The manson family |
Charles
Manson aveva come scopo, come abbiamo visto in precedenza,
quello di liberare la mente dalla programmazione sociale, da tutte le
inibizioni. In realtà il suo passato ed il suo agire, mostravano una forte
psicopatia e l’LSD era solo una scusa per farla emergere definitivamente senza
appunto più inibizioni. Così nel deserto, vicino al Ranch Spahn della family (dove furono girati anche diversi
episodi della serie tv Bonanza),
Charles Manson creò, identificandosi come un nuovo Gesù, la prima “cerimonia di crocifissione a base
di LSD aperta al mondo” come la chiamò Ed Sanders. In questo rituale, Manson
veniva legato tramite delle corde ad una croce, mentre i vari membri della
famiglia interpretavano i ruoli dei suoi persecutori o degli afflitti per la sua
morte rituale. Infine Manson “risorgeva” precipitando la family nella routine orgiastica a base di LSD.
Peter
Lavenda, storico stimato, soprattutto per i suoi studi sul collegamento tra
esoterismo e Terzo Reich, nel suo libro Sinister
Forces: A Grimoire of American Political Witchcraft, affermava come questo
rituale di crocifissione rimandava indirettamente all’ermetico ordine della
Golden Dawn, tra i cui esponenti vi era un certo Aleister Crowley.
Nonostante
i buoni propositi di de-programmazione di Manson, il proverbio ha ben ragione
ad affermare che “il lupo perde il pelo ma non il vizio” e che in realtà questi
rituali, questa sua nuova vita da guru, stavano aprendo le porte dell’inferno
nel mondo di Charles Manson. Se ne accorsero subito Dennis Wilson e Terry
Melcher, che capirono, che anche per gli stravaganti e libertini anni 60, il
mondo della family era troppo violento.
Charles Manson e i quattro cavalieri dell'apocalisse |
Nella
notte tra l’8 ed il 9 agosto 1969, vari membri della Manson family scatenarono la loro follia omicida che tanto ha
orrificato e affascinato l’America, la strage di Bel air.
Molti
hanno cercato di capire i motivi di questa tragedia e le teorie sono tante:
motivi
legati a soldi o droga o una vendetta verso Terry Melcher (che era proprietario
della villa in cui si consumò la tragedia), distruggendogli così la sua fama
che ingelosiva Manson; un motivo per screditare le controculture ecc. ecc.
Sharon Tate |
Nella
strage di Bel Air all’indirizzo 10050 Cielo Drive, Charles Manson uccise la
famosa attrice Sharon Tate (incinta di otto mesi e mezzo), moglie di Roman Polansky, divenuto famoso a sua volta grazie alla macabra pellicola “Rosemary’s baby”, girata nel 1966, pochi anni prima della strage. Il primo a morire in quella tragedia fu il parrucchiere
Jay Sebring, che implorò gli assassini di lasciar in vita Sharon Tate in quanto
incinta, ma venne ferito con un colpo di revolver all'ascella e finito con una
serie di coltellate. La successiva vittima fu Voityck Frykowski, che venne
accoltellato da Susan Atkins. Stessa sorte anche per la Folger , accoltellata
ripetutamente. L'ultima vittima fu Sharon
Tate. Gli assassini usarono uno straccio intriso del sangue della Tate, per
scrivere sulla porta da cui avevano fatto irruzione "PIG", maiale in
lingua inglese e Piggies è il titolo
di una canzone dei Beatles. Sullo specchio del bagno venne scritto Helter
Skelter, parole che furono interpretate da Manson, come abbiamo
già visto, col significato di "arrivo del caos" e “fine del mondo”.
Qual
è il meccanismo che si è messo in moto nel cervello di Manson?
In
molti dei suoi romanzi, William Burroughs descrive un agente che riceve
istruzioni da segnali sensoriali casuali in tutto il mondo che lo circonda.
Questi segnali sensoriali casuali, possono essere una canzone popolare, un
pensiero che si ha in testa, una scritta vista in un bus, un annuncio su un
giornale. Naturalmente il protagonista dei romanzi di Burroughs potrebbe essere
un semplice schizofrenico, o come nel caso di Burroughs stesso, un artista sciamanico,
un paranoico creativo, come lo sono quelle stesse persone che studiano le varie
sincronie. L’uso di sostanze “psichedeliche” può portare spesso ad un collasso
del confine tra l’IO ed il mondo esterno, da cui la persona in questione riceve
istruzioni da opere d’arte famose; in questo caso si entra in un campo caotico
più che paranoico-creativo.
