Charles Manson riprese la tradizione dei vari guru
occidentali, ovvero la capacità di riuscire a trascendere la limitata,
utilitaristica identità sociale, per scoprire un SE superiore, un modo più
autentico di essere. Per Crowley l’obiettivo ad esempio era raggiungere la
comunione con il proprio Santo Angelo Custode, mentre per Gurdjieff,
l’obiettivo era disciplinare la mente, così da risvegliarla dal suo stato di
schiavitù robotico abitudinario. Per Gurdjeff, un essere pienamente cosciente
era impossibile che potesse fare del male e molti si scordano come uno dei
motti principali di Crowley (e meno citati) è “L’amore è legge, amore sotto la
volontà”. Peccato che successivamente vari guru rendano potenzialmente
pericolosi questi insegnamenti, dandogli un vestito diverso da quello
originario.
Alla base di Dianetics (Scientology) e del culto di
Manson vi era l’idea che la mente può essere manipolata come un nastro
magnetico e quindi riavvolta, cancellata e infine ri-registrata come un nuovo
programma.
Nel suo libro dedicato alla family, lo scrittore Ed Sanders afferma che questa credenza era una
cosa comune nei culti più sinistri degli anni ’60 e non è un caso che l’infame
progetto governativo MK-ULTRA (sul controllo mentale), sia nato tra gli anni cinquanta
e sessanta, mostrando una sorta di legame sotterraneo (almeno ideologico) tra
alcuni membri delle sottoculture più deleterie ed alcuni progetti
paragovernativi.
Lo scopo di Manson ed altri gruppi similari era quello
di abbattere la mente attraverso il dolore, la persuasione, la droga e la
ripetizione di ordini, mantra ecc., secondo i desideri del culto. Come capita
spesso in questi casi, scopi nobili,
metodi infami.
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William Burroughs |
E’ interessante notare che stesso William Burroughs
nei primi anni sessanta, divenne ossessionato sia dal processo di auditing di
Dianetics ed anche dal potenziale (allora nuovo e sovversivo) della
registrazione su nastro. Come abbiamo già visto, Burroughs era un vero e
proprio pioniere, intenditore ed amante di idee insolite ed in anticipo nel
futuro, questo anche grazie ad alcuni suoi studi e passioni, ad esempio esplorò
ed apprezzò il libro “semantica generale” dell’ingegnere filosofo Alfred Korzybski
(che in sintesi affermava come l’uomo non poteva avere un’esperienza diretta
con il mondo, l’umanità poteva sperimentare la realtà solo tramite astrazioni)
ed oltretutto Burroughs era anche uno dei sostenitori delle eretiche teorie
dell’orgone di Wilhelm Reich, che tanto sconvolsero il mondo scientifico e
soprattutto il mondo della psicologia che tanta stima nutriva in Reich prima
del suo cambio di marcia.
Le circostanze precise della scoperta di Scientology
da parte di Burroughs non sono note, ma ad un certo punto ha incontrato John
Starr Cooke e sua moglie in un ristorante a Tangeri. Cooke personaggio a suo
modo affascinante, che intraprese un viaggio nel mondo solo perché gli fu
ordinato da una tavoletta Ouija (quelle usate per parlare con gli spiriti) e
disegnatore di tre mazzi di Tarocchi acclamati. I coniugi Cooke erano anche
figure significative nella “chiesa primitiva” di Scientology, infatti Cooke
aveva la fama di essere stato uno dei primi “Clear”, uno dei primi ad aver
sperimentato con successo la tecnica Scientology ed eliminato gli Engram. Vista
l’ossessione-paura di Burroughs per il controllo, l’eliminazione degli engram
divenne anche per lui un altro sistema di controllo da abbattere. Infatti la
sua trilogia di libri di inizio anni sessanta, con l’utilizzo della tecnica
letteraria stilistica di cut-up, The Soft
Machine, The Ticket That Exploded, Nova Express, presero ispirazione
proprio da Scientology.
In questo periodo Burroughs era ossessionato nel
vedere il linguaggio come una sorta di virus che aveva colonizzato la coscienza
umana e lui associò questa idea anche con i sistemi di controllo dei calendari
Maya ed il sistema di controllo operato dai Media.
Nello stesso modo in cui Scientology propone di
cancellare gli engram psichicamente dannosi con un’operazione di riavvolgimento
continuo, così Burroughs propose di attaccare il sistema di controllo sociale
tramite la ripetizione di certe immagini e parole, fino a quando esse avrebbero
perso il loro potere persuasivo, così da poterle eliminare per formare nuovi
anarchici accostamenti, da qui anche l’utilizzo della tecnica di troncamento di
parole, il cut-up.
L’occulto metodo di condizionamento, di abbattere la
mente tramite il dolore, la persuasione, la droga e la ripetizione di immagini
e parole, trovava una sintesi perfetta, nel progetto della CIA Mk Ultra, che
era in esecuzione contemporaneamente con gli esperimenti di Burroughs, di
Manson e di Scientology. Naturalmente non sto facendo un’analisi da
“complottista della domenica”, quindi è lontano da me voler fare un 1+1 in questo caso inesistente,
del tipo Burroughs = Mk Ultra (ma forse non c’era bisogno neanche di
specificarlo, siamo in un blog di sincronie e studi sul tempo), visto che la
ricerca dello scrittore è stata sempre trasparente, un work in progress in
continuo cambiamento e visto anche l’odio di Burroughs per ogni forma di
controllo.
Anche il progetto Mk-Ultra vedeva la mente come un
nastro magnetico che poteva essere riavvolto, cancellato e ri-registrato.
Comunque sia è impossibile non notare in quel periodo,
questa convergenza di idee, questo concentrarsi continuo sulla mente ed i suoi
limiti, pur se con scopi differenti:
Gli anni ‘60 furono anni un po’ pionieri in tutto ciò
che è post-moderno, anni in cui la parola inconscio cominciò ad essere
conosciuta da un ampio pubblico, anni in cui, anche se ad uno stadio iniziale,
si cominciò a sdoganare la violenza ed i lati oscuri dell’uomo, in cui nacque
l’era oscura dell’anima. A livello pop-culture non è un caso che fu proprio nel
1964 che fu trasmessa la prima puntata di un telefilm destinato a divenire un
cult (e negli anni 90 addirittura un successo cinematografico), sto parlando de
la famiglia Addams, in anticipo
decenni sul movimento dark, sulla parodia dell’oscuro, sull’oramai sdoganato ed
ultra acclamato stile gotico ed emo
portato al successo mainstream da Tim Burton.
Charles Manson entra a pieno in questo processo, non a
caso considerato da molti come il vaso di Pandora, l’uomo nero delle
controculture.
Charles Manson è il simbolo, colui che affossò tutto
il movimento controculturale degli anni 60, tutte quelle idee alternative,
tutto quel fermento anche spirituale:
negli anni 60 mosse i primi passi Carlos Castaneda ed
anche grazie ai Beatles vi fu una mania su tutto ciò che era esotico ed
orientale (Yoga, meditazione, l’ascesa degli Hare Krishna), processo iniziato
dall’arrivo del guru indiano Yogananda negli anni 50 in America (non a caso
ritratto insieme a Sri Yukteswar, guru dello stesso Yogananda, nella copertina
di Sgt Peppers). Tutto ciò stava portando l’umanità, per la prima volta nella
storia almeno da millenni, a togliere il potere di creare l’immaginario (che è
il patrimonio con cui l’umanità crea le sue credenze, la sua cultura e tutto
ciò che serve a fondare un gruppo, un movimento, una società) alla storia e
alle religioni, per consegnarlo ad una dimensione intima. Immaginate che
incredibile rivoluzione copernicana furono la fine degli anni cinquanta e gli
anni sessanta. Purtroppo abbiamo temporaneamente perso quell’occasione, perché
se è vero che parte della capacità di creare l’immaginario è stata tolta alle
religioni e alla dimensione storica creata dal “sistema”, la fine della storia
ed il collasso delle controculture, portò a partire dagli anni settanta al
semi-monopolio dei Media (tv in primis) nella creazione dell’immaginario,
soprattutto a partire dagli anni 80, ecco perché quel decennio (gli anni 80
appunto) crea in noi forte attrazione o forte repulsione, perché fu proprio in
quel periodo che tutto il nostro immaginario fu tolto dalla dimensione storica
e religiosa oramai superflua o troppo logorata (fine spinta propulsiva
ideologie, decadimento culturale delle novità, nichilismo, laicismo ecc.) per
essere traslato nei media ed è quel decennio che crea non a caso i nerd, o le
varie controculture non più organizzate su un’ideologia storica o su una
visione spirituale, ma per lo più su una passione (i metallari, i dark, i
cyberpunk, gli hardcore, i punkettoni, i patiti di fantascienza, i trekker, i
paninari, gli yuppies ecc.).
