" Non si è mai vista una stampa così compatta ed unita contro un candidato...Che cosa succederà quando evidentemente la stampa non ha più
forza e peso nella società
americana,...Le cose che sono state scritte, le cose che sono state
dette evidentemente non hanno contato su questo risultato e non hanno
influito su questo risultato...".
Giovanna Botteri, inviata del tg3 a New York
Un'ammissione di colpa dal carattere grottesco, dove la disperazione fa dire cose che non dovrebbero dirsi (unilateralità nel dare le notizie che è proprio l'opposto del concetto di giornalismo).
Nell'articolo scritto a febbraio sulle elezioni americane, avevo pubblicato un video di una bambina nera che piangeva perché Obama non poteva ricandidarsi, interpretando questo gesto così forte ed emotivo ( di cui la bambina rappresentava giusto una delle tante reazioni simili) come un avvertimento dell'inconscio collettivo americano verso l'ultimo candidato presidenziale accettabile, politicamente corretto ed apprezzato della loro storia e vedendo cosa sta succedendo in questi giorni in effetti è proprio così.
Una delle grandi novità dell'elezione di Trump é proprio quest'odio, questa paura che la sua elezione porta in molti americani e questo è un fatto anomalo nella storia americana che bene o male anche turandosi il naso ha poi accettato qualunque candidato.
Non stiamo parlando dell'Italia o di una qualunque altra nazione dove scene del genere sono la norma, ma dell'impero, dove la delegittimazione dell'"imperatore" eletto é un fatto grave per l'immagine e per il potere che quell'impero vuole dare al mondo.
C'è anche da dire che candidati presidenziali odiati nel passato naturalmente ve ne sono stati, ma quell'odio non è stato mai forte e montante proprio perchè il mainstream lo ha sempre tenuto basso, mentre oggi la sconfitta del mainstream e l'utilizzo dei social network (e questo non solo negli USA ma in tutto il mondo), amplificano in maniera esponenziale le risposte emotive, l'informazione è molto più onnicomprensiva ed è anche più personalizzata e fai da te rispetto al passato, quindi il livello di scontro è molto più alto.
Il mainstream si è reso conto di aver perso il monopolio dell'informazione dopo la sconfitta della Clinton.
Il mainstream è stato sempre consapevole del potere dell'informazione di rete, ma illuso di poterlo manipolare. Nonostante la perdita di questo monopolio, il mainstream, anche se non più solitario, rimane pur sempre il mezzo di informazione più potente e ne risulta che se un risultato in questo caso elettorale, ne mostra la loro non invincibilità, esso si scateni per creare stimoli e risposte fortemente emotive e violente
Le reazioni appunto violente e fortemente emotive verso l'elezione di Trump sono sintomo della morte dell'invincibilità dei media mainstream. La guerra dei media non è contro Trump, ma contro chi lo ha appoggiato praticamente voltando le spalle ai canali informativi ufficiali.
Questo è il motivo del perché stiamo assistendo a questa isteria collettiva. Eppure in passato vi sono stati candidati ugualmente "pericolosi", ma nessuno ha scatenato queste scene isteriche e qui davvero non c'entra nulla il pensiero di Trump verso qualche minoranza ecc., spesso travisato consapevolmente dai media, Trump ripeto non porta nessuna novità politica di rilievo, si inserisce nella dialettica repubblicana, in realtà l'unica novità è che accanto a pretese di destra, da bravo "outsider" (tra virgolette ovviamente), inserisce nel suo discorso anche molte istanze democratiche che i suoi avversari naturalmente nascondono, anche perché molti lo dimenticano, Trump da buon camaleonte, ha tentato in passato di candidarsi anche con il partito democratico.
Si capisce come le reazioni violente ed avverse non ci sarebbero state se i media mainstream fossero stati più obiettivi mostrando le ragioni di entrambi i candidati. Ma davvero i candidati delle precedenti elezioni come i guerrafondai Romney e Mccain, sono migliori di Trump?