Una
cosa del genere è accaduta a Charles Manson, nel vedere il White Album dei
Beatles come un’opera piena di istruzioni e messaggi segreti ed in codice. In
questo senso possiamo fare un altro esempio illuminante:
pochi
anni dopo l’uscita del già citato film di John Frankenheimer, il candidato manciuriano (il cui titolo
italiano è va e uccidi), questo
regista fa uscire un altro interessante film insieme a Rock Hudson dal titolo Seconds (Operazione diabolica il titolo in italiano, anno 1966), che viene
indicato come il secondo atto della sua trilogia della paranoia (il primo come
visto era The manchurian candidate). Seconds è un film dallo stile molto
surreale, a metà tra un noir, un film di fantascienza e un thriller, con
un’atmosfera che rimanda agli episodi della serie twilight zone (una specie di x-files ante-litteram, senza però la
componente complottista, si era più dalle parti di alcuni romanzi di fantascienza
classica o di certa letteratura horror-fantastica).
In Seconds un uomo della classe media,
depresso e sposato infelicemente, interpretato da John Randolph, incontra una
strana organizzazione chiamata “the company”, che offre alle persone la possibilità
di “morire” e rinascere con una nuova identità, una trama ripresa anche negli
anni 90 dal regista David Fincher (autore di Seven e Fight club) nel
suo The game. Anche Charles Manson
come abbiamo visto, prometteva una sorta di morte e rinascita che veniva
inscenata nei suoi rituali. Il protagonista di Seconds finge la sua morte per rinascere come un giovane artista di
nome Tony Wilson (ricordatevi questo cognome).
Nel
1966, Brian Wilson dei Beach Boys, stava lavorando alle infinite ed estenuanti
sessioni di Smile, che nella sua mente
doveva essere l’album pop perfetto, quello che avrebbe cambiato la storia della
musica, un capolavoro che doveva superare in bellezza Sgt Peppers dei Beatles, la cui pubblicazione aveva creato
depressione in Brian Wilson, perché appena lui sperimentava e creava nuove
soluzioni melodiche, i Beatles, secondo la sua visione, erano un passo più
avanti e tutto ciò, unito ad un uso eccessivo di LSD e diversi problemi
mentali, stavano portando Brian Wilson a rischiare la schizofrenia, tanto che
il vero “Smile” (anche a causa degli stessi membri del gruppo), fu pubblicato
solamente nel 2011, mentre doveva uscire nel 1966.
Nel
1966 Brian Wilson (storia assolutamente vera) decise di andare al cinema a
vedere il film Seconds. Arrivò in
ritardo e il “caso” fece si che appena entrò nel cinema, la prima frase che
ascoltò fu “Come in, Mr Wilson”,
ovvero “entri, venga dentro, signor
Wilson”. Alla deriva, a causa di una mente già un po’ instabile e
facilmente suggestionabile, Brian Wilson fu letteralmente spaventato e toccato
profondamente dal film Seconds. Mesi
dopo la visione del film, egli fantasticò molto su come fuggire dalle pressioni
della sua vita, come suggerito dal film. In altre occasioni assunse
atteggiamenti paranoici vedendo la sua vita come una grande cospirazione, ad
esempio pensò che il suo rivale e genio del pop Phil Spector, aveva cospirato
con la produzione e rilasciato il film Seconds
proprio contro di lui, per “fottere la sua mente”. L’esperienza fu così
sconvolgente per lui, che Wilson non entrò nuovamente in un cinema fino al
1982, alla proiezione di ET.
Questa
digressione ci ha fatto capire alcuni dei giochetti mentali che si sono creati
nella mente di Manson, quel confine in cui la pop culture senza che noi ce ne
rendiamo conto, forgia un nuovo immaginario, prepara ad un nuovo mondo, dove le
menti più sensibili o devianti, incarnano in se stessi, una potente forza, una
potente idea, un archetipo o semplicemente sfociano nel paranoico ed in altri
comportamenti eccessivi. La pop culture è la mitologia moderna, che contiene le
istruzioni per l’uso dei nuovi rituali misterici.
