giovedì 15 novembre 2012

LA TEMPESTA


Tutto ha inizio alle olimpiadi del 2012 a Londra, precisamente alla cerimonia di apertura, che come tema simbolico predominante si soffermava sul passaggio dalla civiltà contadina, agreste (un epoca addirittura ante-civiltà, post-diluviana) alla fondazione della nuova torre di Babele. Il passaggio da un'umanità pura e innocente, alla moderna civiltà, al dominio della tecnica, alla nascita dell'uomo psicopatico, bipolare, ansioso, separato nel dualismo estremo. 
La storia dell'Inghilterra (patria della rivoluzione industriale), è in realtà la storia dell'intera umanità che ha scelto il dominio sulla natura, la predominanza della tecnica, il dominio dell'emisfero sinistro a discapito di una spiritualità trasformatasi in religione, superstizione, fanatismo, fino ad arrivare all'estremo relativismo, nichilismo, materialismo, ateismo ed edonismo dei nostri giorni, tutti valori nati da un disequilibrio e dal soffocamento del principio femminile nella storia.
Grande importanza in questa cerimonia è data all'ultima opera scritta da Shakespeare "La tempesta", di cui significativamente nella cerimonia d'apertura viene riproposto un estratto recitato dall'attore Kenneth Branagh:

”L’isola è piena di questi sussurri,

di dolci suoni, rumori, armonie…

A volte son migliaia di strumenti

che vibrando mi ronzano agli orecchi;

altre volte son voci sì soavi,

che pur se udite dopo un lungo sonno,

mi conciliano ancora con Morfeo,

e allora, in sogno, sembra che le nuvole si spalanchino e scoprano tesori

pronti a piovermi addosso; ed io mi sveglio,

nel desiderio di dormire ancora”



Nascita della civiltà prometeica

"La tempesta" ha tantissime assonanze con il romanzo di Bacon "La nuova Atlantide" (nella trama e nei significati) cui credo di aver già accennato in passato, Nuova Atlantide che per Bacon doveva essere rifondata negli Stati Uniti d'America, ovvero una nuova civiltà atlantidea e prometeica. Il legame con Atlantide presente nella nostra nuova civiltà è sottolineato nella cerimonia d'apertura dall'"ode a Nimrod" con cui si apre addirittura la manifestazione. I liberi muratori fanno riferimento a Nimrod come ad uno dei fondatori della massoneria. Era un potente monarca mesopotamico che fondò la città di Babilonia, costruì la prima città post – diluviana ed è tradizionalmente associato alla torre di Babele che proprio lui fece costruire, cercando di rifondare il prometeismo atlantideo "Dio non ha alcun diritto di scegliere il mondo di sopra per se stesso, e di lasciare a noi il mondo inferiore, quindi ci costruiremo una torre, con un idolo nella parte alta che impugna una spada, in modo che possa rappresentare la nostra dichiarazione di guerra a Dio".
 I suoni e i rumori che predominano sull'isola sono provocati da Prospero, il mago, lo stregone, che utilizza "migliaia di strumenti", oggi lo chiameremmo scienziato e che rendono schiavo Calibano. I rumori sono la tecnologia che ci ha tolto il contatto con la natura, con il silenzio praticamente inesistente nella civiltà industriale, specie per chi vive in grandi agglomerati urbani (cioè la maggior parte della popolazione umana), negandoci un rapporto interiore con noi stessi. Calibano come tutti noi ne è ammaliato e anzi i rumori lo conciliano con Morfeo, egli è schiavo oramai della "magia" di Prospero. La magia ha donato però anche dinamismo alla vita umana, ritmo, velocità, cambiamenti repentini, sottolineati dai tamburi che vengono suonati subito dopo l'apparizione delle fabbriche e delle macchine nella cerimonia.


