Questo post è come
dire non previsto, anche perché nel mio percorso musicale
personale, Chris Cornell non ha significato molto, da questo punto di
vista artisti come Prince o David Bowie (per citare due morti
illustri recenti, senza andare troppo indietro nel tempo altrimenti
ci sarebbe da citare anche Lou Reed) hanno significato molto di più,
ma vi era una tale mole di informazioni e significati riguardo la
loro morte e soprattutto l’influenza enorme che hanno avuto non
solo nel contesto musicale post moderno, ma anche culturale, che mi
hanno frenato dal parlarne, richiedeva troppo tempo una trattazione
su di loro che non fosse semplicemente superficiale o utile a seguire
la scia dei vari articoli del web.
Il giorno della
morte di Chris Cornell non è stato un giorno come tutti gli
altri per me, ma questa è storia personale poco interessante per chi
legge. Il mio vissuto unito a vari altri dettagli, mi hanno convinto
di dedicargli un po' di spazio.
Chris Cornell con i
suoi Soundgarden ha rappresentato uno dei gruppi rock più
importanti degli ultimi decenni e sicuramente uno dei gruppi simbolo
della rinascita del rock avvenuta ad inizio anni 90.
La band fa parte dei
fabulous 4 del movimento
Grunge
insieme a gruppi come i Nirvana
con Kurt Cobain, I Pearl
Jam con Eddie Vedder e
gli Alice in Chains
con Layne Staley. Questi furono i quattro gruppi non per forza
migliori, ma quelli che ebbero sicuramente più impatto, conosciuti
all’epoca anche da chi non ascoltava grunge, quelli che hanno
sbancato il botteghino vendendo milioni di copie.
Di
questi quattro gruppi, in tre di loro (Alice in Chains, Nirvana ed
ora Soundgarden), i loro leader si sono suicidati ponendo
prematuramente fine alla loro vita, portando molta gente a parlare di
“maledizione del grunge”. Su Kurt Cobain si sa vita, morte e
miracoli, su Layne Staley degli Alice In Chains (l’unico gruppo che
francamente mi ha fatto battere il corazon nel movimento grunge),
molto di meno.
La
scia di morti nel grunge non riguarda solo questi tre artisti, ad
esempio basta ricordare un'altra germinale band, i Mother Love
Bone, nati anch’essi sulla scia di una tragica morte, sempre
provenienti da Seattle come la stragrande maggioranza dei gruppi
grunge, città come sappiamo che è un po' il simbolo della
globalizzazione e manifesto della fase storica attuale
partita nella prima metà dei 90 dopo la caduta del muro di Berlino e
la dissoluzione dell’URSS, fatta di globalizzazione neo-liberista,
dominio delle multinazionali, nerd miliardari e transumanesimo
spinto. I Mother of love Bone, nascono dalla ceneri dei Green River
che alla voce avevano Andrew Wood che morirà di overdose nel
1990, infatti il supergruppo Mother of Love Bone aveva come cantante
proprio Chris Cornell e l’album e diversi suoi testi furono
dedicati al cantante scomparso.
Città
strana Seattle, simbolo della globalizzazione come già affermato,
patria del grunge, ovvero del movimento che elimina Dioniso e la
triade sesso, droga e rock’n roll, inserendo intimismo, nichilismo
e forte depressione nel rock, simbolizzando così la morte del rock e
la fine della fiducia nei miti e nella cultura popolare, del mondo
dei vip e dei lustrini. Seattle paradossalmente diviene anche simbolo
dei no-global con la prima e più importante manifestazione contro la
globalizzazione, movimento che ha la sua fine tragica a Genova nel
2001. Seattle è una delle metropoli più ad Occidente del mondo.
Il
Grunge alla fine non è neanche un vero e proprio genere, anche
perché i gruppi citati hanno davvero poco in comune, se infatti i
Nirvana erano fortemente influenzati dal punk e da certo rock
alternativo degli anni 80, i Soundgarden erano più psichedelici e
zeppeliniani, i Pearl Jam più legati al concetto di rock classico o
di arena soprattutto anni 70 (e sicuramente i più melodici del
gruppo), influenzati fortemente da Neil Young (icona che è un
po' il Caronte, la mascotte, una delle maggiori influenze sotterranee
di questo movimento); gli Alice in Chains invece avevano influenze
più legate al metal (quello di stampo Black Sabbath) e
all’hard rock classico, condito con una sensibilità tutta anni 90.
