Berlusconi è morto politicamente (potrebbe giusto avere una stoccata finale imprevista ma è comunque out), ma come al solito succede in Italia, non sono stati gli italiani a cacciarlo, non è uscito di scena per un processo, per le sue malefatte, ma per volontà internazionale, dispiace dirlo ma per un colpo di stato che ha consegnato l'Italia alla finanza sovranazionale, la stessa che ha provocato la crisi. I messaggi in stile mafioso "o cambiate governo oppure lo spread aumenta e fate la fine della Grecia", sono stati chiari a tutti, anche agli anti-berlusconiani più convinti, persino Prodi (che non è certo uno a cui sta a cuore la sovranità dell'Italia) ha dovuto dichiarare "è morta la politica"!
Insomma c'è poco da festeggiare! Vista da un punto di vista politico-economico la situazione è tutt'altro che rosea ed anzi ci aspettano sacrifici, probabilmente smantellazione dello stato sociale ed aggiungete voi cos'altro volete!
Il denominatore comune di un'analisi obiettiva, alternativa e quindi economico-politica che sia scevra da condizionamenti porta inevitabilmente SCORAGGIAMENTO,
scrivo in grande questa parola perchè sempre lì si va a finire, paura e scoraggiamento, la consapevolezza di essere dominati da poteri forti che non vogliono il tuo bene e che te la mettono continuamente in quel posto.
Per quanto veritiera è questa analisi, il mio è un esempio ed un'analisi del genere potevo farla degli anni fa quando preferivo scrivere articoli complottisti, denunciare le malefatte e ahimé generare involontariamente paura, non adesso.
Da un punto di vista simbolico (che è il mio approccio), la caduta di Berlusconi è legata fortemente alla caduta di altri "tiranni" mondiali, ad una voglia
di rivalsa mondiale degli assoggettati.
Dalla "primavera araba" che ha portato alla caduta di Mubarak, Ben Ali e Gheddafi (e da un altro punto di vista alla morte di Bin Laden), ad un movimento internazionale contrario alle banche e a chi ci domina, la cui eccezionalità ho indicato nel post precedente.
Insomma se da un punto di vista logico non possiamo gioire della cacciata di Berlusconi (ed io sono stato tra i primi a calmare gli entusiasmi di alcuni
miei amici), da un punto di vista simbolico a me viene in mente solo una parola "pulizia, voglia di libertà, voglia di un mondo in cui il potere non sia
più gestito gerarchicamente, in cui i giochetti finanziari e politici non possano più avere luogo".
La realtà si muove per simboli, nulla è disconnesso, tutto è connesso, anche per questo ero sicuro (soprattutto dopo l'attacco della Nato alla Libia), che il governo Berlusconi sarebbe caduto entro quest'anno, o meglio che Berlusconi sarebbe uscito dai giochi quest'anno,perchè quello a cui stiamo assistendo è la caduta dei tiranni e personaggi legati al vecchio mondo della politica, o almeno simbolicamente legati al concetto di terrore, mancanza di libertà, non da un punto di vista "logico", ma di percezione comune e a me questa interessa valutare, perchè chi gira i circuiti alternativi della rete sa la farsa di Bin Laden e sa anche i giochetti di potere che girano attorno a queste rivoluzioni, ma poco importa, la percezione comune è fine dei tiranni, di personaggi che si erano fatti simbolo (loro malgrado) di un potere basato sul terrore ed autoritario, di matrice novecentesca.
La realtà si muove su binari simbolici che successivamente influenzano la realtà molto più di processi geopolitici.
