannen tirannico che avrebbe portato ad un aumento di caos e violenza.
Vero o falso che sia l'assonanza simbolica è fin troppo evidente: dalla capigliatura, alla personalizzazione dei suoi oggetti personali, dal suo edonismo, alla costruzione di una torre personale e ricordiamo che la Trump Tower fu completata nel 1984, un anno prima dell'uscita del primo capitolo di "ritorno al futuro". 
Ritorno al futuro (e qui lo abbiamo già scritto in tempi non sospetti) ha avuto indirettamente un potere predittivo, in questa serie di articoli che consiglio di rileggere é evidenziata questa sua dote: 1; 2; 3; 4; 5; 6;
Come ho già affermato fino alla noia, qui nessuno afferma come fa qualche sito complottista, che gli autori di Ritorno al Futuro abbiano voluto predire eventi che loro conoscevano e neanche che Ritorno al futuro sia un film basato su reali profezie, così come altre produzioni filmiche che con sconcerto ed in modo dettagliato hanno previsto vari eventi futuri. 
Che le produzioni mainstream siano pura propaganda ed in un certo senso  in alcune produzioni si voglia trasmettere un certo messaggio ed una certa visione per farla divenire realtà questo è sicuramente reale. Stiamo comunque parlando di magia, che non è certamente scomparsa e neanche bisogna averne un'idea stereotipata che è quella fatta di stregoni, bacchette, formule ecc. La più grande magia è quella che riesce a manipolare o comunque asservire la realtà al proprio scopo personale. 
Vivendo in un mondo apparentemente laico e razionalista, la magia ha semplicemente cambiato veste, ma non è mai scomparsa. La cosiddetta "profezia che si autoavvera" è un esempio di magia. Attualmente la pop culture nei suoi riti e simboli è divenuta l'attuale magia ed ha lo stesso scopo delle mitologie, delle sibille e degli oracoli nel passato, con un'arma in più, ovvero milioni di persone che investono tempo e si lasciano attrarre da quel messaggio. In questo caso Ritorno al futuro ed altre produzioni filmiche, vivono dell'investimento emozionale e mondiale della coscienza collettiva umana, si parla di miliardi di persone che investono il proprio tempo nell'ascolto e nella visione di canzoni, film, libri ed altre opere culturali, appunto si tratta di un investimento magico che cambia la realtà, visto l'enorme energia che ruota intorno a quella produzione.
La magia per funzionare ha bisogno di un forte investimento di energia o comunque di una ferrea volontà individuale (quando si tratta di qualcosa relegato a pochi individui). Molti film hanno proprio questo carattere, quindi non sorprende che molte produzioni culturali riescano a prevedere eventi futuri. Non si tratta di complottismo, ma di sincromisticismo o semplicemente di una volontà magica (spesso diretta e consapevole) che crea la sincronia e fa avverare la profezia.
Questo é un esempio di video oramai abbastanza conosciuto nel web per chi è interessato a questi argomenti, in cui solamente qualche debunker può fermarsi a parlare di coincidenze e paranoia:


Però c'è da dire che se il riduzionismo che parte dal debunker e successivamente si trasmette verso la parte di popolazione apparentemente più razionale, laica e politically correct, indirettamente favorisce lo status quo, la censura e la repressione, il rovescio della medaglia, diventa paranoia e superstizione, per questo è sempre utile accettare la profonda verità "in media res".


l'11 settembre 2016 la Clinton si ammala dopo un comizio. Le voci che la davano affetta da una grave malattia sembrano avere conferma. Un filmato di quel giorno la riprende sofferente e sostenuta dalle guardie del corpo, per la difficoltà a rimanere in piedi. Simbolicamente da molti questo evento è stato visto come la sconfitta definitiva, almeno simbolica, della Clinton alle elezioni. La sua immagine di persona malata e debole ha avuto un forte impatto nell'opinione pubblica




l'11 settembre 2012 è considerato da molti americani (anche per l'assonanza della data) come un 9/11 estero. L'attacco jihadista al consolato americano a Benghazi, provocò la morte dell'ambasciatore americano Cristopher Stevens e di altri tre cittadini americani. La notizia creò forte sconcerto negli USA per la mancanza di rinforzi e di protezione verso l'ambasciatore (che fu seviziato dai terroristi), tanto che  si può vedere questo evento come l'inizio della lunga sequela di processi ed indagini contro la Clinton. L'allora segretaria di Stato americana, assolta solamente nel 2016, fu accusata di essere tra i maggiori responsabili nella mancata difesa del consolato americano. Tra le varie mail rilasciate da wikileaks ma anche da altri giornali già da diversi anni, ci stanno proprio i tentativi di insabbiamento per la falle di sicurezza presenti nel consolato americano e molti in tempi non sospetti hanno visto questo evento, come una macchia nella candidatura della Clinton alle elezioni 2016. Si sono formati perfino comitati della verità su questi eventi che hanno portato in luce il ruolo di alcuni apparati americani nella copertura ed utilizzo di jihadisti e futuri membri dell'ISIS per rovesciare Gheddafi che fino a poco tempo prima era ritenuto un solido alleato anti-terrorismo. Le varie dimissioni, la guerra interna nell'estabilishment americano che probabilmente hanno portato alle elezioni di Trump, possono avere il loro anno zero in quella data.