Quella a cui stiamo assistendo è una guerra dove lo star system ed il mainstream hanno ottenuto una cocente sconfitta. Il problema è che il comportamento schizofrenico dei media sta portando alla più grossa delegittimazione dell'impero americano mai avvenuta nella sua storia.
In questo caso non sbaglia chi vede Trump come un nuovo Berlusconi, le analogie sono sconcertanti: entrambi uomini di successo, magnati milionari, dichiarati sessisti e dongiovanni, con diversi capi di accuse sulla capoccia (tenendo in conto sempre che le accuse fatte a Berlusconi non avrebbero permesso la sua elezione in America, quelle di Trump sono legate a questioni prettamente economiche, vi è ad esempio già una risoluzione ed un risarcimento di 25 milioni di dollari che Trump darà per la causa contro la "trump university"), entrambi derisi ed odiati dall'estabilishment che conta. Dietro Berlusconi vi era il deep state italiano che probabilmente cercava di rialzarsi dopo la batosta data da tangentopoli, stessa cosa per Trump.
L'analogia però più pregnante di significato è quella simbolica. Molti immagino (diciamo la generazione dei millenials non tanto chi è nato dagli anni 80 in giù) hanno dimenticato come da Berlusconi in poi l'Italia abbia rimediato una miriade di figure di merda all'estero, proprio il cavaliere per i suoi modi, il suo linguaggio e le sue azioni è stato deriso persino in faccia e fortemente osteggiato dai leader esteri, che hanno sempre provato quel misto di "imbarazzo" o "speriamo dica la cosa giusta" durante i vari incontri e meeting ufficiali, basti ricordare il nomignolo "kapò" che Berlusconi diede a Schultz, con tanto di difesa piena di stereotipi dell'Italia, il "mister Obama" ad alta voce durante il g8, che fece innervosire la regina d'Inghilterra sui suoi modi sgarbati, il Berlusconi che blocca un meeting dei leader occidentali perché al cellulare, il termine "abbronzato" dato ad Obama, le famose tre pacche sulla testa date da Junker al cavaliere finite in mondovisione.
Finché si tratta di un leader di uno stato vassallo, la situazione per quanto grottesca rimane negli ambiti della normale, oseremo dire, dialettica padrone-servo, ma quando una delegittimazione del genere, alla pari del cavaliere, è traslata nell'imperatore dell'impero, allora vuol dire che qualcosa non va. I media mainstream persi nella loro disperazione, non si rendono conto probabilmente che distruggere la rispettabilità dell'imperatore, distrugge anche quella dell'impero.
Prima delle elezioni, durante la campagna elettorale, immaginavo Trump vincente e facendolo nella mia testa pensavo il clima teso e da tragedia che si sarebbe svolto nell'incontro tra lui e ad esempio i leader europei che apertamente hanno sempre appoggiato la Clinton ed anzi insultato fortemente la sua persona ed i suoi modi, mi immaginavo il suo incontro con papa Francesco che lo ha dichiarato "non cristiano" ed immaginavo che questo sarebbe stato uno dei principali motivi di una caduta simbolica dell'impero americano come centro di potere ed influenza nel mondo occidentale. Mi veniva in mente proprio Berlusconi.
La vittoria della Clinton era così certa in diversi centri dell'estabilishment che addirittura Renzi con il suo staff governativo e con le "eccellenze" culturali italiane, ha incontrato la Clinton pochi giorni prima delle elezioni, per il solito viaggio del vassallo al centro dell'impero, teso ad avere benedizione e favori.
Gira voce nel web (sembrerebbe confermata) di come lo sceneggiatore di "ritorno al futuro II" si sia ispirato a Donald Trump per la figura del ricco e potente Biff Tannen. A far circolare la voce è stato Ted Cruz, candidato presidenziale repubblicano, che avvertiva l'America di come votare Trump significava avere un Biff Tannen tirannico che avrebbe portato ad un aumento di caos e violenza.
Vero o falso che sia l'assonanza simbolica è fin troppo evidente: dalla capigliatura, alla personalizzazione dei suoi oggetti personali, dal suo edonismo, alla costruzione di una torre personale e ricordiamo che la Trump Tower fu completata nel 1984, un anno prima dell'uscita del primo capitolo di "ritorno al futuro".