Questo argomento è molto affascinante, ma spero di
riparlarne in modo più approfondito nel futuro, cercando di concentrarmi sugli
anni 80, il decennio di plastica, il decennio in cui il materialismo ed il
consumismo diventano i valori principi e dominanti della realtà, ma anche il
decennio in cui il nuovo immaginario della pop culture domina la cultura
giovanile.
Continuando a parlare di ciò che covava nelle
controculture anni 60 e soprattutto tra i “mansoniani”, c’è da dire che quando
facciamo un’analisi storica, vediamo sempre tantissimi indizi ed eventi che
anticipano il futuro, briciole lasciate sulla strada per non farci smarrire,
certo purtroppo ce ne accorgeremo solamente a posteriori, un po’ il discorso
che feci parlando di un mio articolo che indirettamente anticipava un evento
futuro. Nel suo saggio del 1927, An
experiment with time, l’ingegnere aereonautico e filosofo J.W. Dunne,
affermò come questa capacità predittiva del futuro del nostro vissuto personale
e non solo, si poteva ottenere tenendo sempre aggiornato quotidianamente, un
diario dei sogni. Per esperienza personale posso affermare che alcuni sogni
sono predittivi, ma la maggioranza delle volte le vie di interpretazione che
uno può seguire sono molteplici e poi vi è il rischio che la predizione una
volta fatta, possa influenzare fortemente il nostro vissuto. La predizione in
se non dovrebbe essere fatta come una profezia (ad esempio il giorno x ci sarà
un terremoto), ma sempre tenendo conto legami simbolici, sincronici, causa ed
effetto, mostrare una condizione più che l’evento in se, la predizione appunto
dovrebbe essere una spia per portarci a fare un cambiamento personale nella
nostra vita.
Comunque sia, alcuni eventi storici, come abbiamo
visto ad esempio negli articoli precedenti, sconvolgono e rendono partecipe
così profondamente la coscienza collettiva dell’umanità, che una volta avvenuti
ci sorprendono per i numerosi indizi passati che lo anticipavano (il caso più
clamoroso e conosciuto riguarda l’11 settembre). Alcuni eventi storici sono più
particolari di altri perché diventano strani attrattori virtuali, con una serie
di collegamenti e coincidenze impressionanti, che fanno impazzire chiunque
cerchi di investigarli. La storia di Charles Manson ha questo potere attrattivo;
è un vero e proprio centro, un buco nero che fa ruotare attorno a se tutta la
cultura popolare del dopoguerra. Questo è il motivo principale che ha portato
la storia di Manson, ad essere una forte attrattiva per i “cospirazionisti” per
via dei suoi elementi e “coincidenze” che combaciano perfettamente tra di loro,
legando ad esempio cultura popolare, con elementi deviati del governo
americano.
L’analisi ora si concentrerà su alcuni di questi
legami particolari tra il White album dei Beatles, il film Rosemary’s Baby di Roman Polanski, gli omicidi di Manson e la
nascita della chiesa di Satana come culto di individualismo edonistico alla
fine degli anni ’60. Naturalmente qui non si spiegherà (o al massimo si potrà
suggerire) come vedere questi legami, se in maniera totalmente cospirazionista,
come sincronismo, o di nessun legame logico. Cominciamo a parlare del film di
Roman Polanski Rosemary’s baby.