La
domanda da un milione di dollari rimane però, "come ha fatto Charles Manson ha
fare tutto ciò?" Come ha fatto a riunire a se un gruppo di adolescenti alienate
ed in fuga dalla classe media, dalle loro famiglie (cosa non atipica in quel
decennio) ed instillare in loro un grado così estremo di obbedienza e lealtà,
tali da fargli compiere atti quali omicidi ed altra violenza estrema solo
perché Manson lo aveva ordinato? Come instillò nei suoi seguaci una visione di
se stesso come essere puro, divino e sincero, anche anni dopo la strage di Bel
Air? Queste domande possono valere anche per altri culti o sette. Parafrasando
lo scrittore Ishmael Reed, la storia del mondo è la storia della guerra tra i
culti, ognuno dei quali con vari gradi di generale accettazione.
I
culti funzionano primariamente per due ragioni:
Il
primo motivo è dovuto ad un grande
grado di insoddisfazione privato che c’è verso il mondo esterno e verso la
società, che è presente in tutti gli uomini, magari in alcuni molto fievole,
mentre in altri è fortissimo. Questa maggioranza di insoddisfatti in genere è
silenziosa ed è incarnata da uomini che sentono di non avere il controllo sulla
propria vita, di non avere la possibilità di plasmare la propria realtà in un
qualcosa che possa soddisfare i propri bisogni e desideri. I culti offrono la
soluzione a questo senso di impotenza che è aumentato dal rovesciamento del
vaso di pandora a partire dalla fine del settecento, con le rivoluzioni
storiche. Questa sensazione di mancanza di autonomia e controllo, di
insoddisfazione per la propria posizione all’interno della società è molto
spesso la spia di un malessere più profondo: il sentimento, la sensazione che
qualunque ruolo offerto a noi dalla società sia in qualche modo insufficiente o
insoddisfacente. Questo è uno dei motivi del perché le icone della pop-culture
più invidiate sono quelle autodistruttive, depresse, nevrotiche, che mostrano
la limitatezza e l’ingiustizia della nostra società.
La
rivoluzione sociale di Charles Manson, che ha trovato così tanti seguaci
disposti a credere in lui, come afferma Theodore Roszak nel suo libro “Making
of a counterculture”, era una rivoluzione di abbondanza:
“ciò che io chiamo controcultura è nata
grazie non al fallimento di una società, ma grazie al suo successo (in questo
caso si riferisce alla nostra attuale economia consumista industriale), non è
nata dalla miseria, ma dal bisogno di rispondere ad una serie di domande
sollevate da un aumento senza precedenti del tenore di vita”
La
rivoluzione di abbondanza è una delle più minacciose per il potere, tra le rivoluzioni presenti nella
società, perché non emerge dai rancori che possono essere eliminati dal
contesto sociale attuale, ma è diretta contro la stessa struttura di valore
della società stessa. Questa rivoluzione non si può comprare, perché proprio
questo estraniamento dalla struttura intera della società, rende l’offerta del
culto di una società in miniatura alternativa, molto persuasiva.
Il
secondo motivo del perché i culti
funzionano è la stessa ragione del perché la società (nonostante sia viziata e
corrotta), funzioni perfettamente. Il filosofo ungherese Arthur Koestler, ha
affermato che la vera calamità della nostra società non è stata la proprensione
verso l’egoismo e l’agressività, ma il contrario:
“siamo spinti ad arrivare ad una
conclusione un po’ fuori moda, ovvero che il problema della nostra specie non è
un eccesso di aggressività, ma un eccesso di capacità di devozione fanatica”.
Koestler fa notare infatti che i grandi massacri
dell’umanità, le guerre ad esempio, tranne poche eccezioni (mercenari o sadici),
si combattono proprio a causa di una devozione fanaticamente altruista verso un
re, una nazione. La voglia di sottomettere se stessi ad una causa,
un’ideologia, ad un leader è già presente sottotraccia nel soggetto anche prima
di entrare in un culto. E’ un impulso umano di base e forte ed è la materia
prima su cui lavorano le sette, cercando di fare emergere questo impulso ai
suoi massimi livelli.
