giovedì 26 luglio 2018

THERE'S A NEW SHERIFF IN TOWN

Come ben sanno coloro che leggono il mio blog quando parlo di partiti politici, elezioni e materie connesse, non lo faccio mai da un punto di vista strettamente politico ma sempre tenendo in conto l’impatto ed il significato che gli eventi politici hanno nella coscienza collettiva umana, nel cambiamento della loro percezione, quindi da un punto di vista simbolico e sincromistico, tenete in mente tutto ciò, perché in questo mio articolo si parlerà tantissimo di avvenimenti politici ma non si farà politica nel senso tradizionale del termine ed infatti sarà un articolo pieno di concetti astrologici. Non troverete nel mio articolo teorie che vedono la lega e l’m5s come la salvezza dell’Italia (o almeno non in senso prettamente politico) e neanche come burattini mossi dai poteri forti, quello che scriverò si basa su supposizioni e previsioni fatte anni fa, in tempi non sospetti e che pian piano si stanno avverando, infatti sarà un articolo che prenderà diversi spunti, ampliandoli, di diversi articoli degli ultimi due anni (soprattutto).



Il 15 maggio Urano è entrano nel segno del Toro. Urano è da sempre visto come il segno rivoluzionario per eccellenza (non a caso scoperto nel 18° secolo, in coincidenza con le rivoluzioni americane e francesi, come dire quando l’archetipo viene scoperto, esso può rivelarsi nella realtà), un pianeta il cui ingresso nel segno non è mai silente, ma può essere paragonato all’ingresso di un elefante in una cristalleria.

Toro al contrario è un segno pratico, che ama stare con i piedi per terra (il primo segno di Terra), poco disponibile ai cambiamenti e quindi si dice che Urano e Toro insieme formano una coppia strana, perché per il pianeta azzurro il segno del Toro non è uno dei suoi domicili principali, in cui si sente a suo agio.

Il Toro governa l’economia, la madre terra, quindi la fertilità, tutto ciò che è legato al cibo, ai frutti che ci da la natura. E’ un segno calmo e paziente al contrario del suo predecessore irruento e individualista (Ariete), in cui Urano è più a suo agio.

Ne consegue che in questo ciclo di 7 anni iniziato all’incirca due mesi fa ( e che si dovrebbe concludere nel 2024-2025, in corrispondenza con l’eclissi speculare americana del 2017 come spiegato in questo articolo), tutto ciò che riguarda le caratteristiche di quel segno, verranno rimesse in discussione, ribaltate e nuove prospettive si apriranno in quei campi.

In coincidenza dell’ingresso di Urano nel Toro, oltre all’eruzione vulcanica nelle Hawaii (terra, catastrofi naturali), Di Maio (Movimento 5 stelle) e Salvini (Lega) hanno trovato un accordo improbabile ad inizio anno, impossibile da immaginare fino a poco più di un anno fa, intesa-legame che ha inaugurato la cosiddetta terza repubblica.
Un murales che ha fatto discutere, non a caso ispirato al ben più famoso murales situato a Berlino che ritrae il bacio tra i due leader comunisti, divenuto il murales simbolo della caduta del muro di Berlino. Anche in questo caso ci troviamo davanti ad un fenomeno di specularità, di inversione, una specie di specchio storico (naturalmente chiuso e che riguarda la nostra storia nazionale)

   

Non è un caso che appena trovato l’accordo e con gli incredibili eventi degli ultimi giorni di maggio, tutta la discussione si sia centrata su questioni economiche (euro si-euro no, almeno a livello di coscienza collettiva nazionale) e che il pomo della discordia nella formazione del governo sia stato guarda caso il ministero dell’economia, a tutto ciò si aggiunge un evento Economico con la E maiuscola, con forti componenti geopolitiche, ovvero dell’aumento dei dazi americani verso l’Europa, che indebolirebbero soprattutto la Germania (una delle più potenti esportatrici mondiali), un evento che come molti sanno è strettamente legato a quello della formazione del nuovo governo italiano e che ha avuto strascichi anche nel g7 più fallimentare (apparentemente) e patetico della storia, insomma BENVENUTO URANO IN TORO.

I precedenti 7 anni sono stati dominati da Urano in Ariete, che entrò nel primo segno dello zodiaco il 28 maggio 2010, per poi lasciarlo brevemente e rientrare temporaneamente in Pesci da agosto 2010 al 12 marzo 2011, per poi rientrare definitivamente in Ariete fino appunto a maggio 2018. Sono date che non passano inosservate, infatti la definitiva entrata di Urano in Ariete corrisponde allo tsunami giapponese e alla catastrofe nucleare di Fukushima. Visto il carattere individualista ed aggressivo dell’Ariete, segno che non ama le contromisure, che non ama entrare a compromessi e per cui il mondo spesso si divide in bianco e nero (parliamo naturalmente per archetipi), l’ingresso e l’avvicinamento di Urano in Ariete corrispose alla primavera araba, l’indignados, occupy wall street, la prima crisi economica europea (Grecia ed in generale i cosiddetti paesi Piigs) ed il timido affacciarsi degli euroscettici e dei cosiddetti populisti che a fine ciclo (2017-2018) erano oramai una forza mainstream e potente tale da scardinare l’establishment tradizionale in diversi paesi occidentali, lo abbiamo visto con Trump, con la Brexit e con l’attuale governo italiano che si è formato con Urano in Toro, ma che ha prosperato e si è reso una potenza con Urano in Ariete.