Il 9/11 1989 crolla il muro di Berlino. L'assetto geopolitico globale cambia totalmente. L'URSS si dissolverà pochi anni dopo, finisce la guerra fredda ed inizia ufficialmente l'unipolarismo americano e la globalizzazione neoliberista. Crollo delle ideologie e dei partiti tradizionali. Il primo contraccolpo in Occidente lo avrà l'Italia con Tangentopoli. L'attuale crollo del concetto di destra e sinistra e la fine della figura politica tradizionale parte da quella data.



9/11 2016 Trump vince le elezioni americane: inversione geopolitica speculare a quella del 1989?

Rudolph Giuliani soprannominato "l'uomo dell'11 settembre" (sindaco di New York durante gli attentati alle twin towers) per il suo ruolo attivo nel periodo della ricostruzione post attentato, sarà uno degli uomini di punta dell'amministrazione Trump. Per molti è già sicuro il suo ruolo di segretario di Stato o di ministro degli esteri.




Come mostrato nel mio articolo di febbraio sulle elezioni presidenziali, Jeff Bush si è ritirato solamente dopo il disastroso dibattito-scontro con Trump, con quest'ultimo che ha usato l'argomento 11 settembre per far fuori Bush dialetticamente, che imbarazzato, nonostante le potenti lobby che aveva alle spalle, ha deciso di ritirarsi. In primavera sono usciti diversi file ufficiali che indicavano l'Arabia Saudita come uno stato che a suo modo ha favorito l'attentato.

Trump Tower a New York



La Torre di Biff Tannen in Ritorno al futuro II



Il significato della carta numero 16, dall'immagine così evocativa ed archetipica è quello di rottura, shock, sgretolamento, cambiamento ecc. Non è un caso che nella realtà si è concretizzata visivamente proprio con eventi del genere, ovvero l'11 settembre e le dimissioni del papa Ratzinger (shock, evento inaspettato, liberazione, crollo delle difese, ciò che sembrava solido diviene fragile)






L'immagine che ha fatto il giro nel mondo la sera dell'annuncio delle dimissioni di Papa Ratzinger



Parola di Biff Tannen

I libici in Ritorno al futuro rappresentano il terrorismo,il potere nazista, Plutone, che ferma il Doc, la nuova scienza (vedere articoli indicati su ritorno al futuro) che ancora dipende dalla scienza nazista per prosperare (il Plutonio, l'energia nucleare). La macchina del tempo funziona solamente se supera la velocità di 88 miglia all'ora, numero sacro per i nazisti 8=heil 8=hitler

Se a queste due date importanti nel film invertiamo gli anni, abbiamo il 12 novembre 2015 (giorno di un grave attentato in Libano) e giorno prima del pluri attentato a Parigi. Il 12 novembre vi fu il famoso discorso di Obama contro l'ISIS (60 anni prima dell'arrivo di Martin nel 1955). Martin dopo l'attentato a Doc torna indietro nel tempo il 12 novembre 1955 dove cercherà di evitare appunto l'attentato terroristico al DOC.



"Salviamo la torre dell'orologio", salviamo il sistema dominato dal tempo
La torre dell'orologio colpita da un fulmine in "Ritorno al futuro I", di nuovo l'archetipo che viene messo in scena visualmente.

Alex Jones uno dei più famosi complottisti al mondo e tra i pionieri nell'accusa della versione ufficiale dell'11 settembre è uno dei più ferventi sostenitori di Trump (che ricambia pubblicamente l'apprezzamento) e tra i maggiori fautori non ufficiali della sua vittoria soprattutto tra le persone refrattarie al sistema e al voto.