L’ironia
di tutto questo (ed è un fatto che possiamo misurare anche nella nostra
esperienza di vita personale) è che il soggetto mostra una forte autonomia ed
indipendenza nel respingere e voltare le spalle alla società iniziale da dove
proviene, ma presto diventa chiaro che egli ha sostituito il vecchio programma,
con uno nuovo, diverso solo nella forma. E’ un po’ la tragedia dell’uomo tutto
ciò. Il nuovo programma per il soggetto diventa la verità, mentre il precedente
viene visto come un programma che
provoca “il lavaggio del cervello”. La società al contrario vede il
nuovo programma negativamente, come schiavizzante. Questo continua tira e molla
che non porta da nessuna parte, fa capire che in effetti il nostro mondo è in
una continua e senza fine guerra dei culti.
Facendo degli esempi, molti
teorici della cospirazione si rendono conto che le notizie che ricevono dai
canali mainstream sono un mucchio di bugie, ma poi sostituiscono il programma
iniziale, con una serie di scenari di cospirazione che ora considerano
acriticamente, come facevano prima con i canali di notizie mainstream. Stesso
discorso per gli atei, che si autocelebrano continuamente nel loro non aderire
a nessun culto, non rendendosi conto che già la loro posizione acritica e di
scontro verso una posizione Teistica
(non casualità della manifestazione, esistenza di una divinità) li pone nella
stessa condizione di tutti gli altri, tenendo conto che gli atei più di altri
hanno subito spesso il processo descritto, ovvero quello di rifiuto del vecchio
programma (in genere religione), per poi accettarne uno nuovo (ideologia atea).
Nel
1961 Charles Manson fu trasferito dietro le sbarre a Mcneil Island e proprio in
quel carcere ebbe modo di costruirsi un bagaglio culturale molto inquietante ed
è da qui che la storia della sua vita si fa strana. In questo luogo incontrò
una leggendaria figura del periodo della “grande depressione” degli anni 30,
Alvin Kreepy Harris. Harris fu uno degli ultimi “nemici pubblici numero 1” nell’era d’oro dei gangster
americani. Arrestato dall’FBI nel 1936, l’allora J.Edgar Hoover (capo del
bureau), per motivi pubblicitari volle prendersi i meriti di quella cattura. In
carcere Harris entrò in sintonia con Manson a causa del suo passato travagliato
ed “istituzionalizzato” e accettò di insegnarli a suonare la chitarra. A questo
punto Charles Manson si convinse che poteva diventare grande, se non più, dei
Beatles.
A
Terminal Island egli incontrò anche un convinto spacciatore di marijuana, che
sarebbe diventato una delle figure chiavi del rock: Phil Kaufman. Quest’ultimo
diede a Manson un contatto agli Universal Studios, che ebbe un ruolo chiave nel
suo tentativo di costruirsi una carriera musicale nel periodo pre
Helter-Skelter, prima di approdare ad una visione apocalittica della realtà.
Phil Kaufman e Gram Parsons |
Tramite
la sua amicizia con Keith Richards (chitarra dei Rolling Stones), Kaufman più
tardi cominciò un’importante amicizia con Gram Parsons (che fu uno degli
ispiratori del periodo psichedelico degli Stones). Negli USA Parsons mostrò un
forte attaccamento mistico per il Joshua Tree National Monument nel deserto, ed
infatti passò molto tempo con lo stesso Keith Richards in quei luoghi a caccia
di UFO (nella cui zona erano frequenti gli avvistamenti).
Mi viene in mente
come gli anni 60 siano stati davvero un’era in cui la nuova generazione impattò
con una nuova dimensione dell’esistenza, completamente nuova per l’umanità, da
sempre abituata a schemi rigidi, di routine ed abitudinari. Ancora pochi sono
consci di cosa significarono tutte quelle controculture giovanili e del perché
il governo e molti psicopatici ne furono attratti. Fu un momento in cui una
parte dell’umanità entrava per la prima volta da millenni, in una dimensione
completamente slegata dalla società. Non è strano quindi vedere Manson
fortemente attirato da questo contesto.