Ciò
che legava questi gruppi era una certa attitudine, una certa
ideologia ed in parte anche il modo di vestire (jeans strappati e
camice di flanella) ed in un certo senso il recupero delle chitarre,
del concetto di rock puro, dopo la sbornia elettronica e di
sintetizzatori degli anni 80. Praticamente c’è un rock pre-grunge
ed un rock post-grunge. Insieme al brit pop (che
però spesso si declinava maggiormente
come moda e recupero delle sonorità anni 60 più che vero sentire
ideologico), il grunge pur se
revival in diverse declinazioni (essendo nato in un’epoca di
revival) è stato l’ultimo vero movimento musicale del rock, quello
capace di unire gruppi di persone, crearci attorno un’ideologia, un
sentire che nel caso del Grunge rigettava totalmente la
spensieratezza del mainstream anni 80, proponendo temi più sofferti
ed intimisti. Se negli
anni 80 il
rock (inteso nella sua forma
più classica) era per lo più
edonista,
gli anni 90 rock sono
per lo più nichilisti.
Dopo
la sbornia del grunge, l’unica tribù, l’unico movimento capace
di raccogliere con se un gruppo di adepti e fedeli capaci di
sconvolgere moda e visioni del mondo e creare attorno a se una
propria ideologia, fu il metal (che
però era nato ufficialmente negli anni 80),
anche questo genere però
oramai è risucchiato nel
ciclone della liquidità, perdendo anch’esso il suo potere di
affiliazione tribale e di comunità misterica, tanto che i metallari
all’esterno da i non fruitori, sono giustamente visti come si
possono vedere i punk attualmente, ovvero gente che vive di
nostalgia, di un culto che vive di celebrazioni e che si
configura come sentire nostalgico
nel nuovo zeitgeist e non più
come qualcosa di nuovo.
I Nirvana |
La
morte di Cobain è vista da molti come l’evento simbolico che mise
fine al rock e a tutto il
processo di affiliazione musical-ideologica
che ebbe il suo culmine negli anni 80 con il proliferare di “sette
musicali” come i dark, i metallari,
i seguaci dell’harcore
reduci dalla distruzione del punk ecc.,
portando alla sua morte definitiva. Quello che vediamo oggi è una
continua celebrazione di un morto e la creazione di un clone, non è
un caso che proprio dagli anni 90 la maggior parte dei gruppi rock
più influenti ed importanti siano a ben vedere spesso revival di
suoni passati. Ma anche senza in realtà essere così tragico, nel
periodo post-grunge possiamo dire che nell’ambito del rock non è
nata più un’icona, un mito, un eroe capace di incarnare gli
archetipi così fortemente come i vari leader rock del passato, certo
fino ad inizio
anni duemila si è potuto continuare allegramente a sperimentare e a
creare nuove band di
successo, ma in seguito
con l’incredibile rivoluzione avvenuta nel mercato e nel mondo
musicale portata da internet, si è data la parola fine definitiva al
mondo degli eroi e dei miti musicali, che oramai sopravvivono in
maniera liquida e molto temporanea solo in ambito pop ed
hip hop, semplicemente per i
miliardi spesi in pubblicità e video, in realtà sono tutti novelli
Frankestein, molti dei quali fra qualche anno finiranno completamente
nell’oblio e molti altri diverranno come una curiosità del
nostro tempo (processo
che ha riguardato molte
popstars in cima al mondo ad esempio negli anni 80 ed
oggi finite nell’oblio, stessa cosa può dirsi di molte icone degli
anni 90).
La
morte di Cobain, ovvero il suo suicidio, é praticamente la morte più
discussa e “celebrata” in ambito rock e musicale di tutti i
tempi, persino l’uccisione di John Lennon ha avuto meno risalto
della morte di Cobain, visto che oggi se ne parla ancora come se
fosse un fatto successo poco tempo fa.
Gli inquietanti profeti del video dei Soundgarden |
Cobain
era il leader di molti giovani della maltrattata generazione X.
Il
brano più famoso dei Soundgarden (black hole sun) contenuto nel loro
album “Superunknown”, che gode di quasi 90milioni di
visualizzazioni su youtube, con relativo famosissimo ed iconico video
(uno dei più trasmessi da MTV), nacque in questo clima oscuro di
“fine dei giochi” in ambito musicale, pubblicato nel 1994, anno
della morte di Cobain. La canzone rimase per ben sette settimane in
cima alla classifica Billboard per quanto riguarda il rock ed il
video e le sue sonorità, sono oramai simboli dello zeitgeist di
attesa apocalittica tipico degli anni 90 (soprattutto la sua seconda
metà). Ecco se dovessi parlare dei Soundgarden e della loro
influenza su di me dovrei parlare di questo video, o meglio della
canzone che vedevo spesso su mtv, era una delle mie preferite e
quando la incrociavo cercavo sempre di registrarla, era per me
qualcosa di nuovo, elettrizzante e melodicamente perfetto, fuori
dall’80% di plastica che trasmetteva MTV.