Nel filmato sopra è mostrato uno spot pubblicitario sulla sua torre e la qualità dei suoi materassi. Da notare le uniche due pecore recanti i numeri 9 e 11

Sincromisticismo nel wrestling sull'11 settembre

Hulk Hogan è una delle poche star che si è esposto apertamente a favore di Trump, persona quest'ultima vista da vari lottatori sempre come un protettore ed una sorta di benefattore per l'insana passione del nuovo presidente per il wrestling, tanto che Trump ha partecipato persino come protagonista-lottatore in passato

Ad ottobre 2015, mese in cui Martin giunge nel futuro, esce nella realtà il film The walk con protagonista Joseph Gordon Levitt nei panni di Philippe Petit, noto funambolo francese, che il 6 agosto 1974 compie la sua più grande impresa: la traversata delle Torri Gemelle del WTC su un cavo d'acciaio senza alcuna protezione (notare la croce in copertina). Il regista del film è sempre Zemeckis che naturalmente ha diretto anche Ritorno al futuro. Crump vs Trump? Nel 2002 un anno esatto dopo i tragici eventi dell'11 settembre 2001, ovvero il 10 settembre 2002, Trump acquista l'immobile di John Delorean, esatto, proprio il padre e creatore della Delorean (che è una casa automobilistica realmente esistita), finito in rovina tanto che l'ultimo modello venduto fu quello basato sul film ritorno al futuro. Qualche dettaglio è forzato ma credo sia utile lo stesso mostrarlo
Con Biff "Trump" Tannen, Hill Valley diventa Hell (inferno) Valley, dove il caos e la violenza domina, solamente per sua incapacità o per qualcos'altro?
Poteri che si scontrano. Chi è la torre più piccola?
Nell'episodio dei Simpson dell'anno 2000 "Bart to the future", Burt Simpson si trova in un futuro dove Lisa Simpson è il nuovo presidente succeduto alla disastrosa presidenza Trump. In realtà la cosa interessante di questo episodio non è l'aver citato Trump come presidente, come infatti stesso gli autori e qualche ricerca storica dimostrano, Trump cercò di candidarsi nell'anno 2000 e questo evento agli autori sembrava così assurdo e paradossale tanto da renderlo un dettaglio significante di questo episodio. Matt Groening ha dichiarato che "...era improbabile che Donald Trump divenisse il nuovo presidente degli USA". Lo sceneggiatore dell'episodio Dan Greney in un'intervista ha affermato che la presidenza Trump sembrava "l'ultima fermata prima di cadere completamente in basso... era coerente con la visione di un'America che stava impazzendo". In questi casi la storia ha molto ironia. Ciò che rende interessante questo episodio sono i dettagli che ruotano intorno a questa scelta, ovvero che la presidenza Trump nella visione dell'episodio, aveva portato il paese in bancarotta, una grossa ondata di crimine che si spargeva in tutto il paese e nazioni estere che reclamavano agli Stati Uniti di pagare il debito, con paesi come la Cina o l'Europa che compravano pezzi d'America, insomma la fine degli Usa come superpotenza. Altro dettaglio interessante é l'accenno alla legalizzazione della marjuana, evento improbabile nell'anno di produzione dell'episodio. Ebbene l'8 novembre 2016 (l'election day) è un giorno storico per i sostenitori dei benefici della Maria, se è vero che ufficialmente era già partita l'approvazione e le varie procedure burocratiche (per lo più in California e in pochi altri stati dove era stata approvata la legalizzazione ), proprio il giorno dell'elezione di Trump si è votato in diversi Stati il referendum per la legalizzazione o depenalizzazione della Marjuana. Persino la California dove era già partita la legalizzazione medica, ha fatto un passo in avanti nel considerarla una droga alla pari dell'alcool e renderla legale a scopi ricreativi. Alla California si sono aggiunti vari stati come Nevada, Maine e Massachussets, mentre in altri Stati come la Florida è divenuta legale solo per scopi medici. Lisa Simpson sarà la prima presidente donna dopo la disastrosa presidenza Trump. Per chi ha seguito anche sporadicamente i Simpson, sa che Lisa Simpson è una fan di Hillary Clinton e si è ispirata fortemente a lei nelle sue gesta politiche, molto frequenti nello show.

                Dal blog civiltà scomparse: La suggestiva copertina del film “Home alone 2” del 1992, dove il protagonista Macaulay Culkin – già protagonista del precedente “Home alone” – incontra il miliardario Donald Trump in carne e ossa nella parte di se stesso. Nella copertina, la statua della libertà sembra spaventata per qualcosa che sta arrivando verso i grattacieli di New York.

Sempre da un'altra locandina del film, la torre e un bambino spaventato per ciò che sta per arrivare


E siamo solo al principio se alcune rivelazioni di wikileaks diverranno mainstream, intanto stanno spopolando nell'internet sfera: