E' una ricerca estremamente interessante che meritava di essere riportata in italiano, naturalmente ampliata con altri dati presi altrove e con mie considerazioni personali.
La famosa strage di Bel Air
compiuta da Charles Manson, fu uno di quei fatti di cronaca che colpirono
tantissimo l’opinione pubblica dell’epoca e la stessa figura di Manson ebbe
così seguito, risonanza e destò così tanto interesse, che avvicinandoci ai
fatti che narrerò in quest’articolo, non parlerò di semplici eventi di cronaca,
ma di eventi che hanno influenzato la nostra cultura in maniera enorme. Non è
un caso (prendendo come esempio fatti di cronaca più vecchi) che il cosiddetto
“Jack lo squartatore”, o meglio gli eventi che si dicevano ruotavano intorno
alla sua figura, siano stati così studiati e sviscerati, tanto da far dire che Jack lo squartatore è stato
l’anticipatore del XX secolo; ecco come nel caso del killer di Londra, anche
qui non ci troviamo davanti a semplici fatti di cronaca, ma a qualcosa di più
profondo e significativo, anche perché la figura di Charles Manson come dire ha
interagito ed influenzato la creme della cultura popolare e la stessa
controcultura di quei pionieristici anni ’60, anni spartiacque, come già
descritto nei mei articoli precedenti.
Gli anni ’60 furono
simbolicamente l’ultimo decennio storicamente artistico, o più precisamente da
fine anni 60 inizia la notte della coscienza, la liberazione definitiva dei
demoni interiori, che nella musica e nelle varie arti, si vede in uno
sdoganamento di massa e ufficiale di forme di spettacolo quali l’horror, la
pornografia, la voglia di stupire e creare orrore dell’arte (mi viene in mente
la merda d’artista), inizia insomma la notte dell’anima. Se la fine simbolica
della storia avvenne negli anni 50 e da allora siamo entrati in una sua parodia
fatta di flussi e riflussi, di liquidità, sincretismo e relativismo, nell’arte
rimaneva ancora qualche piccolo spiraglio acceso e per arte intendo un concetto
a 360°, che racchiude musica, filosofia
e varie ideologie, arte nel senso tradizionale (pittorica ecc.), cinema (mi
viene in mente la nouvelle vague francese) ecc. La storicità e il buono stato
di salute dell’arte erano anche sintomi di una coscienza per quanto dormiente,
comunque poco scossa dai fremiti interiori ed esteriori. Nel passato tutto
esternamente era così corretto e pieno di buone maniere, così chiaro nei suoi
schieramenti, che le forme di violenze (guerre, omicidi), erano sacralizzate,
mai personalizzate, le deviazioni nascoste, privatizzate. C’era un bon ton
generalizzato, in cui il cafone era cafone, il povero aveva un suo ruolo
predefinito, il borghese era tale e il nobile decaduto anch’esso oramai una
categoria ben distinguibile. Per quanto riguarda la società occidentale, il
telefilm “Happy days” riuscì a ben descrivere l’ultimo decennio (gli anni 50)
di correttezza, coerenza, di buone maniere, tutto fatto secondo le regole del
sistema, prima dei tumulti giovanili che avrebbero messo in discussione il
mondo dei padri. Il vaso di pandora cominciava già da diversi decenni a versare
le sue gocce nella realtà, ma questo fino agli anni 60 aveva investito una
dimensione storica, generale, mondiale, aveva colpito il macrocosmo. Il vaso di
pandora si sprigionerà sulla psiche dell’individuo, completamente, solo a
partire dalla fine degli anni 60, quando il macabro, i demoni, si
ufficializzano e vengono accettati nella realtà.