Le tendenze che sviluppa Urano in Ariete sono fortemente individualistiche ed infatti lo abbiamo visto con il riemergere dei nazionalismi e la prima vera messa in crisi della globalizzazione.

Nei vari articoli dedicati al post-periodo delle elezioni di Trump avevo articolato questo discorso affermando che gli ultimi anni di questo decennio avrebbero visto acutizzarsi lo scontro tra nazionalisti (o come amano appellarsi loro, “sovranisti”) verso neo-liberisti, progressisti, meglio conosciuti come globalisti. E’ una guerra senza esclusioni di colpi che rispetto al 2016, anno in cui era ad uno stato iniziale e che l’elezione di Trump aveva messo in luce, ora nell’anno attuale 2018 è entrata definitivamente nella coscienza collettiva.

Non è un caso che Urano, il pianeta dei cambiamenti rivoluzionari immediati, in Ariete (segno individualista per eccellenza), abbia visto crollare o meglio ha reso obsoleto il concetto di destra e sinistra. Ad inizio ciclo (2010-2011), occupy Wall Street e gli indignados protestavano contro l’1% di umanità che dominava il restante 99% in un contesto non ideologico (ricordo ad esempio le manifestazioni in Italia in cui chi portava con sé una bandiera di partito, veniva fischiato); a fine ciclo, persino i politici più establishment creano sconcerto perché non si riesce a posizionarli in una precisa ala politica, anzi per vincere devono essere disposti ad essere flessibili e non facilmente inquadrabili, basti pensare Macron in Francia che ha vinto anche per il suo posizionarsi e dichiararsi al di sopra della destra e della sinistra e la breve stagione di Renzi (uomo di sinistra che parla e fa politiche di destra) che ha praticamente distrutto gli ultimi scampoli ideologici più forti e tradizionalisti in Italia (almeno a livello di mainstream), ovvero la sinistra che come sappiamo ha avuto nella vita politica italiana degli ultimi 70 anni, i personaggi più sinceramente ideologizzati ed attivisti. Per non parlare di Trump, primo presidente della storia ad essere avversato da più della metà del suo partito, che cercò in passato di farsi eleggere con il partito democratico (a cui era iscritto, cosa che molti dimenticano) e che è forse la persona simbolo più potente dei populisti che altro non sono che movimenti non ideologizzati. Poi c’è naturalmente il movimento 5 stelle, il simbolo più potente di scardinamento delle ideologie e di “appiattimento” o meglio di visione della politica non più verticistica e partitica. Anche i 5 stelle, nati sotto l’influsso di Urano in Pesci, sono prosperati, entrati in parlamento, divenuti una forza politica ed il primo partito italiano, pronto a governare, proprio con Urano in Ariete e si sono sempre opposti alla logica destra e sinistra.

Come sappiamo una visione ideologica spesso richiede una comunione d’intenti, anche un certo dogmatismo nel seguire alcuni pensieri ed idee della società. Urano nel segno individualista per eccellenza (Ariete), abbatte tutte le spinte collettiviste ed ecco che spunta il problema immigrazione e dei confini, il tutti contro tutti, la critica contro una politica piramidale e verticistica, lo vediamo con la nascita dei partiti euroscettici, contro l’elefantiaca, burocratica e verticistica Unione europea ed oltre agli eventi già accennati precedentemente (Brexit, Trump, crollo di Renzi e nuovo governo populista in Italia), possiamo aggiungere il referendum greco e la poca solidarietà dei paesi europei verso la difficile situazione economica dell’Europa, l’ascesa politica e la presa di potere di personaggi tradizionali ma completamente contrari ad istituzioni accentratrici come l’UE (Orban in Ungheria) e la fine dell’unipolarismo americano in campo economico (il petroyuan, gli accordi commerciali Russia-Cina, la stessa ascesa della Cina e dell’oriente come nuovo baricentro del potere mondiale futuro) o militare (la crisi siriana e la leadership diplomatica della Russia).

Sempre nella politica italiana Urano in Ariete ha accentuato le spinte individualistiche del m5s, il suo “mai con nessuno, nessuna alleanza ecc.”, posizioni mitigate solamente con Urano in Toro.

Sono stati sette anni senza un vero e proprio centro di gravità permanente, ma fondamentali per una certa fuga dal centro e da spinte accentratrici e piramidali che alla fine del ciclo Urano-Ariete, si sono rese obsolete ed impraticabili. Era scontato che le ideologie fuoriuscissero dalla politica definitivamente proprio con Urano in Ariete, ideologie che riescono ad unire masse di persone verso un unico scopo, che hanno obiettivi collettivi, che hanno spesso una visione transnazionale (il comunismo come il cristianesimo ha avuto sempre obiettivi mondiali, ovvero di evangelizzare e diffondere in tutto il mondo la propria ideologia). L’entrata definitiva di Urano nell’individualista Ariete avvenne in maniera quasi sincronica con una fissione (separazione) nucleare a Fukushima, in Giappone, la dove sorge il sole, l’estremo Oriente.

Porta caos, spinte individualiste e poca comunanza e diplomazia, ma porta anche più praticità ed un forte scollamento da forti autorità accentratrici ed oppressive, almeno da un punto di vista di appoggio della coscienza collettiva, infatti i vari centri di potere hanno perso il monopolio nella creazione di etats d’esprit e nell’influenzare le opinioni. Il popolo in questi ultimi anni ha votato ed ha agito (quasi per dispetto) in maniera opposta da come ordinavano i mass-media, ha capito molti dei trucchetti insiti nella comunicazione mainstream e se è vero che è stato il periodo del “chi fa da se fa per tre”, in cui si è mostrata la falsa comunanza dell’UE dove pochi comandano e la maggioranza viene vessata, è stato comunque un periodo certamente povero da un punto di vista di consapevolezza spirituale, ricco invece per una consapevolezza civica e politica.

