domenica 26 maggio 2013

CHARLES MANSON E L'ERA DELLA NOTTE DELL'ANIMA - prima parte

Questo articolo è stato fortemente ispirato da una ricerca fatta da un blog americano e purtroppo leggibile solo in inglese. Il sito é http://2012diaries.blogspot.it 

E' una ricerca estremamente interessante che meritava di essere riportata in italiano, naturalmente ampliata con altri dati presi altrove e con mie considerazioni personali.




La famosa strage di Bel Air compiuta da Charles Manson, fu uno di quei fatti di cronaca che colpirono tantissimo l’opinione pubblica dell’epoca e la stessa figura di Manson ebbe così seguito, risonanza e destò così tanto interesse, che avvicinandoci ai fatti che narrerò in quest’articolo, non parlerò di semplici eventi di cronaca, ma di eventi che hanno influenzato la nostra cultura in maniera enorme. Non è un caso (prendendo come esempio fatti di cronaca più vecchi) che il cosiddetto “Jack lo squartatore”, o meglio gli eventi che si dicevano ruotavano intorno alla sua figura, siano stati così studiati e sviscerati, tanto da far dire che Jack lo squartatore è stato l’anticipatore del XX secolo; ecco come nel caso del killer di Londra, anche qui non ci troviamo davanti a semplici fatti di cronaca, ma a qualcosa di più profondo e significativo, anche perché la figura di Charles Manson come dire ha interagito ed influenzato la creme della cultura popolare e la stessa controcultura di quei pionieristici anni ’60, anni spartiacque, come già descritto nei mei articoli precedenti.
Gli anni ’60 furono simbolicamente l’ultimo decennio storicamente artistico, o più precisamente da fine anni 60 inizia la notte della coscienza, la liberazione definitiva dei demoni interiori, che nella musica e nelle varie arti, si vede in uno sdoganamento di massa e ufficiale di forme di spettacolo quali l’horror, la pornografia, la voglia di stupire e creare orrore dell’arte (mi viene in mente la merda d’artista), inizia insomma la notte dell’anima. Se la fine simbolica della storia avvenne negli anni 50 e da allora siamo entrati in una sua parodia fatta di flussi e riflussi, di liquidità, sincretismo e relativismo, nell’arte rimaneva ancora qualche piccolo spiraglio acceso e per arte intendo un concetto a 360°,  che racchiude musica, filosofia e varie ideologie, arte nel senso tradizionale (pittorica ecc.), cinema (mi viene in mente la nouvelle vague francese) ecc. La storicità e il buono stato di salute dell’arte erano anche sintomi di una coscienza per quanto dormiente, comunque poco scossa dai fremiti interiori ed esteriori. Nel passato tutto esternamente era così corretto e pieno di buone maniere, così chiaro nei suoi schieramenti, che le forme di violenze (guerre, omicidi), erano sacralizzate, mai personalizzate, le deviazioni nascoste, privatizzate. C’era un bon ton generalizzato, in cui il cafone era cafone, il povero aveva un suo ruolo predefinito, il borghese era tale e il nobile decaduto anch’esso oramai una categoria ben distinguibile. Per quanto riguarda la società occidentale, il telefilm “Happy days” riuscì a ben descrivere l’ultimo decennio (gli anni 50) di correttezza, coerenza, di buone maniere, tutto fatto secondo le regole del sistema, prima dei tumulti giovanili che avrebbero messo in discussione il mondo dei padri. Il vaso di pandora cominciava già da diversi decenni a versare le sue gocce nella realtà, ma questo fino agli anni 60 aveva investito una dimensione storica, generale, mondiale, aveva colpito il macrocosmo. Il vaso di pandora si sprigionerà sulla psiche dell’individuo, completamente, solo a partire dalla fine degli anni 60, quando il macabro, i demoni, si ufficializzano e vengono accettati nella realtà.
Proprio prendendo come esempio la musica (che è una presenza assolutamente importante nella storia che racconteremo), fino almeno a metà anni 60, concentrandoci solamente sulla musica “popolare” e quindi non classica, era difficile trovare band con testi che si concentrassero su temi come dire personali, introspettivi; il contesto era come dire sbarazzino, basti pensare due delle band simbolo del pop di quegli anni, i primi Beatles e i primi Beach Boys ed in generale il movimento Beat, il rock ‘n roll delle origini. I cantanti “confidenziali” ed introspettivi alla Cohen, con un tono di voce non più sbarazzino o incentrato solo sulla tecnica, ancora erano relegati all’underground, mentre il mainstream parlava dei soliti temi spensierati, senza mai affrontare il “lato oscuro”, quindi donne, crisi d’amore viste in maniera patetica o problematiche universali e non personalizzate. Si poteva parlare anche di povertà, delle condizioni che si vivono in carcere (Jonny Cash), ma mai in tono confidenziale e privato e come poteva essere altrimenti, visto che la