Il primo ruolo importante da protagonista avuto da
Sharon Tate (futura vittima della strage di Bel Air compiuta da Manson) è in un
thriller occulto britannico del 1966 dal titolo “eye of the devil” (in italiano, Cerimonia
per un delitto). Oltre che per il coinvolgimento di Tate, il film è
ricordato per essere un precursore di film come The Wiker Man e tutto quel filone di horror folk/pagano che divenne
molto popolare in Inghilterra verso la fine degli anni ’60 fino alla fine degli
anni ’70.
Come Rosemary’s
Baby, il genere folk/horror non è uscito fuori dal nulla, era una
riflessione culturale di una vera e propria tendenza sociologica: il fallimento
della nozione “vittoriana ottocentesca” di progresso razionale e tecnologico,
ideale distrutto in fretta dalla due guerre mondiali, che portarono molti a
rigettare il vecchio monoteismo cristiano e la modernità tecnologica, cosa che
portò l’occidente ad interessarsi all’occulto per la seconda volta nella sua
storia, dopo il primo interesse avvenuto nell’ottocento, ma questa volta
interessò molte più persone e soprattutto fu esposto grazie alla pop-culture a
milioni di persone, non più ad un’elite o ad un gruppo di nobili o borghesi
annoiati che si dilettano in spiritismo o leggono libri teosofici per cercare
emozioni forti.
Una massiccia rinascita neo-pagana era in corso in
Gran Bretagna ed altrove a partire dagli anni cinquanta ed uno dei grandi miti
che animavano questo movimento era la credenza del ritorno dei vecchi modi e
stili di vita. In breve ciò che affermavano questi movimenti (il cui spirito si
può ritrovare anche in alcuni album dei Kinks, soprattutto l’album Village Green, ma anche in certi primi
Genesis) è che l’alleanza animistica tra uomo e natura e tutte le sue
tradizioni e pratiche, non sono mai state completamente sconfitte dal
cristianesimo e dall’età industriale. I “vecchi metodi” sono rimati sempre
vitali, sotto la superficie, in attesa di riemergere, di essere riscoperti o
reinventati.
Il revival di tutti i movimenti Wicca o di stregoneria
in Gran Bretagna, era stato avviato dal naturista e mago Gerald Gardner negli
anni quaranta. La maggiore spinta propulsiva ad un ritorno in auge dei temi
Wicca è dovuta però ad Alex Sanders che infatti i creatori del film “eye of the
devil” hanno voluto come consulente creativo, al fine di assicurare che i
rituali all’interno del film avessero un certo grado di autenticità.
Durante le riprese del film, Sharon Tate conosce Alex
Sanders e sua moglie Maxine. Sanders ha affermato di aver iniziato Sharon Tate
alla stregoneria alessandrina di Gardner. Questa è un’affermazione abbastanza
plausibile, molto probabilmente vera, ma non scordiamoci che personaggi come
Sanders non erano nuovi ad inventarsi panzane per attirare pubblicità su di
loro. Ecco un filmato comunque con Sanders in una cerimonia di iniziazione,
molto kitsch, con tante belle ragazze, un filmato storico a suo modo.
Nel 1966 vi fu un importante matrimonio, quello tra Frank Sinatra e Mia Farrow (protagonista del film Rosemary’s Baby). Come regalo di nozze Salvador Dalì regalò alla Farrow un gufo, parti di rana ed una roccia lunare (non c’è che dire era un surrealista anche nella vita reale). L’unione tra Sinatra e
Sinatra era una contraddizione vivente.
Professionalmente è stato uno degli interpreti più sensibili ed emotivamente
intimi del canto popolare, uno dei capostipiti del cosiddetto canto
confidenziale. Nel privato invece era un maniaco del controllo, un bullo,
coltivatore di alleanze ed amicizie sgradevoli ed uno dei rappresentanti
massimi dell’uso della donna come oggetto (noto con ammirazione tra i suoi
compari come il “Papa della fica”). Sinatra ha rivoluzionato la musica popolare
negli anni 50, ma dopo il matrimonio con Mia Farrow, la sua Era ed il suo
successo cominciarono a tramontare velocemente. La Farrow era una figlia dei
fiori ed il suo look androgino testimoniava il cambiamento dei costumi sessuali
di quel decennio. Quando Sinatra chiese un’opinione alla famosa attrice Shirley
McLaine su Mia Farrow, lei rispose: “Cosa
vuoi che dica di una persona che si presenta come un ragazzo di dodici anni?”.