Nel primo articolo del 2017 che trovate cliccando qui, grazie all’illuminante analisi dell’astrologo Austin Coppock, avevamo parlato della congiunzione Saturno-Plutone che sta per arrivare alla sua fase finale durata 33 anni (quindi iniziata nel 1982) e che nella sua fase finale si svolge nel segno del potere, ovvero del Capricorno, segno in cui Saturno è entrato nel dicembre del 2017, intorno al solstizio invernale ed in cui transiterà fino al 2020. Qui Saturno, segno della conservazione, della morte, del razionalismo, della rinuncia, della perseveranza, trova il suo domicilio primario, rappresenta il re che conquista il suo trono o riprendendo una metafora televisiva “winter is coming”. Saturno entra nel solstizio invernale del 2017 in Capricorno segno invernale. E’ tempo di preservare ciò che è rimasto, preparare il campo, proteggere e rinunciare, prima dell’attacco finale. In questo ciclo Saturno con Plutone (anche questo pianeta guarda caso transita nel segno del Capricorno dal 2008 ed avendo tempi più lunghi lascerà questo segno solamente nel 2024) sono in congiunzione e quando questi segni sono congiunti, come ho spiegato nell’articolo del 2017, vi saranno periodi di maggior accentramento di potere, mentre l'opposizione porta invece ad una decentralizzazione.

Questo ciclo di congiunzione tra Plutone e Saturno è iniziato nel 1982 ed ha avuto un accentrarsi del potere di organismi sovranazionali come multinazionali ed organismi come la Ue a scapito delle nazioni, crisi del welfare e globalizzazione neoliberista. Questo ciclo sta arrivando alla sua fase finale e proprio per questo motivo che in questi ultimi anni vediamo scontrarsi sovranismo vs globalismo in maniera sempre più evidente.

Naturalmente non è un caso che proprio in dirittura finale ci sia l’emergere di temi “oscuri” e l’uso di parole quali “nazista”, “fascista”, questo anche perché alcune configurazioni guarda caso sono “speculari”, non simili, a quelle degli anni 30 e 40, il ciclo Saturno-Plutone in congiunzione mette alla luce gli accentratori, gli affamati di potere, radicalizza le posizioni ed anche le azioni, è tempo di personaggi forti che generano reazioni estreme. E’ un periodo quindi di figure politiche forti in tutti gli schieramenti. Come alcuni studi astrologici e non, lasciano prevedere, questa situazione cambierà o almeno si mitigherà fortemente solamente ad inizio del prossimo decennio.

L’attuale governo lega-movimento 5 stelle nasce proprio alle fine di questo insieme di cicli (tra cui quello Giove-Saturno in segni di terra, di 200 anni che come spiegato sempre in questo articolo qui, si concluderà nel 2020) e il suo grande (almeno iniziale) successo, lo deve ad una serie di fattori che ora analizzeremo.
La triade governativa, con Conte mediatore tra gli opposti. Pensate anche ad una analogia religiosa ed avrete delle sorprese

Una cosa si può dire obiettivamente, questo è il governo uscito dalle urne con il più largo consenso da almeno il 1987, per la prima volta dagli anni 80 si raggiunge un consenso che supera la metà degli elettori italiani (più del 50% e stando agli attuali sondaggi anche più del 60%) anche perché dall’inizio della seconda repubblica in poi, quindi dall’inizio degli anni 90, venne cambiata la legge elettorale in senso maggioritario, quindi tralasciando gli inciuci sotterranei, erano governi senza alleanze esterne, infatti fino al 2011 abbiamo avuto governi di centrodestra alternati da governi di centrosinistra ed anche quando la stella di Berlusconi era al massimo, egli non riuscì mai a raggiungere il 50%, si riuscì a sfiorare questo risultato nel 2001 dove tutta la coalizione del centro destra con i suoi tantissimi partiti e con il ritorno della lega nord all’ovile, tutti insieme raggiungevano il 49%, da lì in poi abbiamo avuto governi con una maggioranza sempre in discesa fino all’ascesa dei governi tecnici non votati, del proporzionale e dell’inciucio come unico metodo di governo stabile e con maggioranza, quindi sicuramente quello che è successo con la formazione del governo a maggio e l’entusiasmo che si è portato avanti, non si vedeva dal 1994, anno dell’inizio dell’era berlusconiana. Se diamo un giudizio neutro senza tifo politico naturalmente, tutti sono concordi che il 1994 fu l’elezione che inaugurò ufficialmente la seconda repubblica e nel bene e nel male venne presa con entusiasmo dai milioni di elettori che avevano votato Berlusconi perché sapevano che le cose sarebbero cambiate, anche i suoi nemici ed avversari non poterono non notare che la vittoria di Berlusconi rappresentava un qualcosa di nuovo ed un taglio verso la prima repubblica, una nuova idea di politica, di “rappresentazione” politica, di crollo di categorie, chi aveva votato il “polo delle libertà” era eccitato perché a suo dire mandava a casa la vecchia casta, i vecchi parrucconi che da quasi 50 anni infestavano la politica, nel bene e nel male era un nuovo mondo e quindi tutti in modo ottimista o in modo pessimista erano eccitati, inorriditi o sorpresi dal risultato, certamente era impossibile avere reazioni tiepide. Ecco la formazione del nuovo governo ha un impatto emozionale che non si vedeva dal 1994 e risultati di consenso che non si vedevano dalla fine degli anni 80.