ritualità, l’energia ed il ritmo del rock ‘n roll dovevano scatenare gli istinti sessuali, un’energia fino ad allora sempre repressa e nascosta negli anfratti più nascosti della società. I riti dionisiaci del rock avevano bisogno di universalità. Ed ecco che la maggior parte delle tematiche del rock, si concentravano su un forte ottimismo e creatività, era una vera e propria fase pionieristica, almeno fino a metà anni 60, ma già con Bob Dylan, la sua voce sgraziata ed i temi di accusa al potere che proponeva, si sentiva che qualcosa stava cambiando e si stava aprendo la strada ai “cantanti stonati”, alle distorsioni, il noise dei Velvet Underground, che in un articolo sulla ciclicità del tempo ho indicato, insieme alla canzone “the end” dei The Doors, come i gruppi e le canzoni simbolo dell’inizio della decadenza e dell’oscurità nella musica, dell’entrata simbolica di “Satana” nell’arte. Insomma gli anni 60 furono l’ultimo decennio come dire “artistico”, dopo di che dopo il 68 cominceranno le prime morti degli Dei (Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin, Brian Jones, anima dei Rolling Stones dei 60, tutti morti tra la fine degli anni 60 e il 1970) e l’inizio di un appiattimento verso il basso della musica, basti pensare il punk con i suoi due accordi ed il concetto che non è importante saper suonare (da un certo punto di vista il punk recupera anche la semplicità e l’essere diretti del rock delle origini ed anche per questo in epoca già di revival, fu apprezzato anche dalla critica), fenomeno che si è accentuato ed è divenuto evidente in ogni ambito proprio a partire dalla fine degli anni 60. Il caso Charles Manson che è fortemente legato al mondo dello spettacolo, dei lustrini, alla macchina dei sogni americana, faceva parte di questo processo, anzi ne fu uno dei simboli più forti, ma c’è di più e cercheremo di scoprirlo in questa serie di articoli, ma prima di tutto contestualizziamo il tutto per capire successivamente cosa è successo:
Charles Manson
uno dei primi libri sul famoso massacro di Bel Air di Charles Manson, fu scritto da Ed Sanders nel 1972, membro della band Fugs, ma il più famoso  rimane il best-seller di Vincent Bugliosi “Helter Skelter. Storia del caso Charles Manson”. Lo stile di scrittura di Sanders era una specie di stile Hippie grottesco, del tipo hardboiled che ai nostri giorni è tutto sommato molto noto, tipico di quelle produzioni pulp o da b-movie, comunque egli nel suo libro scrisse un importante riflessione e sintetizzò ciò che provocò la strage di Bel Air in quegli anni affermando che prima di Manson vi erano stati anni di “fiori” come lui li chiama, il cosiddetto flower power, il fiorire della psichedelia, di tutti i vari movimenti controculturali, per lo più pacifisti, come il movimento hippie. Questa situazione era presente anche nella cosiddetta family. Il gruppo di adepti che ruotava intorno a Manson infatti venne chiamato family o anche the Manson Family. In quel mix di fiori, sesso, libertà e nomadismo, afferma Sanders con il suo stile di scrittura colorito, camminava Satana e il culto del diavolo e della violenza.
Charles Manson nacque il 12 novembre 1934 a Cincinnati, nello stato dell’Ohio. Ebbe una giovinezza molto travagliata, a causa anche di sua madre, Kathleen Maddox, che conduceva una vita sregolata (lo stesso Manson dichiarò che era una prostituta), tanto che commise anche reati gravi che le costarono il carcere per qualche anno. Il padre fu riconosciuto legalmente come “colonnello Scott” (ma di lui non si conosce praticamente niente), ma andò sotto la protezione, per un certo periodo di tempo, di William Manson, da cui prese il cognome. Non ci interessa andare nei dettagli della sua biografia, ma anche lui, soprattutto da quando la madre andò in carcere, cominciò una vita da ribelle e diciamo criminosa che andava dai furti d’auto, alle rapine nei negozi. Tutti questi vari reati commessi da minorenne, lo fecero passare in vari riformatori, in uno dei quali sodomizzò con un coltello piantato alla gola, un giovane detenuto. Dotato di un abile oratoria e di un forte carisma, riuscì a convincere uno psichiatra a donargli la libertà vigilata, ma la sua propensione a compiere continuamente furti ed attività criminose, lo portavano continuamente ad essere in custodia delle autorità federali, finché fu rinchiuso nel penitenziario di Terminal Island per scontare una pena di tre anni ed è qui che la storia si fa interessante come vedremo, perché in quel penitenziario conobbe persone molto influenti.