Ritornando all’area di Joshua Tree, essa ebbe una forte
importanza per molti occultisti e bohemien del periodo pre-beat degli anni 50,
grazie anche alla presenza della star Marjorie Cameron, una delle prime figure
ad emergere dal sottobosco underground ed indipendente dell’arte e del cinema, appassionata anch'essa all'occulto,
una figura in anticipo nei tempi diremmo oggi.
Ad
un certo punto Parsons fece un patto con Kaufman, ovvero chiunque di loro fosse
morto prima, avrebbe assicurato che il corpo dell’altro fosse stato cremato a
Joshua Tree. Nel settembre del 1973, appena un anno prima di compiere il
mistico numero 27 (con cui sono morte molte rockstar), Parsons morì di overdose
di alcool e morfina durante il suo soggiorno a Joshua Tree. Il suo patrigno
voleva il suo corpo a New Orleans, per essere sepolto lì. Phil Kaufman con una
buona dose di coraggio e con tanto alcool nel corpo per darsi la spinta in più,
decise di mantenere il patto che aveva fatto con Parsons ed insieme a Michael Martin,
trafugarono il corpo dal magazzino dell'aeroporto di Los Angeles e portarono la bara in auto
fino a Joshua Tree. I due cercarono di cremare il cadavere di Parsons versando molti
litri di gasolio nella bara aperta e dando fuoco al tutto con un fiammifero.
Il risultato fu un'enorme palla di fuoco che si librò nel cielo senza però
bruciare del tutto il corpo. La polizia era sulle loro tracce, ma i due uomini riuscirono
comunque a fuggire. In quel periodo non vi era neanche il reato di furto di
cadavere, per questo motivo se la cavarono solamente con una multa da 300
dollari. Una connessione sincronica con il caso Manson: Parsons visse per un
breve periodo con Terry Melcher (proprietario della villa di Bel Air dove si consumò la tragedia come visto), grazie al loro amore per l’eroina e la cocaina
che però non portò ad una prolifica collaborazione musicale.
Tornando
al penitenziario di McNeil Island nei primi anni 60, Charles Manson oltre alla
musica era interessato anche all’esoterismo. Nel suo libro Sanders afferma che
durante i giorni di detenzione al McNeil Island, Manson comincia a coltivare
un forte interesse per la magia, l'ipnosi, la proiezione astrale, la tradizione
massonica, scientology, giochi dell’ego e forse Rosacroce. Era particolarmente
affascinato ai sottili metodi di suggestione e controllo sulle persone, come se
stesse già pensando alla sua futura carriera di guru di una setta. Il pensiero
di Scientology fu sicuramente ciò che attrasse maggiormente Charles Manson,
perché pensava che questo nuovo metodo di vedere il cervello ed i suoi
meccanismi funzionali, gli poteva permettere di fare ed essere qualunque cosa.
Ron Hubbard, fondatore di Scientology |
Bisogna
premettere che in quel periodo Scientology non aveva la brutta fama dei nostri
tempi, ma veniva visto piuttosto come un programma di psicoterapia dai tratti
quasi religiosi, che stava attirando fortemente la coscienza popolare. La
radice di scientology era dianetics e
alla base di dianetics c’era l’idea di engram.
Il termine engram fu coniato
inizialmente dal biologo tedesco e ricercatore sulla memoria, Richard Wolfgang
Semon. Secondo Semon l’engram era una
traccia fisiologica di memoria inscritta o incisa nella materia cellulare del
cervello, che verrebbe riattivata ogni volta che è stato rilevato uno stimolo
iniziale simile a causa della sovrascrittura iniziale. Nel sistema di Ron
Hubbard, fondatore di Scientology, l’engram occupa un ruolo simile a quello del trauma nella psicoanalisi freudiana, dove il
trauma è una esperienza singola, o una situazione protratta nel tempo, le cui
implicazioni soggettive, cioè idee, cognizioni ed emozioni ad essa collegata,
sono nel complesso superiori alle capacità del soggetto, in quel momento, di
gestirle o di adeguarsi ad esse, cioè di integrarle nella psiche. Il trauma
risulta non affrontabile dal soggetto e quindi non diventa parte dell’esperienza
mentale normale del soggetto, ma risulta dissociato, provocando così dei
sintomi, delle psicopatologie che prima o poi emergeranno e che potranno essre
risolte solo riconoscendo ed abbattendo il trauma.