Perchè tutto questo entusiasmo, come mai assistiamo ad una specie di incantesimo che sembra essersi rotto dove milioni di persone improvvisamente assumono orgoglio nazionale e patriottico e si dicono fieri di essere italiani? Come mai un atteggiamento del genere in una nazione famosa nel piangersi addosso e nel gettarsi sempre merda vedendo l’erba del vicino sempre più verde? L’Italia non è mai stata la Francia parlando di “patriottismo” ed amor proprio. Come mai un atteggiamento del genere in poco tempo? Come mai milioni di persone improvvisamente dopo lunghi anni di apatia ritornano entusiasti a parlare di politica? Come mai dall’altra parte della barricata si vede un odio verso una controparte politica che non si vedeva dai tempi del berlusca, questa volta amplificato dai media tutti contro? Un primo punto da sottolineare è che il governo lega-5 stelle rappresenta da un certo punto di vista la fine e l’inizio di un primo macro-ciclo della nazione Italia o senza andare su cicli così lunghi, la fine almeno di un primo ciclo nato con la nascita della repubblica ( a fine anni ‘40 del novecento) ed il ripudio della monarchia fino ai nostri giorni, quindi un ciclo della durata di 70 anni o poco più. Questa cifra mi fa venire in mente un ciclo che gli esoteristi e gli studiosi di cicli storici conoscono bene, ovvero quello di 72 anni.
Igor Sibaldi

Prendo una citazione di Igor Sibaldi tratto dall’articolo di civiltascomparse intitolato appunto “72” che è molto profetico nell’inquadrare un ciclo (tralasciando la sola situazione italiana) che vedrà il suo culmine per lo studioso, guarda caso negli anni 2012-2018:



Dunque, un anno della civiltà è 72 anni dei nostri, ogni 72 anni si ripete la situazione di 72 anni prima...


...72 anni dopo (la rivoluzione francese, aggiunta mia personale), 1862-1868, [in quest’arco di tempo] due stati han cominciato a darsi da fare in Europa, nella civiltà occidentale, e uno nelle Americhe, gli Stati Uniti. Che cosa han fatto? Hanno rivoluzionato tutto quanto. Gli stati del nord, 1864 in America, han detto “cambiamo tutto”, gli stati del sud han detto “no, restiamo come prima.” Chi ha vinto? Era inevitabile, in quel periodo di ribellione, hanno stravinto gli stati del nord, hanno schiacciato gli stati della confederazione [del sud] e s’è cambiata la storia di un paese.


In Europa quali stati stavano pigliando la stessa iniziativa? La Prussia e il Piemonte. Il piccolo stato del Piemonte, in quel periodo, stava dicendo: “ma se io metto su, non una ribellione, [bensì] un “Risorgimento”, comincio a far fuori tutti.” Tutti gli stati un po’ arretrati, che non si ribellano […] Per cui lo stato delle Due Sicilie dice: “no, noi siamo fedeli al passato”: distrutto, lo Stato Della Chiesa: distrutto, tutte le varie repubbliche, tutte quante fatte fuori, l’Austria, legata al passato: distrutta, sconfitta in quel periodo. Perchè? Perchè era il periodo delle ribellioni.

1934-1940 [72 anni dopo], chi si è ribellato questa volta? Uno stato solo, purtroppo: l’America, che proprio in quel periodo ha fatto il New Deal; cosa vuol dire il New Deal? “Cambiamo tutto quanto, non funzionava il modello economico precedente, lo cambiamo del tutto.” E’ stato l’unico (stato) a trovarsi nel momento giusto nella condizione giusta. Gli altri stati europei, purtroppo, hanno perso completamente quel treno lì, l’Italia era ferma, la Germania era ferma: venivano dal periodo precedente, quello dei sei anni precedenti, che si chiama “il periodo delle dominazioni”, il periodo in cui cominciano sempre le dittature, cominciano sempre i capi, in America Roosevelt, in Europa Hitler, in Russia Stalin. Nel periodo appena concluso, si richiedeva alle cellule della civiltà occidentale di ribellarsi, cambiare, scuotere di dosso il vecchio, per affrontare il periodo che comincia quest’anno [72 anni prima, l’inizio della Seconda Guerra Mondiale], 2012-2018, il periodo del “non si può più aiutare nessuno.”




Per Igor Sibaldi il post 2018 dovrebbe far seguito ad un periodo di 6 anni dove si raggiungerà la massima tensione e per lui solamente negli anni 30 o 40 del nuovo millennio dovremo vedere qualcosa di davvero nuovo e positivo.