Nonostante questo inizio di vita tribolatorio che non prometteva nulla di buono, Charles Manson si stabilizzò ed entrò a far parte delle controculture degli anni 60, in quel clima di stranezze ed anarchismo e di fervida creatività che era il sottobosco culturale americano degli anni 60. Egli infatti prima di far degenerare il suo idealismo, passò del tempo nel distretto di Haight-Ashbury di San Francisco, mecca di freak e di giovani in fuga dai loro genitori appartenenti alla classe media, simbolicamente il luogo culto del movimento hippie.
Grazie al suo carisma Charles Manson da piccolo criminale divenne un vero e proprio guru, riunendo sotto la sua ala soprattutto giovani ragazze adolescenti alienate ed in fuga, che sarebbero andate a formare il suo Harem, la sua family. Al principio Manson e le sue ragazze sembravano perfettamente incarnare lo zeitgeist degli anni 60. Egli infatti offriva ai suoi seguaci una variante moderna dei vecchi culti misterici e riti orgiastici del passato: LSD, trasgressione e sesso comune erano i primi gradi di iniziazione ed in quel periodo di liberazione dei sensi, di ascesa del rock ‘n roll, di inizio del gap generazionale e di accusa verso i padri, il movimento di Manson tutto sommato non era nulla di così anomalo. A partire da lì, lo scopo di Manson divenne tutto sommato ancora nobile, seppur dotato di un’ingenua pazzia, ovvero quello di eliminare l’identità sociale programmata, tutti i blocchi e le inibizioni, per giungere all’autentico SE, senza restrizioni, l’Anima, per così sperimentare il Tutto, L’Ora, entrare nella dimensione dell’eterno presente.
La family così provò dei tentativi per entrare nel mondo delle celebrità e musicale. Un primo riuscito approccio ci fu con Dennis Wilson, uno dei membri dei Beach Boys (fratello di Brian). Dennis chiamava Manson “The Wizard”, lo Stregone e fece conoscere a Manson, Doris Day, il figlio unico di Terry Melcher, uno dei più influenti produttori musicali della West Coast, conosciuto soprattutto per il suo lavoro con la band Byrds (anche Neil Young fu brevemente ammiratore degli stessi brani musicali di Charles Manson, con il suo stile declamatorio, monotono). Anche la figlia della “signora in giallo” Angela Lansbury, Deirdre, passò un breve periodo nella family . Lo scrittore Ed Sanders scrisse di lei “Deirdre era uno dei gioielli della banda di Charlie anche se pensi che lei avesse solo 12-13 anni in quel periodo". Deirdre aveva cominciato ad assumere droghe e a divenire con il fratello un eroinomane, tutto ciò unito alla nomea che Manson si stava creando attorno, di sesso con minorenni, anche se allora non era considerato uno scandalo e la pedofilia rimaneva un taboo. Angela Lansbury fece di tutto per tirare fuori dalla family sua figlia, capendo che Manson stava incoraggiando la sua dipendenza dalle droghe.
 "Deirdre e Tony entrambi erano eroinomani" dice il figliastro di Angela , David Shaw "loro dovevano avere una dose ogni giorno"
"Era veramente spaventoso. Intorno a loro, vari ragazzi letteralmente morivano come mosche per l'overdose. All'epoca morirono tre dei migliori amici di Tony".
"E poi, c'era anche Manson. Noi tutti lo incontrammo con alcune persone di Malibu' che si facevano. Era solito venire intorno alla nostra casa alla ricerca di Deidre".
Sorprendentemente, fu molto difficile aiutare Angela Lansbury, alias "signora in giallo", a spiare sua figlia, persa nel gruppo di Manson e a tirarla fuori dalla family.
"La nostra casa di Malibu 'brucio' al suolo nel 1970" rivela Angela Lansbury.
"Cosi io e mio marito Peter Shaw decidemmo , per il bene dei ragazzi, di abbandonare tutto e trasferirci in Irlanda con loro."
"Peter fu disposto a rinunciare alla sua carriera come agente teatrale per un po' e cosi io."
Per fortuna la figlia si salvò e riprese una vita normale.
A livello sincronico, la Lansbury era una dei protagonisti del film paranoico e basato sul controllo mentale di John Frankenheimer, il candidato manciuriano (del 1962, un anno prima dell’uccisione di Kennedy), film che in maniera quasi profetica anticipò Oswald e l’assassinio di Kennedy. La leggenda cospirazionista, in realtà falsa, afferma che Frank Sinatra (il protagonista del film), supporter di John Kennedy, tolse dai circuiti commerciali il film, perché rimandava all’omicidio Kennedy, in realtà questo film ha ricevuto una normale promozione nei circuiti di distribuzione cinematografica. In realtà Sinatra faceva parte del cast di un altro film incredibilmente profetico “Gangster in agguato”, del 1954, dove fa la parte di un veterano di guerra che insieme ad altri collaboratori è deciso ad uccidere il presidente degli Stati Uniti e appostarsi a casa della famiglia Benson, dove sarà più facile assassinarlo.
Se come abbiamo detto, Charles Manson tentava di deprogrammare la mente delle persone, eliminando i condizionamenti che la società ci impone sin dalla nascita, in realtà Manson sostituiva un condizionamento con un altro, non meno autoritario e misogino.