Ne
abbiamo discusso spesso nel passato sul concetto di trauma. Tutte le correnti
di pensiero, siano scientifiche o esoteriche, conoscono l’importanza di questa
conoscenza, fondamentale nel risolvere le deficienze e i problemi mentali dell’umanità
bipolare ed una conoscenza del genere, così importante e segreta nel passato, non poteva che emergere una volta che i traumi contenuti nel vaso di pandora, sono entrati nella società, l'era in cui l'inconscio si manifesta, l'era plutoniana dell'underworld.
Secondo
il sistema di Scientology, o meglio del suo fondatore Ron Hubbard, l’inconscio
freudiano diventa la “mente reattiva”. La nostra mente infatti è divisa secondo
questo sistema in due: analitica e reattiva. La mente analitica è quella parte
della mente che percepisce e conserva i dati per risolvere i problemi, la mente
reattiva invece archivia e conserva il dolore e le emozioni dolorose. La mente
reattiva impedisce alla mente analitica di funzionare al pieno delle sue
possibilità. La grande maggioranza dei problemi fisici e psichici altro non
sono che problemi causati da eventi traumatici da noi registrati e chiamati
Engram. Gli engram sono residenti nella nostra mente reattiva. Eliminati gli
engram e con essi la mente reattiva si raggiunge lo stato di Clear, ovvero uno
stato in cui l’individuo è in grado di “funzionare” al pieno delle proprie
potenzialità. (fonte wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Dianetics)
Non
è difficile capire perché a Charles Manson affascinava così tanto il pensiero di
Scientology, vista la sua infanzia traumatica in cui la madre (prostituta),
scambiò volentieri suo figlio con una cameriera per una pinta di birra.Charles
Manson aveva diversi engram pesanti
da cancellare. Possiamo vedere anche come la sua preoccupazione per il “total
now”, “eterno presente”, derivava dai suoi studi su Scientology. Proprio come
la cancellazione degli engram in Dianetics, permetteva di non dover più subire
l’influenza del passato, il programma di condizionamento di Manson ispirandosi
a ciò, venne programmato da lui stesso per cancellare tutti gli atteggiamenti
automatici ed inconsci che la società aveva instillato nei suoi seguaci sin
dalla nascita. Uno di questi programmi a Spahn Ranch, era seguito dalle sue
ragazze che camminavano felicemente a piedi nudi sopra cacca di cavallo, per
così eliminare le categorie buono/cattivo e le risposte condizionate. Charles
Manson si comportava come un tipico guru occidentale, anche se su piccola scala
ed in modo disordinato e tutto sommato tragico.
continua
Gran bel lavoro.
RispondiEliminaParticolarissima la figura di Manson (mi pare tuttora ergastolano), molto più complessa e raffinata rispetto al cliché del "folle sanguinario" che viene in mente quando si pensa a lui.
Sembra una creatura nietzcheana, al di là del bene e del male.
Già, tieni conto che una volta vidi un mio conoscente conservare e parlare bene di un libricino dove erano contenuti i pensieri filosofici di Manson e come lui difendesse la sua figura.
RispondiEliminaQuesto signore
RispondiEliminahttp://1.bp.blogspot.com/-4YNWgooyBIg/TooV91-9G6I/AAAAAAAACrg/D0-TSnG8-GQ/s1600/Tutto+di+S.+King.jpg
è un altro illustrissimo esponente della "nera notte dell'anima" postsessantottina.
[ps: questa è bella: guarda le due captcha per assicurare "che non sono un robot":
which tskings ]
Certo come dimenticare Stephen King!!! non ho capito il ps!
RispondiEliminaQuando scrivi un commento si apre una form dove devi scrivere copiando delle lettere che appaiono, contro lo spam automatico. Il commento viene accettato se le lettere apparse e quelle che hai scritto corrispondono.
RispondiEliminaEbbene, tra le lettere del mio commento in cui ho riportato il link a un'immagine di Stephen King, alcune componevano la parola "King."
Hai capito?
si, scusami per l'ignoranza dei termini informatici. Ho capito! Precisamente wich king, aggiungi la t a wich e otteniamo re stregone eeH!
RispondiElimina