Cornell
disse che ci mise 15 minuti a scrivere la canzone e se spesso quando
si scrive una hit c’è un processo lirico ben chiaro e coerente,
lui afferma di non sapere neanche come gli sono uscite fuori le
parole, forse influenzate dalla sbornia di film horror che vedeva in
quel periodo, ma è stato tutto un processo intuitivo, di ispirazione
inconscia, tanto che una volta scritto aveva già dimenticato di cosa
parlava, nonostante lui in diverse interviste abbia dichiarato come
il testo della canzone sia “la cosa più vicina a me che abbia
scritto”. Un testo così oscuro e triste in un personaggio che
soffriva di depressione e di varie dipendenze (alcool e droga),
diviene purtroppo una profezia che si avvera, come è capitato a
molti artisti grunge.
Copertina del primo album degli Audioslave |
Cornell
si inseriva perfettamente, con la sua figura cristica tipica di molti
altri artisti grunge e la sua bellezza esteriore sempre decantata,
nel già accennato clima di attesa apocalittico degli anni 90,
periodo in cui tramontano le illusioni che la fine della guerra
fredda ci avrebbe portato in un mondo di pace o alla “fine della
storia”, inteso come trionfo del liberismo e della globalizzazione.
Proprio in quel decennio nasce infatti l’attuale complottismo, con
David Icke ed altri autori che pubblicano i loro primi best seller,
con il fenomeno mediatico di X-files che ci avverte di non fidarci
del governo, con i primi gruppi complottisti su usenet nell’internet
preistorico che dapprima si articolano come ufologici per poi
spaziare nel “nuovo” concetto di nwo (rafforzato dalle
dichiarazioni di Bush e dall’ascesa della globalizzazione) ed
infatti l’ufologia dopo un periodo di oblio riprende forte vigore
negli anni 90 grazie alla riapertura del caso Roswell, il filmato
dell’autopsia dell’alieno, le rivelazione del colonnello Corso,
l’entrata nel mainstream del tema della abduction ecc., nasce anche
quello che sarà l’unico gruppo puramente anti-sistema del
mainstream della storia musicale, con il suo “fuck the system”,
ovvero i Rage Against the Machine (che tanto ispireranno i no-global,
altra propaggine 90’s, una loro canzone sarà presente anche nella
colonna sonora di Matrix), a cui guarda caso Chris Cornell dopo la
fine dell’esperienza con i Soundgarden, si unirà ad inizio
millennio fondando gli Audioslave, uno degli ultimi gruppi
rock classici ad avere grande successo nel mainstream.
Cornell
era apprezzato fortemente anche per le sue qualità vocali. Se nel
grunge più che la tecnica, ciò che contava nella voce era
l’emotività e spesso la disperazione trasmessa, Cornell aggiungeva
anche un enorme talento tale da essere giudicato come una delle più
belle voci rock di tutti i tempi.
Come
avvenne per Cobain, anche Chris Cornell previde il suo suicidio:
Chris (Christ) Cornell |
Ritornando
al video che accompagna la canzone con cui Cornell è conosciuto in
tutto il mondo, è sicuramente uno dei più apocalittici dei 90. In
sintesi vediamo una piccola cittadina della middle class americana,
perfetta, con bellissime case ognuna con un giardinetto e
naturalmente con un cielo sereno e un sole luminosissimo. Tutte le
persone mostrano sorrisi forzati e deformati, dando una tinta horror
al tutto e questo mentre la vita scorre apparentemente in modo
normale, c’è chi si occupa del suo giardino, chi vede la tv, una
bambina che mangia il gelato ecc., una tipica situazione da horror
dovremo dire, alla “invasione degli ultracorpi” o alla twin
peaks per citare un ritorno eccellente di questo periodo, ovvero
la piccola cittadina apparentemente normale che nasconde al suo
interno orrori indicibili (la bambina che rosola sulla griglia la sua
barbie, la tardona con un culturista, il vecchio ipnotizzato dalla
tv). La persona in apparenza più normale è il parroco che sembra
richiamare a se l’apocalisse, mentre in realtà nella scena
iniziale è insieme ad alcuni dei personaggi più inquietanti del
video che con cartelli ci avvertono che la “fine è vicina”.