continua

6 commenti:

  1. Mi viene in mente, a proposito del periodo post 1967-68 anche la significativa figura di Jack Nicholson, emersa alla coscienza collettiva proprio nell'esatto periodo in questione.

    In quanto a Manson, impressionante il suo proposito di raggiungere il vero se e l'eterno presente attraverso la rottura di tutti i tabù. Sembra una "via della mano sinistra", spinta all'estremo, molto più in là di quella di Crowley il quale, a quanto ne so, non ha mai massacrato nessuno.

    A proposito della "nera notte dell'anima" di cui scrivi qui, in cui emerge la "zona d'ombra" dell'occidente razionalista, mi viene in mente questo post:

    http://civiltascomparse.wordpress.com/2012/06/03/cannibali-1991/



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  2. Lo ricordo bene quel tuo post e mi fece riflettere molto e indirettamente questo mio articolo è figlio di quello tuo sui "cannibali". A proposito di cannibali, negli anni 80 inizò una sorta di moda di film sui cannibali, aperta proprio da un'italiano, Ruggero Deodato, con Cannibal Holocaust (anno 1980), film entrato agli onori della cronaca anche per l'uccisione reale di animali (ad esempio una tartaruga centenaria), tra cui un Luca Barbareschi giovane, che ucciderà una specie di maialino senza pietà. Se non sbaglio è proprio del 1968 il primo film sugli zombie, l'oramai storico "la notte dei morti viventi", senza contare l'horror "Rosemary baby", strettamente collegato per Sharon tate alla vicenda Manson.

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  3. Infatti, come scrivi anche tu, la figura di "Jack lo squartatore", nonostante sia del XIX secolo, è stata "inventata" come fenomeno di costume mediatico proprio dopo gli anni sessanta.
    E i "fattacci di cronaca nera", anche nel nostro paese, si sono moltiplicati a dismisura e - cosa che non succedeva precedentemente - hanno invaso alla grande lo spazio dei mass media, quando prima la tendenza era di nasconderli, di relegarli in un trafiletto in quinta pagina dei giornali.


    Attendo ansioso la seconda parte.


    ps: hai visto che Marco Fardin ti ha "pubblicizzato" su FaceBook?

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  4. si ho visto l'articolo condiviso su facebook. Una bella sorpresa!

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  5. Se si riesce a sopportare il loro spirito da crociati del bene in lotta contro il male, quelli del Centro Culturale San Giorgio han fatto una bella ricerca sui legami tra rock e regno dell'occulto.
    Penso che già li conosci.

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  6. si conosco, con tutto il loro "estremismo" sono stati quelli che bene o male hanno fatto conoscere questi temi in Italia!

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