Quindi da un punto di vista astrologico siamo agli inizi e alla fine di importanti cicli, da un punto di vista puramente di studio ciclologico storico siamo in sincronia con importanti periodi storici, tralasciando comunque per ora il discorso ciclico, il vero successo dell’alleanza lega-m5s rimane il loro incarnare e rappresentare perfettamente l’unione degli opposti, il simbolo del tao trasposto in maniera politica:

  • la lega rappresenta il nord (anche per le sue origini), il movimento 5 stelle il sud (questo anche nell’analisi elettorale del voto, anche al di fuori della contrapposizione tra i due partiti al governo, molti dicono che la vittoria dei 5 stelle è dovuta al sud che vuole il reddito di cittadinanza e quindi politiche assistenzialiste “opposte” ai più nordici e meno assistenzialisti leghisti, cosa non completamente vera anche numeri alla mano, ma come già detto in passato, gli archetipi e gli stereotipi, le analisi sommarie, la cosiddetta “chiacchiera da bar” spesso ci da un significato più profondo, simbolico dell’evento, ci indica l’umore della coscienza collettiva).
  • La lega rappresenta la destra (è nella sua storia), il movimento 5 stelle la sinistra (nei temi e nell’elettorato che mira a conquistare)
  • la lega rappresenta la tradizione che vuole ergersi nel caos attuale (anche nelle teorie economiche, nel preservare le tradizioni religiose e linguistiche, in uno dei suoi punti principali che è stata sempre la lotta contro l’immigrazione clandestina, quindi contro lo straniero non in regola che entra nella nostra nazione, il nuovo, il diverso ecc.), il m5s rappresenta ideali acquariani, il nuovo zeitgeist più liquido, meno ideologico e più innovativo ed ha nuove idee di economia (decrescita, fine del lavoro salariato, reddito universale, democrazia rappresentativa ecc.)



Si potrebbero fare molti altri esempi di questa unione di opposti ma ciò che meraviglia e crea tanta fiducia in molte persone è proprio la voglia di creare una sintesi tra il meglio che vi è a destra e il meglio che vi è a sinistra, è qualcosa di anomalo in Italia che ripeto (senza dare giudizi buono o cattivo) non si vedeva dalla creazione della Costituzione (quando partiti opposti si unirono per fondare l’Italia repubblicana), infatti indipendentemente se questo governo sarà trionfante o una catastrofe, per la prima volta dopo tanto tempo, partiti opposti si uniscono per creare un qualcosa di nuovo che non sia più legato a concetti quali ristrettezza e rispetto di regole a noi imposte. In Italia esperimenti di unione tra opposti, non come semplice inciucio per magari imporre diktat europei o di altro tipo, ma come progetto per creare qualcosa di nuovo unendo le proprie idee, sono sempre falliti (tranne nell’immediato dopoguerra mondiale, come accennato, per la creazione della costituzione e dell’Italia repubblicana), questo fallimento è avvenuto sia per via della sudditanza estera e sia per la stagione delle stragi, quindi indubbiamente tutti ostili al governo o meno sanno che è cambiato qualcosa e che questo governo per molti è visto come l’ultima occasione o forse l’ultima illusione possibile.

Per ora vediamo molte somiglianze con il governo Trump sia nell’atteggiamento unilaterale ed ostile dei media, nell’uso (da parte di Salvini soprattutto) di un linguaggio forte, delle accuse di razzismo, del cambio delle politiche migratorie, dell’accenno al populismo, degli avversari visti come radical chic.

Se la vittoria di Trump fu il tonfo definitivo alla credibilità dei media (qualcosa che in futuro sarà ricordato come un nuovo muro di Berlino, vi rimando sempre al mio articolo sulla vittoria di Trump), in Italia la demolizione dei media è cominciata molto prima, dal 2013, con la vittoria “non televisiva” dell’m5s che in quel periodo molto più intransigente di oggi, evitava le apparizioni televisive, i manifesti pubblicitari ed elettorali (cosa riguardo questi ultimi che a grandi linee rimane tutt’oggi) e nonostante tutto si affermò come il primo partito italiano. La rivoluzione non sarà televisiva. Eventi epocali avvengono sottotraccia senza testimonianza ed eco del mainstream intento a preservare il vecchio ordine.

Come detto varie volte in passato, l’Italia è da sempre un laboratorio di sperimentazione, una coscienza collettiva che per la sua storia e la sua localizzazione ha anticipato la politica futura.

Ritornando alle assonanze con il governo presieduto da Trump, ricordiamo ad esempio che dopo l’elezione di Trump, cosa davvero insolita in contesto statunitense, molti scesero in piazza a protestare e molte furono le iniziative contro le sue politiche (e continuano tutt’oggi), in Italia abbiamo la nostra versione con il gesto delle magliette rosse e il Michael Moore nostrano in piena discesa di credibilità che è Saviano (che cerca di agitare le folle verso un’insurrezione), un parallelismo davvero inquietante. Abbiamo la nostra CNN (il gruppo Espresso-La Repubblica), ed abbiamo esponenti di governo che come nell’amministrazione Trump vengono accusati di ambiguità ed affiliazione ai poteri forti, vi sono le stesse idee sulle politiche riguardo l’immigrazione (confini chiusi-muro al confine del Messico vs porti chiusi) e sull’economia-politica (protezionismo e nazionalismo, ambiguità sul rispetto dei trattati internazionali).

Molti personaggi creduti come casti e illibati difendono l’indifendibile e persone che credevamo cattive si dimostrano con maggior buon senso. Tutti contro tutti, in un etichettare fascista e razzista chiunque sia contrario e all’opposto “servo dei poteri forti” o “piddino” chiunque sia contrario all’azione del governo. Mai il dibattito, persino in ambienti più neutri e monotematici come quello complottista, si è fatto così forte e acceso verso un governo, persino ai tempi di Berlusconi, infatti il forte odio che quest’ultimo generava nella controparte, era mitigato da metà dei media che lo difendevano, cosa che ha sempre evitato lo scontro sociale. Da una parte i complottisti duri e puri, quelli che vedono ogni manifestazione del mainstream o che abbia una certa visibilità come retta da una cabala del male a cui nulla e nessuno può opporsi e che parlano di continua presa per il culo, altri che difendono il governo ed altri ancora più cauti che stanno a vedere.