Ritorno al futuro (e qui lo abbiamo già scritto in tempi non sospetti) ha avuto indirettamente un potere predittivo, in questa serie di articoli che consiglio di rileggere é evidenziata questa sua dote: 1; 2; 3; 4; 5; 6;
Come ho già affermato fino alla noia, qui nessuno afferma come fa qualche sito complottista, che gli autori di Ritorno al Futuro abbiano voluto predire eventi che loro conoscevano e neanche che Ritorno al futuro sia un film basato su reali profezie, così come altre produzioni filmiche che con sconcerto ed in modo dettagliato hanno previsto vari eventi futuri.
Che le produzioni mainstream siano pura propaganda ed in un certo senso in alcune produzioni si voglia trasmettere un certo messaggio ed una certa visione per farla divenire realtà questo è sicuramente reale. Stiamo comunque parlando di magia, che non è certamente scomparsa e neanche bisogna averne un'idea stereotipata che è quella fatta di stregoni, bacchette, formule ecc. La più grande magia è quella che riesce a manipolare o comunque asservire la realtà al proprio scopo personale.
Vivendo in un mondo apparentemente laico e razionalista, la magia ha semplicemente cambiato veste, ma non è mai scomparsa. La cosiddetta "profezia che si autoavvera" è un esempio di magia. Attualmente la pop culture nei suoi riti e simboli è divenuta l'attuale magia ed ha lo stesso scopo delle mitologie, delle sibille e degli oracoli nel passato, con un'arma in più, ovvero milioni di persone che investono tempo e si lasciano attrarre da quel messaggio. In questo caso Ritorno al futuro ed altre produzioni filmiche, vivono dell'investimento emozionale e mondiale della coscienza collettiva umana, si parla di miliardi di persone che investono il proprio tempo nell'ascolto e nella visione di canzoni, film, libri ed altre opere culturali, appunto si tratta di un investimento magico che cambia la realtà, visto l'enorme energia che ruota intorno a quella produzione.
La magia per funzionare ha bisogno di un forte investimento di energia o comunque di una ferrea volontà individuale (quando si tratta di qualcosa relegato a pochi individui). Molti film hanno proprio questo carattere, quindi non sorprende che molte produzioni culturali riescano a prevedere eventi futuri. Non si tratta di complottismo, ma di sincromisticismo o semplicemente di una volontà magica (spesso diretta e consapevole) che crea la sincronia e fa avverare la profezia.
Questo é un esempio di video oramai abbastanza conosciuto nel web per chi è interessato a questi argomenti, in cui solamente qualche debunker può fermarsi a parlare di coincidenze e paranoia:
Però c'è da dire che se il riduzionismo che parte dal debunker e successivamente si trasmette verso la parte di popolazione apparentemente più razionale, laica e politically correct, indirettamente favorisce lo status quo, la censura e la repressione, il rovescio della medaglia, diventa paranoia e superstizione, per questo è sempre utile accettare la profonda verità "in media res".