Proprio prendendo come esempio la
musica (che è una presenza assolutamente importante nella storia che
racconteremo), fino almeno a metà anni 60, concentrandoci solamente sulla
musica “popolare” e quindi non classica, era difficile trovare band con testi
che si concentrassero su temi come dire personali, introspettivi; il contesto
era come dire sbarazzino, basti pensare due delle band simbolo del pop di
quegli anni, i primi Beatles e i primi Beach Boys ed in generale il movimento
Beat, il rock ‘n roll delle origini. I cantanti “confidenziali” ed
introspettivi alla Cohen, con un tono di voce non più sbarazzino o incentrato
solo sulla tecnica, ancora erano relegati all’underground, mentre il mainstream
parlava dei soliti temi spensierati, senza mai affrontare il “lato oscuro”,
quindi donne, crisi d’amore viste in maniera patetica o problematiche
universali e non personalizzate. Si poteva parlare anche di povertà, delle
condizioni che si vivono in carcere (Jonny Cash), ma mai in tono confidenziale
e privato e come poteva essere altrimenti, visto che la ritualità, l’energia ed
il ritmo del rock ‘n roll dovevano scatenare gli istinti sessuali, un’energia
fino ad allora sempre repressa e nascosta negli anfratti più nascosti della
società. I riti dionisiaci del rock avevano bisogno di universalità. Ed ecco
che la maggior parte delle tematiche del rock, si concentravano su un forte
ottimismo e creatività, era una vera e propria fase pionieristica, almeno fino
a metà anni 60, ma già con Bob Dylan, la sua voce sgraziata ed i temi di accusa
al potere che proponeva, si sentiva che qualcosa stava cambiando e si stava
aprendo la strada ai “cantanti stonati”, alle distorsioni, il noise dei Velvet
Underground, che in un articolo sulla ciclicità del tempo ho indicato, insieme
alla canzone “the end” dei The Doors, come i gruppi e le canzoni simbolo
dell’inizio della decadenza e dell’oscurità nella musica, dell’entrata
simbolica di “Satana” nell’arte. Insomma gli anni 60 furono l’ultimo decennio
come dire “artistico”, dopo di che dopo il 68 cominceranno le prime morti degli
Dei (Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin, Brian Jones, anima dei Rolling
Stones dei 60, tutti morti tra la fine degli anni 60 e il 1970) e l’inizio di
un appiattimento verso il basso della musica, basti pensare il punk con i suoi
due accordi ed il concetto che non è importante saper suonare (da un certo
punto di vista il punk recupera anche la semplicità e l’essere diretti del rock
delle origini ed anche per questo in epoca già di revival, fu apprezzato anche
dalla critica), fenomeno che si è accentuato ed è divenuto evidente in ogni
ambito proprio a partire dalla fine degli anni 60. Il caso Charles Manson che è
fortemente legato al mondo dello spettacolo, dei lustrini, alla macchina dei
sogni americana, faceva parte di questo processo, anzi ne fu uno dei simboli
più forti, ma c’è di più e cercheremo di scoprirlo in questa serie di articoli,
ma prima di tutto contestualizziamo il tutto per capire successivamente cosa è
successo:
Charles Manson |
uno dei primi libri sul famoso
massacro di Bel Air di Charles Manson, fu scritto da Ed Sanders nel 1972,
membro della band Fugs, ma il più famoso rimane il best-seller di Vincent Bugliosi
“Helter Skelter. Storia del caso Charles Manson”. Lo stile di scrittura di
Sanders era una specie di stile Hippie grottesco, del tipo hardboiled che ai
nostri giorni è tutto sommato molto noto, tipico di quelle produzioni pulp o da
b-movie, comunque egli nel suo libro scrisse un importante riflessione e
sintetizzò ciò che provocò la strage di Bel Air in quegli anni affermando che
prima di Manson vi erano stati anni di “fiori” come lui li chiama, il
cosiddetto flower power, il fiorire
della psichedelia, di tutti i vari movimenti controculturali, per lo più
pacifisti, come il movimento hippie. Questa situazione era presente anche nella
cosiddetta family. Il gruppo di
adepti che ruotava intorno a Manson infatti venne chiamato family o anche the Manson Family. In quel mix di fiori,
sesso, libertà e nomadismo, afferma Sanders con il suo stile di scrittura
colorito, camminava Satana e il culto del diavolo e della violenza.
Charles Manson nacque il 12
novembre 1934 a
Cincinnati, nello stato dell’Ohio. Ebbe una giovinezza molto travagliata, a
causa anche di sua madre, Kathleen Maddox, che conduceva una vita sregolata (lo
stesso Manson dichiarò che era una prostituta), tanto che commise anche reati
gravi che le costarono il carcere per qualche anno. Il padre fu riconosciuto
legalmente come “colonnello Scott” (ma di lui non si conosce praticamente
niente), ma andò sotto la protezione, per un certo periodo di tempo, di William
Manson, da cui prese il cognome. Non ci interessa andare nei dettagli della sua
biografia, ma anche lui, soprattutto da quando la madre andò in carcere, cominciò
una vita da ribelle e diciamo criminosa che andava dai furti d’auto, alle
rapine nei negozi. Tutti questi vari reati commessi da minorenne, lo fecero
passare in vari riformatori, in uno dei quali sodomizzò con un coltello
piantato alla gola, un giovane detenuto. Dotato di un abile oratoria e di un
forte carisma, riuscì a convincere uno psichiatra a donargli la libertà
vigilata, ma la sua propensione a compiere continuamente furti ed attività
criminose, lo portavano continuamente ad essere in custodia delle autorità
federali, finché fu rinchiuso nel penitenziario di Terminal Island per scontare
una pena di tre anni ed è qui che la storia si fa interessante come vedremo,
perché in quel penitenziario conobbe persone molto influenti.