Gira una leggenda sul taglio di capelli corto della Farrow in quel periodo, che
vale di essere menzionata qui.
Nel 1965 stava lavorando alla serie tv "Payton Place" ed in quel periodo tagliò i suoi capelli con una piccola forbicetta per le unghie (come nel film Rosemary's Baby), ottenendo una dura lettera di rimprovero dal produttore della serie tv. Il taglio corto alla Mia Farrow, divenuto famoso nel mondo grazie al famoso parrucchiere Vidal Sassoon (da cui il taglio prende il suo nome) è citato anche nel romanzo che ha ispirato il film di Polanski, anzi proprio il taglio corto ed androgino della Farrow nel film, diventa (e chi ha visto la pellicola lo sa), uno degli elementi più significativi di Rosemary's Baby.
Nel 1965 stava lavorando alla serie tv "Payton Place" ed in quel periodo tagliò i suoi capelli con una piccola forbicetta per le unghie (come nel film Rosemary's Baby), ottenendo una dura lettera di rimprovero dal produttore della serie tv. Il taglio corto alla Mia Farrow, divenuto famoso nel mondo grazie al famoso parrucchiere Vidal Sassoon (da cui il taglio prende il suo nome) è citato anche nel romanzo che ha ispirato il film di Polanski, anzi proprio il taglio corto ed androgino della Farrow nel film, diventa (e chi ha visto la pellicola lo sa), uno degli elementi più significativi di Rosemary's Baby.
Mia Farrow |
Quando la
Farrow tagliò per la prima volta i suoi capelli (durante il
periodo Payton Place), Dalì disse
alla Farrow che l’atto costituiva un “suicidio mitico”. Casualmente nel luglio
69, Charles Manson ha esortato i membri femminili della family a commettere un atto di “suicidio mitico” rasandosi le
teste.
Secondo Ed Sanders nel suo libro sulla family “poco prima dell’alba Manson inviò Brenda al ranch della family con le
forbici, per fare un annuncio meraviglioso: era tempo del sacro rito
stregonesco della tosatura. Charles Manson disse che erano pronti a tagliarsi i
capelli, così finalmente il loro ego sarebbe morto.
La comparsa di Manson con la testa rasata al
processo, portò molti suoi giovani seguaci a rasarsi a loro volta, creando uno
shock d’immagine, quando il processo alla family ebbe una copertura televisiva”.
Il film Rosemary’s
Baby, girato alla fine del ’67, crea una crisi matrimoniale tra la Farrow e Sinatra. Come già
visto, il famoso cantante le porta le carte di divorzio nel set. Sinatra era
abbastanza arrabbiato con la
Farrow , anche perché il film di Polanski si sovrapponeva al
film The detective (inchiesta pericolosa in italiano), dove Sinatra era il
protagonista ed infatti lui voleva che sua moglie comparisse nel suo film. Ecco
qui un altro esempio di realtà e finzione che si mischiano, sovrapponendosi.
Nel film di Polanski infatti, Rosemary è manipolata e sfruttata dal suo
egocentrico marito (che guarda caso nel film fa di professione l’attore) per
proseguire la sua carriera, anche se ciò dovesse costargli un “patto con il
diavolo”. Nella realtà la
Farrow ha dovuto resistere al suo marito attore/cantante,
egoista e manipolatore, per mantenersi indipendente e scegliere il modo in cui
curare la sua carriera ed immagine. Tutto ciò portò Sinatra a chiederle il
divorzio durante le riprese di Rosemary’s
Baby.
Quando il matrimonio tra la Farrow e Sinatra finì
definitivamente, il produttore del film di Polanski, William Castle, considerò
questo evento come la prima maledizione dopo la premiere nelle sale, della
pellicola Rosemary’s Baby.