Tralasciando il governo, in ogni campo della nostra cultura e società si sta arrivando ad una resa dei conti, non si tratta della semplice distruzione del vecchio mondo, se Apocalisse vuol dire “rivelazione” allora logicamente essa porterà trasparenza nelle azioni, per questo ora i fatti del mondo (dopo il caos terribile degli scorsi anni) diventano un minimo più chiari. Quando i lupi si tolgono la maschera di agnello, non esistono più le mezze misure, ognuno è esposto nell’arena pubblica, “c’è chi sarà preso e chi sarà lasciato”. E’ il tempo delle opinioni estreme, perché sono tempi estremi in cui più che la verità, la realtà ti viene addosso ed è impossibile rimanere indifferenti, quindi ognuno sarà scoperto (qualcosa che ho sperimentato a livello personale a partire dal 2012), sarà la versione in grande di ciò che avvenne nel post seconda guerra mondiale, dove svelati gli orrori del fascismo e nazismo, i pochi che rimarranno coerenti, continueranno a difendere quel vecchio mondo, pagando la loro coerenza con la lapidazione pubblica, mentre il resto cercando di mimetizzarsi, se non opererà un lavoro di comprensione diventerà insignificante e isolato da tutto, si troveranno in un mondo nuovo e diverso in cui dovranno ricostruire nuovamente la propria condizione nel mondo (non solo dal punto di vista economico), anche per questo dapprima ci sarà rabbia ed odio e finito tutto chi non ce la farà si autodistruggerà.

Il mio non è un discorso puramente politico ed economico, vorrei fosse così, magari, mi troverei in vantaggio, anche perché quando gli adorati da molti Borghi e Bagnai ad inizio 2000 parlavano bene dell’euro, io ero invece strasicuro che sarebbe stata una moneta che ci avrebbe impoverito. Leggevo libri che prevedevano l’11 settembre anni prima di quando in effetti si fosse realizzato ed infatti quando avvenne, vista la messa in scena hollywoodiana e catastrofista, fui inorridito e a bocca aperta come tutti, ma assolutamente non sorpreso, anzi ricordo che dicevo “ecco qui, è avvenuto” e i miei genitori a dirmi “avevi ragione tu”, non perché avevo previsto l’11 settembre, ma perché avevo sempre discusso che eventi simili potessero avvenire per direzionare l’opinione pubblica verso una società del controllo e con meno libertà. Ricordo che prima della grande crisi economica mondiale del 2008, leggevo continuamente articoli economici per capire quando potesse scoppiare. Dai vari articoli letti e dai vari analisti seri (non quelli del sole 24ore) ero sicurissimo che sarebbe avvenuta nel 2006, sbagliai di pochi anni. Sapevo anche che c’era la volontà di creare la guerra mondiale, ma proprio dal 2008 abbandonai l’atteggiamento da complottista duro e puro e capì che c’erano altre forze in gioco, negative o positive non si sa, ma che andavano contro comunque l’nwo ed oltretutto la realtà non poteva analizzarsi con semplici categorie di nero e bianco ed oggi nei circuiti di informazione si discute tanto di questo.

Potrei fare esempi numerosi, ma prima che qualcuno dica che me la stia tirando, non è affatto così, perché tutto questo elenco che ho fatto, questa sintesi delle mie previsioni e dei canali privilegiati a cui avevo accesso, mi hanno reso una persona con una forte conoscenza in alcuni ambiti ma non una persona migliore. Sono una persona con enormi difetti, come tutti sicuramente, ma da diversi anni a questa parte mi riesce impossibile mettere quei difetti in un cassetto, perché viviamo l’era della trasparenza. Tutto questo per dire che se la cosiddetta apocalisse riguardasse solamente fatti geopolitici, economici, storici ed altro sarei felice, avrei qualche vantaggio perché non ho mai avuto atteggiamenti dogmatici tipici dei seguaci del mainstream e dei complottisti puri, ho abbandonato tante convinzioni in vita mia e sono fiero di non essere stato sempre dalla parte di una barricata, perché il mio pensiero è un work in progress. L’apocalisse riguarderà e riguarda già soprattutto la nostra psiche, quella è la battaglia più grossa da combattere, con noi stessi e tralasciando chi patetico è legato al vecchio mondo, segue i baroni dell’informazione ufficiale ecc., loro do per scontato che certi processi non possono comprenderli, a me spesso danno più fastidio i complottisti dury e pury (come scriveva qualcuno), quelli sempre pronti a giudicare e mai a giudicarsi, ad ergersi a di sopra degli altri, l’immagine speculare dell’elite che vorrebbero avversare. Come in alto così in basso, non dimentichiamolo mai. Ciò che succede nel piccolo, in una dimensione più ristretta é simile a ciò che succede in alto con una magnitudine e scopi molto più grandi. Non bisogna dare per scontato assolutamente nulla, perché ciò che credevamo sicuro e solido o una persona che ritenevamo affidabile, può facilmente rivelarsi il contrario.