Nonostante questo inizio di vita
tribolatorio che non prometteva nulla di buono, Charles Manson si stabilizzò ed
entrò a far parte delle controculture degli anni 60, in quel clima di
stranezze ed anarchismo e di fervida creatività che era il sottobosco culturale
americano degli anni 60. Egli infatti prima di far degenerare il suo idealismo,
passò del tempo nel distretto di Haight-Ashbury di San Francisco, mecca di
freak e di giovani in fuga dai loro genitori appartenenti alla classe media,
simbolicamente il luogo culto del movimento hippie.
Grazie al suo carisma Charles
Manson da piccolo criminale divenne un vero e proprio guru, riunendo sotto la
sua ala soprattutto giovani ragazze adolescenti alienate ed in fuga, che
sarebbero andate a formare il suo Harem, la sua family. Al principio Manson e le sue ragazze sembravano
perfettamente incarnare lo zeitgeist degli anni 60. Egli infatti offriva ai
suoi seguaci una variante moderna dei vecchi culti misterici e riti orgiastici
del passato: LSD, trasgressione e sesso comune erano i primi gradi di
iniziazione ed in quel periodo di liberazione dei sensi, di ascesa del rock ‘n
roll, di inizio del gap generazionale e di accusa verso i padri, il movimento
di Manson tutto sommato non era nulla di così anomalo. A partire da lì, lo
scopo di Manson divenne tutto sommato ancora nobile, seppur dotato di
un’ingenua pazzia, ovvero quello di eliminare l’identità sociale programmata,
tutti i blocchi e le inibizioni, per giungere all’autentico SE, senza
restrizioni, l’Anima, per così sperimentare il Tutto, L’Ora, entrare nella
dimensione dell’eterno presente.
La family così provò dei tentativi per entrare nel mondo delle
celebrità e musicale. Un primo riuscito approccio ci fu con Dennis Wilson, uno
dei membri dei Beach Boys (fratello di Brian). Dennis chiamava Manson “The
Wizard”, lo Stregone e fece conoscere a Manson, Doris Day, il figlio unico di
Terry Melcher, uno dei più influenti produttori musicali della West Coast,
conosciuto soprattutto per il suo lavoro con la band Byrds (anche Neil Young fu
brevemente ammiratore degli stessi brani musicali di Charles Manson, con il suo
stile declamatorio, monotono). Anche la figlia della “signora in giallo” Angela
Lansbury, Deirdre, passò un breve periodo nella family . Lo scrittore Ed Sanders scrisse di lei “Deirdre era uno dei gioielli della banda di
Charlie anche se pensi che lei avesse solo 12-13 anni in quel periodo".
Deirdre aveva cominciato ad assumere droghe e a divenire con il fratello un
eroinomane, tutto ciò unito alla nomea che Manson si stava creando attorno, di sesso
con minorenni, anche se allora non era considerato uno scandalo e la pedofilia
rimaneva un taboo. Angela Lansbury fece di tutto per tirare fuori dalla family sua figlia, capendo che Manson
stava incoraggiando la sua dipendenza dalle droghe.
"Deirdre e Tony entrambi erano eroinomani" dice il figliastro di Angela , David Shaw "loro dovevano avere una dose ogni giorno"
"Deirdre e Tony entrambi erano eroinomani" dice il figliastro di Angela , David Shaw "loro dovevano avere una dose ogni giorno"
"Era veramente spaventoso. Intorno a loro, vari ragazzi letteralmente
morivano come mosche per l'overdose. All'epoca morirono tre dei migliori amici
di Tony".
"E poi, c'era anche
Manson. Noi tutti lo incontrammo con alcune persone di Malibu' che si
facevano. Era solito venire intorno alla nostra casa alla ricerca di
Deidre".
Sorprendentemente, fu molto difficile aiutare Angela Lansbury, alias "signora in giallo", a spiare sua figlia, persa nel gruppo di
Manson e a tirarla fuori dalla family.