Non vi è dubbio che anche in superficie, il film Rosemary’s Baby, in effetti costituisce
una sorta di prefazione alla tragedia avvenuta a Bel Air (un anno dopo l’uscita
del film) da parte dei mansoniani, che costò la vita alla moglie di Polanski,
Sharon Tate. La pellicola Rosemary’s
Baby, ha come temi principali una setta satanica e l’ansia di una giovane
madre per il suo bambino non ancora nato. Tenendo anche in conto che Polanski
voleva dare il ruolo di protagonista a sua moglie, tutto ciò non può che
crearci brividi e disagio. Inoltre il film parla anche di una continua
somministrazione di psicofarmaci e di uno stupro di una giovane donna ed anche
questo è difficile non associarlo a ciò che macchiò per sempre in futuro la
reputazione di Polanski (accusato di stupro su una minorenne), evento che fa si
che il regista polacco viva ancora in semi-esilio e che non possa mettere piede
negli USA, pena l’arresto. Tuttavia queste non sono le sole coincidenze che
ruotano intorno a questa pellicola.
Il romanzo “Rosemary’s Baby” è stato un bestsellers di
Ira Levin del 1967, con una trama e temi molto accattivanti (ansia per la prima
gravidanza) ed il tema dell’occultismo urbano contemporaneo che gli dava un
sapore d’attualità, nello stesso anno in cui il musical rock “Hair” proclamava “l’alba
dell’era dell’acquario”. Come il più tardo romanzo “La fabbrica delle mogli”
del 1972, sempre scritto da Ira Levin, anche in “Rosemary’s Baby” la vera
minaccia è senza dubbio il desiderio patriarcale di soggiogare e dominare il
corpo femminile. Il romanzo (ed il successivo film di Polanski che è molto
fedele al libro) è insolitamente specifico riguardo la sua collocazione
temporale. Inizia nella seconda parte del 1965 (anno della prima visita papale
negli Stati Uniti, la Chiesa
rimane tutt’oggi tra i più alti rappresentati del potere patriarcale della
storia), ma si svolge principalmente nel 1966, l’anno del film “Eye of the
devil” con Sharon Tate (già citato in precedenza) e del matrimonio tra la Farrow e Frank Sinatra.
Frank Sinatra (mondo storico) Mia Farrow (post-moderno liquido) |
Qui sincronicamente troviamo molti collegamenti che ci
portano a riassumere come nell’aria, in quel periodo, vi erano molte energie
che stavano dando vita “all’era oscura di Satana”, l’Era della notte dell’anima,
un’Era caotica dove il caos e i demoni interiori sarebbero emersi portando la
civiltà a divenire tecnocratica, completamente laicista, relativista,
nichilista, edonista e liquida (col significato usato innumerevoli volte in
questo blog ovvero liquidità come assenza di sedimentazione fissa di una moda,
di una credenza, cosa che si è riversato anche nei rapporti di coppia ecc., la
liquidità porta la storia a non potersi più realizzare). Il Musical Hair
dichiara l’avvento dell’Era dell’acquario, il Papa (potere patriarcale) visita gli Usa per la prima volta nella storia nel 1965, ed un film come Rosemary’s Baby, con
la sua androgina interprete (anche nella realtà) Mia Farrow, in contrasto al
suo temporaneo e paternalistico marito ed uomo d’altri tempi, lo “storico”
Frank Sinatra, denunciano proprio la civilta patriarcale che nell' ”era oscura
dell’anima” comincerà il suo tracollo.
L'Era oscura dell'anima mostrerà il lato femmineo, quello più oscuro della vita, con una vitalità del movimento femminista che a partire dalla fine degli anni 60 riprenderà vigore vincendo enormi battaglie e cambiando completamente il rapporto uomo-donna in occidente.
Si apre insomma un vaso di pandora, che per quanto oscuro, comincia a distruggere le fondamenta del potere maschile, patriarcale, imperialista dei padri e lo fa facendo riemergere l’oscuro, la parte oscura del femminile.