La nostra civiltà ha sempre basato tutto sugli scontri. Quelli che molti chiamano potere o elite ha sempre preso come riferimento a partire dall’ottocento la dialettica hegeliana, il tesi Vs antitesi = sintesi, un ragionamento che se usato per il bene porterebbe molti vantaggi, ma che da pochi è stato utilizzato per aizzare il dividi et impera per creare così lo scopo che si erano prefissato.

Senza andare troppo nel personale, cosa si deve intendere per cambio traumatico della psiche e delle convinzioni? E’ successo mai qualcosa di simile in passato? Certo gli esempi sono numerosi e ho accennato tante volte al crollo del fascismo e a persone fasciste che morto Mussolini si sono trovate in un mondo completamente opposto a quello in cui credevano, fortemente ostile alla loro visione. La magnitudine ai nostri tempi sarà più grande e vi sono molti esempi attuali, basti pensare ai comunisti divenuti una invisibile presenza politica che sopravvive soprattutto in qualche giovane idealista o in qualche nostalgico, visto che una gran parte è traghettata verso il centrosinistra (ma non solo, vi sono persino ex comunisti che votano 5 stelle e lega, diciamo quelli più influenti sono in area centrosinistra) finendo per appoggiare quelle politiche che il comunismo diceva di combattere. Fino agli anni 90 il comunismo prendeva ancora gli ultimi rimasugli ed ancora poteva godere dell’eco del grande crollo di inizio anni 90. In Italia avevamo rifondazione comunista che sfiorava il 10% nel suo periodo più florido ed in modo speculare al ruolo della lega nel centrodestra, era l’ago della bilancia dei vari governi di centrosinistra, ovvero l’epoca di Prodi, senza il loro appoggio il governo infatti crollava (come successo con la caduta del governo Prodi nel 1998 proprio a causa del ritiro della fiducia da parte di RFC). Insomma era un partito che godeva di qualche milione di voti, traguardo oggi impossibile.

Mentre ora tutti gridano alle aperture delle frontiere e la lotta si riduce ad uno sterile e obsoleto dibattito sui diritti civili, i comunisti a fine anni 90 ed inizio 2000 ancora discutevano di sovranità, di monopolio ed oligopolio della produzione, di new economy ed appoggiavano ed erano fortemente in sintonia con i No Global, che ebbero un forte eco e persino una parte della stampa dalla loro parte oltre ad un libro bestseller internazionale: “no logo” di Naomi Klein.

Il gruppo di estrema sinistra Rage Against the machine, tra i più amati gruppi rock della seconda metà dei ‘90 fece persino un video sulla “battaglia di Seattle”, ovvero la manifestazione contro il WTO del 1999 che mise in luce nel mainstream questo movimento. Erano tempi diversi dove la sinistra alternativa aveva ancora una minima rappresentanza parlamentare e riusciva comunque a dimostrarsi davvero alternativa allo status quo e soprattutto a prevedere pericolosi zeitgeist futuri (il neoliberismo promosso dal WTO e tutta la deriva totalitaria dei rapporti sociali ridotti a commercio), ma la storia li aveva comunque distrutti e stavano semplicemente raccogliendo le ultime briciole ed echi storici, e ciò faceva si che molti di loro trasformassero le loro battaglie in una sterile difesa dei diritti civili come punto più esposto del loro zeitgeist morto (fenomeno di questi ultimi anni soprattutto), oltretutto fuori tempo massimo, visto che persino in tv, nei cinema e nelle pubblicità fanno opere di sensibilizzazione a favore della diversità, essendo una cosa accettata e vista come giusta persino dalla destra che deve scegliere le parole giuste, persino i vecchi fascisti non si permetterebbero mai di dire che l’omosessualità è una malattia, poteva capitare ad inizio anni 2000, oggi chiunque affermasse ciò avrebbe la carriera politica (e anche non politica) distrutta. Quel rimasuglio che di ideologico oramai non ha più nulla e che si è svuotato della lotta dei diritti primari, è stato risucchiato dallo zeitgeist neoliberista ed ugualitario del politically correct, riducendo il concetto di uguaglianza a “renderci tutti uguali” e la lotta politica al “basta che la destra non va al governo”. Stiamo parlando naturalmente di zeitgeist e non di quei pochi politici che ancora si dichiarano comunisti che tentano un certo approccio con questa materia, non rendendosi conto che il loro tempo è finito, a differenza invece di “comunisti” che si tengono ben lontano sia dai tentativi parlamentari inutili che dal centrosinistra attuale e loro avranno con sorpresa un futuro sicuramente più radioso, dove vedranno battaglie che loro proclamavano da decenni, vinte da gente che hanno sempre detestato, perché l’apocalisse è così, imprevedibile, capovolge tutto.

Ricordo che a fine anni 90, inizio 2000, quando cominciavo per la prima volta ad addentrarmi nell’informazione alternativa più oscura, mi appassionavo molto anche ai cosiddetti alternativi più mainstream, come Beppe Grillo, che dopo un periodo di silenzio ed oscurità si preparava ad emergere per almeno un decennio come voce dissidente degli italiani, fino alla imprevedibile (in quei tempi) sua discesa politica, con spettacoli che facevano il sold out, con personaggi dello spettacolo, economisti ed altre persone che di nascosto andavano da lui per chiedere consigli (fu lui a prevedere e per questo ad essere sentito anche dai magistrati, il crac parmalat), che ospitava Alex Zanotelli, personaggio che per un brevissimo periodo seguivo con passione perché raccontava l’Africa più vera e per pochi mesi ho persino pensato di andare con qualche associazione umanitaria per qualche anno in Africa, o magari con Greenpeace (a salvaguardare l’ambiente), perché era inammissibile che un continente fosse sfruttato e morente, che ancora una parte dell’umanità dovesse soffrire così. Che tempi! Zanotelli, un personaggio che non riuscirei più a seguire attualmente, niente di personale assolutamente, ma è parte e viene usato o meno (controvoglia o meno) di quel sentire e di quella buona parte dei personaggi della Chiesa, sempre primi a diffondere lo spirito di carità e mai a proporre soluzioni lontane dal pietismo e dal mito razzista (questo si) del “buon selvaggio” da mantenere e coccolare e a cui fare semplicemente carità.