L'Unione Europea è una novella Torre di Babele, un insieme di
culture e lingue diverse, forzatamente unite senza tener conto
delle diversità, ma basando il tutto sul denaro che diventa il
valore di riferimento dell'organizzazione.
Insomma in tutta la cerimonia c'è una grande esaltazione della nostra civiltà babelica in tutti i sensi, multiculturale, globale, capace di interconnettere tutto il mondo sotto lo sviluppo tecnologico e scientifico, anche se paradossalmente nella cerimonia emerge un contrasto tra l'antecedente società umana che ci appare come autentica ed innocente e le terribili torri fumanti che richiamano quasi il Saruman del signore degli anelli, insomma nonostante l'esaltazione, emerge anche il lato negativo della nostra attuale civiltà, con l'isola in cui "fumo e rumori si insinuano" sotto gli increduli e spaventati abitanti umani. La torre di Babele nella Bibbia crollerà, Prospero invece a fine commedia rinuncerà alla magia (il potere datogli dalla magia) per riconciliarsi con il fratello.

La tempesta simbolicamente rimanda ad uno stato interiore o esteriore rappresentato da shock, angoscia, cattivi presagi, insomma una condizione non propriamente tranquilla. La tempesta simbolicamente rimanda ad uno scoppio di sentimenti, emozioni e paure incontrollate. Mi sembra abbastanza aderente ai nostri tempi molto frenetici emotivamente, periodi così travagliati e pieni di paure per lo più artificiali. La nostra è la civiltà
dell'ansia e della paura, non potrebbe essere altrimenti, siamo in un periodo di transizione, di mancanza di valori, di relativismo, di mancanza di un "centro di gravità permanente" come mai avvenuto in precedenza, in effetti la metafora della tempesta è abbastanza aderente alla nostra situazione.

Bob Dylan in questo 2012, 11 anni dopo, pubblica nuovamente un album l'11 settembre intitolato "Tempest".
L'album di 11 anni fa era uscito durante la tragica giornata dell'11 settembre 2001 dal titolo "love and theft", tanto che maliziosamente ed ironicamente molti notavano questa macabra assonanza. La tempesta di Bob Dylan è quella che metaforicamente inabissa il Titanic, a cui il cantante dedica una canzone nell'album (la più lunga, supera i 10 minuti ed era da tanto che Bob Dylan non creava un pezzo dalla durata così estesa). Titanic simbolo di tecnica e fortemente presente nella cronaca culturale o meno del 2012.
Il menestrello Bob Dylan è il più famoso tra i cantanti contestatori ed impegnati, ma il suo atteggiamento è cambiato, in lui non vi è più rabbia e contestazione, non c'è più nessuno da incolpare del tracollo della società. Il suo Titanic si inabissa per fatalità.
New york subisce la sua "tempesta perfetta" letteralmente poche settimane fa, con l'uragano Sandy che provoca Black out e morti nella grande mela, forse la data di inizio della "tempesta" che distruggerà definitivamente gli ultimi pilastri che sostengono la nostra civiltà.
La tempesta è in tutta la nostra civiltà, con i rumori di guerra che si infiammano in un Medioriente aizzatosi proprio l'11 settembre, con un nuovo video provocatorio uscito quel giorno contro Maometto, che ha provocato l'uccisione di un ambasciatore americano in Libia e infiammato di collera quella regione. La tempesta emotiva di tutti noi che perdiamo pezzi e che non capiamo le ragioni del perché di queste politiche di austerità che invece di far crescere, tolgono ai meno abbienti scatenando rabbia fuori controllo in Grecia e Spagna soprattutto. Rabbia repressa e rabbia manifestata. Come nel nuovo video di Bob Dylan, del singolo "Duquesne Whistle" del nuovo album, accusato di essere violento. Ebbene guardatelo, penso sia simbolicamente rappresentativo della nostra vita emotiva e personale e della nostra civiltà attuale. Nel video infatti abbiamo un ragazzo che si invaghisce di una bella ragazza (rappresentata come distaccata, fredda ed austera). I suoi sinceri sentimenti sono travisati da un suo atteggiamento che alla ragazza appare da stalker. Ciò provocherà incidenti e violenza su di lui. La storia raccontata dal video è quella in cui in questi tempi di violenza e di sospetto, anche i sentimenti più sinceri non possono che essere male interpretati e la reazione di chi passa ed assiste a questa violenza (lo stesso Dylan, che cammina con passo da gang leader, accompagnato da una corte di personaggi dall’aria tra l’equivoco e lo sfrontato, molto post-moderni) non può essere che l’indifferenza. La canzone ha un motivo molto retrò, swing, da avanspettacolo, quasi ad ironizzare la nostra società tutta lustrini, pop culture, in cui anche la tragedia viene spettacolarizzata e non crea empatia. La violenza che subisce il protagonista del video contrasta beffardamente ed ironicamente con la musica allegra e spensierata. Duquesne è un servizio ferroviario (ma anche una cittadina) che porta da New York a Pittsburgh in Pennsylvania. Il Treno della nostra civiltà fuori controllo. Il fischio che apre il brano è il fischio di una fabbrica abbandonata, come quelle che un tempo erano l'orgoglio della città di Duquesne  (che da una rapida industrializzazione, ha subito una de-industrializzazione e un declino a partire dagli anni 60), ma anche il fischio della locomotiva di un treno-fantasma, che chiama a sé tutti quelli che incontra durante il suo percorso. Duquesne rappresenta il crollo personale dello stesso autore, del mondo interno ed esterno. Duquesne è il nostro mondo decadente pronto ad emettere gli ultimi rumori, gli ultimi fischi spazzati via dalla Tempesta che si "scatena sull'isola"; decadenza, violenza, tragedia (il Titanic), tutti temi che si raccolgono attorno alla "Tempesta" rappresentata da Bob Dylan.