Il problema delle analisi solamente politiche ed economiche è che alla fine vedono tutto marcio e i cambiamenti che promuovono sono inevitabilmente un'utopia, ma in realtà non è questo il problema, ben venga l'utopia, perchè spesso le idee più irrealizzabili sono quelle che hanno portato i maggiori cambiamenti (seppur molto lenti e graduali e con una scia di sangue dietro di loro), il problema non è quello, anzi ammiro chi invece di solamente accusare propone, il problema è che alla fine mi sono accorto che la percezione della realtà di molti cosiddetti complottisti non è diversa dai pecoroni che credono ai giornali e alla tv, ovvero hanno paura del cambiamento, di qualsiasi cambiamento, ovvero per fare un esempio, sono pronti ad accusare Berlusconi per come ha rovinato l'Italia soprattutto mentalmente con le sue tv tette e culi (questo è stato il vero crimine di Berlusconi, non i suoi rapporti con la mafia, che per quanto gravi, non erano un'eccezionalità nel panorama politico italiano), però poi sono pronti a difenderlo a spada tratta perchè il cambiamento inevitabilmente ci porterebbe all'nwo, probabilmente si, ma la stasi ci porta ad una forte puzza di cadavere sempre più forte. L'immobilismo è morte.Insomma accettare il finto nuovo rappresentato da Monti assolutamente no, anzi capire che le dinamiche di potere sono sempre le stesse e per questo distaccarsene e non entrare nella dialettica dell'accettare la vecchia merda (o la nuova è lo stesso), perchè la nuova (o la vecchia) è ancora più puzzolente, uscire dal gioco soluzione buona-soluzione cattiva, perchè altrimenti significa imporre il proprio pensiero all'altro, per quanto io possa avere idee eccezionali e sperare in un mondo in cui non esistano ricchi e poveri, inevitabilmente quando entro in una dialettica di tipo politico ed economico faccio il gioco dei veri poteri che stanno dietro alle quinte, che cercano di favorire lo scontro in ogni ambito della realtà. Quindi cosa fare? Lavorare su se stessi. E' da superbi (ed anche un pò razzista) sperare di cambiare il mondo, cambiarlo come poi? Esiste gente per cui la ricchezza e la povertà sono condizioni normali che derivano dalla "legge della giungla", discorsi del tipo
"ma se x è un pigrone che non vuol far nulla nella vita, perchè dovrei dargli il necessario per vivere se non fa niente per migliorare la società in cui vive?"
"il nostro è il miglior mondo possibile, bisogna adattarsi e cercare di fare il meglio per chi si ama, perchè nessuno ti regala niente",insomma come
contestare discorsi del genere? NOn si può, se si entra nella loro dialettica usciamo sconfitti, perchè il mondo è di quei poteri lì che hanno a disposizione interi eserciti e persone a farci continuamente tramite i mass-media il lavaggio del cervello, con una tale precisione da ricordare il mondo di matrix, il guaio è che questo potere è un'automatismo, perchè se si trattasse solo di un'elite, si potrebbe davvero pensare ad una rivoluzione, in realtà è un sistema appoggiato dagli stessi carcerati, persino molti di coloro che sono ai vertici non conoscono il gioco e lo
difendono strenuamente perchè pensano che "è sempre stato così e sempre sarà così", insomma una vera ragnatela. Lavorare su se stessi insomma non è una frase banale,
ma vera, perchè ognuno nel suo piccolo può influenzare la realtà, non lottando con i mulini a vento, ma essendo egli stesso l'esempio,il cambiamento per il mondo.
Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni di attacco alla sovranità nazionale, in Grecia come in Italia, dove si è completamente messa da parte la politica, ma più o meno in tutta Europa, è la fine del teatrino politico e capisco perchè questa cosa possa spaventare, anzi è necessario essere vigili, ma la fine della politica
intesa come scontro tra le parti è un qualcosa che prima o poi doveva crollare, quindi perchè rammaricarsene? In questi anni abbiamo spesso criticato il falso teatrino destra e sinistra ed una volta che esso crolla, che i politici si mostrano per quello che sono "semplici portaborse dei veri potenti" noi ci scoraggiamo? Non c'è qualcosa di schizofrenico in un discorso del genere dove a causa della paura del nuovo siamo pronti a difendere il vecchio cadavere con forza?
Si deve pur iniziare da una parte, quello che si sta seminando in questi giorni pur se non presto, porterà in futuro frutti positivi, sta a noi far si che questo avvenga senza traumi e il più presto possibile.