Ricordo che (anche se in un periodo successivo, dal pre-youtube alla sua nascita) guardavo e riguardavo con orrore le immagini delle proteste contro il g8 di Genova del 2001, il giorno in cui morì il movimento no global e la sinistra italiana. Il 2001 più in generale è stato l’anno dove questa visione transumana, neoliberista, questo virus ha preso possesso persino delle menti più vitali della società, l’11 settembre è stato l’evento simbolo e più rumoroso, ma non l’unico. Da lì in poi nel mainstream ogni battaglia per il benessere collettivo è stata distrutta dall’avanzare del Moloch e la sinistra intesa in senso classico è stata mantenuta viva e vitale solo grazie ad un personaggio come Berlusconi.

Ed ecco qui che tutto questo movimento di persone che una volta erano i più duri oppositori dello status quo, ora sono i più strenui difensori di un cadavere che si cerca di tenere in vita, durato 70 anni, l’epoca del risaputo storico, vitale almeno fino agli anni 70, una visione di vita andata avanti come discusso varie volte, per nostalgia, celebrazioni, in ciò aiutati anche dall’avvento del digitale che ha allungato sconsiderevolmente un sistema sovraesposto, risaputo, con strade e piste continuamente battute.

Se tutti hanno paura del nuovo che avanza, nel mainstream, paradossalmente quelli che appaiono come buoni che possono essere visti in Italia come i cosiddetti amanti dell’uguaglianza a tutti i costi, il centrosinistra ed anche la destra tradizionale, sono quelli che più tengono in vita uno zombie che se distrutto farebbe crollare non solo le impalcature degli ultimi 70 anni, ma come un effetto domino verrebbe giù tutta l’impalcatura millenaria, quel virus che infetta l’umanità da troppo tempo, anche questo è uno dei motivi del perché mai nella storia italiana un governo è stato così osteggiato dalla totalità dei media, accusato di nazismo, fascismo, di essere stato eletto da ignoranti, per questo economisti di fama mondiale e in Italia diversi giornalisti (cosa inimmaginabile fino a qualche anno fa), propongono il voto solamente per pochi e non per gli ignoranti (ignorante poi in base a quale saggio criterio lo sanno solo loro), ricordiamo tutti le parole di Scalfari, dell’oligarchia illuminata terrorizzata da cosa può significare la brexit, l’alt right che appoggia Trump ecc., ma anche in questi giorni le dichiarazioni fioccano, si propongono persino droghe per chi viene dichiarato razzista e populista, per fargli cambiare idea. Qui c’è terrore e disperazione, c’è lo stesso atteggiamento dei nazisti che criminalizzavano i loro avversari dichiarandoli come inumani. Molti dimenticano che gli stessi nazisti godevano di simpatie ed appoggi che oggi non crederemo (da Inghilterra ed USA erano molti gli estimatori ed i finanziatori di Mussolini ed Hitler, basti pensare Churchill), come detto anche in quel periodo molti credevano di essere dalla parte giusta della storia e nessuno pensava a cosa si sarebbe verificato in futuro.

E si ritorna ad inizio articolo, perché per quanto in alcuni punti può sembrare, questo non è un articolo politico, come detto il governo pentaleghista non è l’alba nuova (ed all’interno ha personaggi effettivamente razzisti ed ambigui) e non per forza porterà benessere e prosperità al nostro popolo, semplicemente è l’unica miccia che può distruggere il sistema zombie italiano, un sistema inumano che è andato oltre il suo limite di vita. I loro simili in campo politico possono fare lo stesso a livello mondiale.

Distrutto tutto, non per forza verrà qualcosa di migliore, ma i morti devono essere lasciati riposare, altrimenti ciò che emergerà sarà solamente il transumanesimo spinto con conseguente fine dell’umanità, quello che già stanno sperimentando in città feudali-schiaviste high tech come Dubai che è il futuro distopico che aspetta l’umanità se non cambiamo rotta. Lasciate stare i lustrini e le luci sgargianti, guardate qualche video di persone che hanno avuto esperienza di lavoro in quei luoghi.

Se tutto andrà bene le parti più illuminate del pentaleghismo e degli altri movimenti che nel mondo si avvicinano a spunti cosiddetti populisti, riusciranno a cooptarsi e a togliere dalla voglia di scontro sociale e di guerra la parte più illuminata ed ammaestrata dal mainstream del cosiddetto centrosinistra e centrodestra tradizionale o dai liberisti, unendo il meglio che ognuno ha, distruggendo la servitù millenaria, fondando la vera uguaglianza e cominciando finalmente a vivere e non recitare. Ancora nessuno sa cosa è l’essere umano, sarebbe ora di cominciare a scoprirlo ed uscire dal trauma e dalla vittimizzazione e dalla bipolarità che ci portiamo avanti da millenni.