"La nostra casa di Malibu 'brucio' al suolo nel 1970" rivela Angela Lansbury.
"Cosi io e mio marito Peter Shaw decidemmo , per il bene dei ragazzi, di
abbandonare tutto e trasferirci in Irlanda con loro."
"Peter fu disposto a rinunciare alla sua carriera come agente teatrale
per un po' e cosi io."
Per fortuna la figlia si salvò e riprese una vita normale.
Per fortuna la figlia si salvò e riprese una vita normale.
A livello sincronico, la Lansbury era una dei
protagonisti del film paranoico e basato sul controllo mentale di John
Frankenheimer, il candidato manciuriano (del
1962, un anno prima dell’uccisione di Kennedy), film che in maniera quasi
profetica anticipò Oswald e l’assassinio di Kennedy. La leggenda cospirazionista,
in realtà falsa, afferma che Frank Sinatra (il protagonista del film),
supporter di John Kennedy, tolse dai circuiti commerciali il film, perché rimandava
all’omicidio Kennedy, in realtà questo film ha ricevuto una normale promozione
nei circuiti di distribuzione cinematografica. In realtà Sinatra faceva parte
del cast di un altro film incredibilmente profetico “Gangster in agguato”, del
1954, dove fa la parte di un veterano di guerra che insieme ad altri
collaboratori è deciso ad uccidere il presidente degli Stati Uniti e appostarsi
a casa della famiglia Benson, dove sarà più facile assassinarlo.
Se come abbiamo detto, Charles
Manson tentava di deprogrammare la mente delle persone, eliminando i
condizionamenti che la società ci impone sin dalla nascita, in realtà Manson
sostituiva un condizionamento con un altro, non meno autoritario e misogino.
continua
Mi viene in mente, a proposito del periodo post 1967-68 anche la significativa figura di Jack Nicholson, emersa alla coscienza collettiva proprio nell'esatto periodo in questione.
RispondiEliminaIn quanto a Manson, impressionante il suo proposito di raggiungere il vero se e l'eterno presente attraverso la rottura di tutti i tabù. Sembra una "via della mano sinistra", spinta all'estremo, molto più in là di quella di Crowley il quale, a quanto ne so, non ha mai massacrato nessuno.
A proposito della "nera notte dell'anima" di cui scrivi qui, in cui emerge la "zona d'ombra" dell'occidente razionalista, mi viene in mente questo post:
http://civiltascomparse.wordpress.com/2012/06/03/cannibali-1991/
Lo ricordo bene quel tuo post e mi fece riflettere molto e indirettamente questo mio articolo è figlio di quello tuo sui "cannibali". A proposito di cannibali, negli anni 80 inizò una sorta di moda di film sui cannibali, aperta proprio da un'italiano, Ruggero Deodato, con Cannibal Holocaust (anno 1980), film entrato agli onori della cronaca anche per l'uccisione reale di animali (ad esempio una tartaruga centenaria), tra cui un Luca Barbareschi giovane, che ucciderà una specie di maialino senza pietà. Se non sbaglio è proprio del 1968 il primo film sugli zombie, l'oramai storico "la notte dei morti viventi", senza contare l'horror "Rosemary baby", strettamente collegato per Sharon tate alla vicenda Manson.
RispondiEliminaInfatti, come scrivi anche tu, la figura di "Jack lo squartatore", nonostante sia del XIX secolo, è stata "inventata" come fenomeno di costume mediatico proprio dopo gli anni sessanta.
RispondiEliminaE i "fattacci di cronaca nera", anche nel nostro paese, si sono moltiplicati a dismisura e - cosa che non succedeva precedentemente - hanno invaso alla grande lo spazio dei mass media, quando prima la tendenza era di nasconderli, di relegarli in un trafiletto in quinta pagina dei giornali.
Attendo ansioso la seconda parte.
ps: hai visto che Marco Fardin ti ha "pubblicizzato" su FaceBook?
si ho visto l'articolo condiviso su facebook. Una bella sorpresa!
RispondiEliminaSe si riesce a sopportare il loro spirito da crociati del bene in lotta contro il male, quelli del Centro Culturale San Giorgio han fatto una bella ricerca sui legami tra rock e regno dell'occulto.
RispondiEliminaPenso che già li conosci.
si conosco, con tutto il loro "estremismo" sono stati quelli che bene o male hanno fatto conoscere questi temi in Italia!
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