Il simbolico matrimonio tra la storia (Frank Sinatra), e l’androginità (Mia Farrow), specularmente nel film di Polanski sono rappresentati anche nel finale della pellicola quando vi è la nascita del bambino-mostro ovvero la nascita della fase liquida della post-modernità attuale, che indica l’arrivo di una nuova era, quella attuale, un’era oscura dove si mettono in crisi tutte le categorie sociali e l’anima entra nella sua notte più oscura. Per alcuni “satanisti”, a fine anni '60 inizia infatti non a caso il loro "anno zero".
L'Era oscura dell'anima mostrerà il lato femmineo, quello più oscuro della vita, con una vitalità del movimento femminista che a partire dalla fine degli anni 60 riprenderà vigore vincendo enormi battaglie e cambiando completamente il rapporto uomo-donna in occidente.
Si apre insomma un vaso di pandora, che per quanto oscuro, comincia a distruggere le fondamenta del potere maschile, patriarcale, imperialista dei padri e lo fa facendo riemergere l’oscuro, la parte oscura del femminile.
Il simbolico matrimonio tra la storia (Frank Sinatra), e l’androginità (Mia Farrow), specularmente nel film di Polanski sono rappresentati anche nel finale della pellicola quando vi è la nascita del bambino-mostro ovvero la nascita della fase liquida della post-modernità attuale, che indica l’arrivo di una nuova era, quella attuale, un’era oscura dove si mettono in crisi tutte le categorie sociali e l’anima entra nella sua notte più oscura. Per alcuni “satanisti”, a fine anni '60 inizia infatti non a caso il loro "anno zero".
Gli anni 10 del secolo scorso sono stati l'embrione degli anni 60 (come ho scritto in un mio post) e, in questi anni 10 del XXI secolo vedremo compiersi del tutto l'esplosione delle contraddizioni del vecchio mondo occidentale.
RispondiEliminaSarà la "decapitazione ultima" (come ho scritto in un altro post), la fine dei papi, re, presidenti, giù giù fino ai professori, i preti ecc, il massimo della liquidità incominciata in quell'anno 1.
Bisogna proprio raccogliere materiali e analizzarli per una "controstoria" dell'occidente, mi vengono in mente, per esempio, parallelismi tra Mia Farrow e Lady Diana, a partire dalla loro somiglianza di aspetto.
A mio parere, Roman Polanski, a partire dal 1965, si è imbucato dentro un "tunnel sincronico" dove le barriere tra mito e realtà erano praticamente scomparse.
Curioso che i primi cortometraggi di David Lynch, altro esponente mediatico della "nera notte dell'anima" risalgano al 1966
RispondiEliminahttp://it.wikipedia.org/wiki/David_Lynch#Filadelfia_e_i_cortometraggi
Il dramma di questi personaggi è che a loro insaputa si fanno veri e propri archetipi incarnati, convogliano intorno a loro tutto lo spirito di un certo tempo manifestandone tutti i lati, come una vera e propria opera teatrale, non è un caso che sono chiamate "star".
RispondiEliminaSono d'accordo sulla "controstoria" è qualcosa su cui investigare e analizzare, si potrebbe collaborare per farne uscire qualcosa di sensato ed interessante.
Già David Lynch, non a caso nella rappresentazione di atmosfere morbose e malate rimane tra i migliori e uno dei più rivoluzionari, oltre ad aver rivoluzionato anche in un certo senso la rappresentazione onirica nel cinema (insieme all'inconscio, il suo ultimo film infatti non è altro che ciò che succede all'interno dell'inconscio della protagonista, più o meno i suoi ultimi tre film, quelli più onirici sono un'enorme psicanalisi messa in pellicola). Chiunque oggi vuole girare scene oniriche indubbiamente deve confrontarsi con Lynch.
RispondiEliminaInfatti, anomale invasioni archetipali avvengono già nelle nostre vite di signori nessuno, figuriamoci in quelle delle star, estremamente più esposte - grazie ai mass media - alla coscienza collettiva, addirittura globale nel caso delle star anglosassoni.
RispondiElimina