l'11 settembre 2012 è considerato da molti americani (anche per l'assonanza della data) come un 9/11 estero. L'attacco jihadista al consolato americano a Benghazi, provocò la morte dell'ambasciatore americano Cristopher Stevens e di altri tre cittadini americani. La notizia creò forte sconcerto negli USA per la mancanza di rinforzi e di protezione verso l'ambasciatore (che fu seviziato dai terroristi), tanto che si può vedere questo evento come l'inizio della lunga sequela di processi ed indagini contro la Clinton. L'allora segretaria di Stato americana, assolta solamente nel 2016, fu accusata di essere tra i maggiori responsabili nella mancata difesa del consolato americano. Tra le varie mail rilasciate da wikileaks ma anche da altri giornali già da diversi anni, ci stanno proprio i tentativi di insabbiamento per la falle di sicurezza presenti nel consolato americano e molti in tempi non sospetti hanno visto questo evento, come una macchia nella candidatura della Clinton alle elezioni 2016. Si sono formati perfino comitati della verità su questi eventi che hanno portato in luce il ruolo di alcuni apparati americani nella copertura ed utilizzo di jihadisti e futuri membri dell'ISIS per rovesciare Gheddafi che fino a poco tempo prima era ritenuto un solido alleato anti-terrorismo. Le varie dimissioni, la guerra interna nell'estabilishment americano che probabilmente hanno portato alle elezioni di Trump, possono avere il loro anno zero in quella data. |
Il 9/11 1989 crolla il muro di Berlino. L'assetto geopolitico globale cambia totalmente. L'URSS si dissolverà pochi anni dopo, finisce la guerra fredda ed inizia ufficialmente l'unipolarismo americano e la globalizzazione neoliberista. Crollo delle ideologie e dei partiti tradizionali. Il primo contraccolpo in Occidente lo avrà l'Italia con Tangentopoli. L'attuale crollo del concetto di destra e sinistra e la fine della figura politica tradizionale parte da quella data. |
9/11 2016 Trump vince le elezioni americane: inversione geopolitica speculare a quella del 1989? |
Rudolph Giuliani soprannominato "l'uomo dell'11 settembre" (sindaco di New York durante gli attentati alle twin towers) per il suo ruolo attivo nel periodo della ricostruzione post attentato, sarà uno degli uomini di punta dell'amministrazione Trump. Per molti è già sicuro il suo ruolo di segretario di Stato o di ministro degli esteri.
Come mostrato nel mio articolo di febbraio sulle elezioni presidenziali, Jeff Bush si è ritirato solamente dopo il disastroso dibattito-scontro con Trump, con quest'ultimo che ha usato l'argomento 11 settembre per far fuori Bush dialetticamente, che imbarazzato, nonostante le potenti lobby che aveva alle spalle, ha deciso di ritirarsi. In primavera sono usciti diversi file ufficiali che indicavano l'Arabia Saudita come uno stato che a suo modo ha favorito l'attentato.
Trump Tower a New York |
La Torre di Biff Tannen in Ritorno al futuro II |
L'immagine che ha fatto il giro nel mondo la sera dell'annuncio delle dimissioni di Papa Ratzinger |
Parola di Biff Tannen |
"Salviamo la torre dell'orologio", salviamo il sistema dominato dal tempo |
La torre dell'orologio colpita da un fulmine in "Ritorno al futuro I", di nuovo l'archetipo che viene messo in scena visualmente. |
Hulk Hogan è una delle poche star che si è esposto apertamente a favore di Trump, persona quest'ultima vista da vari lottatori sempre come un protettore ed una sorta di benefattore per l'insana passione del nuovo presidente per il wrestling, tanto che Trump ha partecipato persino come protagonista-lottatore in passato
Con Biff "Trump" Tannen, Hill Valley diventa Hell (inferno) Valley, dove il caos e la violenza domina, solamente per sua incapacità o per qualcos'altro? |
Poteri che si scontrano. Chi è la torre più piccola? |
Dal blog civiltà scomparse: La suggestiva copertina del film “Home alone 2” del 1992, dove il protagonista Macaulay Culkin – già protagonista del precedente “Home alone” – incontra il miliardario Donald Trump in carne e ossa nella parte di se stesso. Nella copertina, la statua della libertà sembra spaventata per qualcosa che sta arrivando verso i grattacieli di New York.
Sempre da un'altra locandina del film, la torre e un bambino spaventato per ciò che sta per arrivare |
E siamo solo al principio se alcune rivelazioni di wikileaks diverranno mainstream, intanto stanno spopolando nell'internet sfera:
Quanto si somigliano la facciata dell'edificio dell'orologio di Ritorno al futuro colpito dalla corrente elettrica (quella che fa ripartire la macchina del tempo), la facciata della Basilica di San Pietro con la cupola colpita dal fulmine e la facciata della Casa Bianca!...
RispondiEliminaCosì evidente da non venirmi in mente di accostarla (con la casa bianca)
RispondiEliminaMediter