Tutta questa normalità, la banalità della società vuota, liquida e
consumista, viene sconvolta dall’evento catastrofico del sole che
sembra trasformarsi in un buco nero che tutto inghiotte. Per Cornell
sta a significare probabilmente come da frase del testo che “times
are gone for honest men”, ovvero che per gli uomini onesti il
tempo è terminato, una specie di profezia in quell’oscuro 1994 che
vide con la morte di Cobain il risucchio in un buco nero di tutto il
mondo dei miti musicali, la fine delle icone classiche (di cui Cobain
rappresenta la fine), ma avendo una panoramica più ampia, dopo la
dissoluzione dell’URSS avvenuta due anni prima, con la fine
definitiva della guerra fredda, con tangentopoli in Italia ad
esempio, il 1994 è il vero e proprio anno di inizio della
globalizzazione, dopo gli anni transitori precedenti:
in
Italia abbiamo l’ascesa di Berlusconi, praticamente un’anomalia
quantica in quel periodo, una persona che vede lo Stato come
un’azienda (oggi sembra normalità questa asserzione, ma in quel
periodo era praticamente una bestemmia), un magnate con giornali e
tre reti televisive, un personaggio orwelliano che sconvolgerà
l’Italia dei successivi 20 anni e metterà in imbarazzo l’Europa.
Nel 1994 entra anche in vigore uno dei trattati più importanti di
libero scambio e fondativi della globalizzazione, ovvero il Nafta tra
Messico, Stati Uniti e Canada.
Dopo la caduta dell’Urss è proprio
in quest’anno e nei successivi che l’Occidente e in special modo
gli USA si cominciano a configurare come poliziotti del mondo, con i
primi eserciti transnazionali, con i vari interventi in Africa
(Somalia) e nei Balcani (dopo l'esperienza germinale della prima guerra del golfo). Una nuova realtà più cupa, spietata, dove
l’individuo diventa preda delle macchine, dove ogni cosa viene
commercializzata, dove le forme di garanzia e protezione sociale
subiscono forti contraccolpi, l’inizio dell’economia
neo-liberista, la fine della sicurezza nella società, nello Stato e
nel futuro, l’inizio della precarietà, della liquidità, la
dissoluzione di un centro di gravità permanente. Guardate i video
musicali, le pubblicità, i programmi tv e tutto ciò che ruota
intorno alla pop culture dalla prima metà degli anni 90 in giù,
vedrete un mondo più sicuro di sé, completamente immerso nella
realtà indicata dal video di Black Hole Sun, ingenuità, semplicità
e gli scheletri ancora ben chiusi dentro l’armadio; il buco nero e
l’anomalia poi avanzarono e nessuno se ne accorse, i processi erano
troppo veloci, il resto è storia, un video però che ai nostri
tempi, che ritorna in auge dopo la scomparsa di Chris Cornell, può
ribaltarsi nel suo significato, l’avvento dell’anomalia quantica
porterà via tutte le maschere e l’artificialità, quei falsi
sorrisi, mettendoci in mostra la pura realtà.
Ricordo che ascoltavo molto i Soundgarden ormai qualche anno dopo il 1994, Black Hole Sun l'ho ascoltata molto in un certo periodo, mi ha sempre impressionato la cupezza e il nichilismo del grunge, che rifletteva la cupezza e il nichilismo degli anni 90 (in cui si presentiva nettissimamente che i tempi sarebbero andati sempre peggio), questo stato d'animo generalizzato aveva investito anche l'Italia, ricordo diversi gruppi che come sonorità si ispiravano alle schitarrate e agli effetti di amplificazione distorta del "sound di Seattle" (fatta apposta, mettendo gli strumenti vicinissimo agli altoparlanti), penso ai Marlene Kuntz e ai CSI per esempio. Mi pare che il grunge fosse un po' anticipato da gruppi come Sonic Youth, se non sbaglio. "Limo wreck" è comunque il brano dei Soundgarden (dello stesso album di BHS) che ho più apprezzato; degli Alice in chains mi pare di non aver mai ascoltato nulla, o forse l'ho fatto non sapendo di stare ascoltando un brano degli Alice in chains, è possibilissimo.
RispondiEliminaBell'articolo, un po' cupo come l'argomento di cui parla. Il "salto quantico" a cui accenni alla fine potrebbe essere qualcosa di terribile, non così "grazioso" come lo prevedeva la new age e i duemiladodicisti.
Che dici, il nome della canzone sotto sotto potrebbe accennare - magari involontariamente - allo Schwarzsonne, il Black (hole) sun?
RispondiEliminasi ci avevo pensato Rossano ed infatti volevo anche accennarlo, legandolo da un certo punto di vista anche all'allineamento galattico che seguirà anni dopo, poi ho preferito dare spazio ad altre cose, ma penso che l'associazione (involontaria) è azzeccata
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