Ascolta il fischio di Duquesne
Che soffia come se stesse per spazzar via il mio mondo
Voglio fermarmi a Carmangale e continuare su
Quel treno di Duquesne che mi dondolerà notte e giorno
Dici che sono un giocatore d’azzardo, dici che sono un magnaccia
Ma non sono nessuno dei due

Ascolta il fischio di Duquesne che soffia
E sembra che sia alla sua ultima corsa
Ascolta il fischio di Duquesne che soffia
Soffia come se non avesse mai soffiato prima
Piccola luce lampeggiante, luce rosa brillante
Soffia come se fosse alla porta della mia stanza

Mi sorridi attraverso la recinzione
Come mi hai sempre sorriso prima

Ascolta il fischio di Duquesne che soffia
Soffia come se non dovesse soffiare mai più

Non senti quel fischio di Duquesne
Che soffia come se il cielo dovesse squarciarsi?
Sei la sola cosa viva che mi fa continuare
Sei come una bomba ad orologeria per il mio cuore

Sento una voce dolce che chiama incessantemente
Deve essere la madre del nostro folklore

Ascolta il fischio di Duquesne che soffia
Soffia come se la mia donna fosse a bordo

Ascolta il fischio di Duquesne che soffia
Soffia come se dovesse portar via la mia malinconia
Tu, vecchio furfante, so esattamente dove stai andando
Ti ci porterò io stesso sul far del giorno

Mi sveglio ogni mattina con quella donna nel letto
Tutti mi dicono che mi ha dato alla testa

Ascolta il fischio di Duquesne che soffia
Soffia come se dovesse farmi secco

Non senti quel fischio di Duquesne
Che soffia per un’altra città non buona?

Le luci brillano sulla terra della mia signora
Mi chiedo se mi conosceranno la prossima volta che passerò
Mi chiedo se quella vecchia quercia sarà ancora in piedi

Ascolta il fischio di Duquesne che soffia
Soffia come se stesse soffiando giusto in tempo





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