L'ultimo mio post con il titolo "la caduta dei titani", alludeva tra le tante cose, anche allo scoppiare di diverse rivolte popolari, dapprima in Nordafrica e poi in Medioriente. Queste rivolte come risultato hanno portato alla caduta dei regimi di Mubarak in Egitto e Ben Ali in Tunisia, all'attuale guerra in Libia e più in generale una situazione di destabilizzazione che riguarda più o meno tutti gli stati islamici (Siria, Yemen, Bahrein ecc.).
Non è un caso che dopo l'11 settembre il mondo islamico si trovi più che in passato fortemente sotto i riflettori e che debba subire vessazioni, turbolenze, crisi d'identità e varie prove che ne testano la sua vitalità e forza. L'islam come già detto è una tra le poche religioni ancora legate ad un ethos tradizionale (così come i suoi popoli), al vecchio mondo, quello che unisce stato e religione, alla vecchia era dei pesci che nei suoi tratti estremi e negativi ha connotazioni mistico-fanatiche e non è un caso che subito dopo l'11 settembre (che ad un livello simbolico ha rappresentato l'umanità che attraversa e supera le colonne d'Ercole), proprio il mondo islamico sia stato messo in discussione e ne sia stata anche messa in dubbio la sua sopravvivenza.
Dall'11 settembre abbiamo attraversato un territorio ignoto che ci ha portato al caos attuale, una fase che porterà alla distruzione del mondo come lo conosciamo, una fase dove credenze ed istituzioni millenarie ricevono e riceveranno duri contraccolpi, dove certezze scientifiche vengono immediatamente rivoltate. Naturalmente stiamo ancora vagando nel mare ignoto e non abbiamo ancora raggiunto la nuova terra ed il processo di disgregazione del nostro mondo non avviene e non avverrà dalla mattina alla sera. Di crisi del mondo moderno, seppur timidamente, se ne parlava già dagli anni '30 (basti pensare a Guenon o a Evola), ma ultimamente questa crisi è passata dal campo dei valori o dei dibattiti filosofici a quello concreto e pratico, ovvero siamo alla fase finale di disgregazione, dove la crisi si materializza davanti ai nostri occhi, insomma non esiste più come in passato solamente il malessere verso la nostra civiltà (dove vi era una consapevolezza di un crollo totale imminente, almeno a livello inconscio), ma stiamo vedendo in diretta la distruzione di questo mondo. Perchè è pur vero che nel passato vi era la paura di una guerra atomica, vi era la guerra fredda, abbiamo avuto la crisi dei missili di Cuba negli anni 60 che è stato uno degli eventi che più ha avvicinato il mondo ad una terza guerra mondiale, eppure a quei tempi si trattava di un pericolo che rimaneva una possibilità, non una certezza, vi erano diverse scelte, per il resto la società e il sistema in cui si viveva non veniva assolutamente messo in discussione, si era in pieno boom, si conquistava lo spazio. I comunisti a cui non piaceva questo modello si rivolgevano ad est verso l'Urss, insomma le ideologie davano speranze e comunque la gente trovava delle risposte se non nella propria società, in un'altra. La crisi totale del sistema non era percepita come lo è oggi: se crollava il capitalismo ci sarebbe stato il comunismo o qualche altra forma di società alternativa, comunque vi era una maggiore euforia che faceva si che la gente non avesse così tante ansie apocalittiche.
Secondo gli studi di Terence McKenna ci stiamo avvicinando al famigerato punto zero della storia, ovvero di massima novità, prima del quale ci sarà una frenetica accellerazione di eventi ed una sorta di accellerazione del tempo, non a caso la teoria del time wave zero è proposta graficamente come una spirale con dei cerchi concentrici che via via si rimpiccioliscono fino a scomparire.
Questa accellerazione di eventi che vediamo oggi, a causa del vecchio mondo che resiste ancora, si propone come un immenso calderone in cui avviene di tutto, una specie di sintesi di tutto ciò che abbiamo già vissuto, una sorta di riepilogo che porta a grosse crisi nel modo di pensare attuale. Dopo l'11 settembre la crisi (che prima di questo evento era per lo più morale, una sorta di decadenza lussuosa in cui l'umanità, specie l'occidente viveva), si è trasformata in vera e propria decadenza che possiamo toccare con le nostre mani, riguarda la chiesa, l'economia (per quanto ancora da ambienti persino dell'estrema sinistra si ride quando si parla di crisi sistemica), riguarda anche l'unica vera superpotenza mondiale rimasta, l'immagine della politica, Wikileaks, in Italia Berlusconi è il simbolo di come la politica attuale e democratica, sia solo una parodia grottesca, un enorme teatro farsesco non a caso si sprecano ultimamente i film su questo soggetto.Rispetto al passato queste cose le vediamo con i nostri occhi, non vi sono più piccole tracce, segnali, tutto si mostra per come è in realtà: un enorme teatro.
Tutto ciò ha anche naturalmente effetti positivi, se infatti ad esempio l'omicidio del presidente Kennedy solo dopo decine di anni è stato ridiscusso ed è stata mostrata, anche grazie al film di Oliver Stone, la farsa della versione ufficiale, per l'11 settembre si sono dovuti attendere pochi anni per far si che a livello mainstream salisse alla ribalta la versione non-ufficiale. Nel 2011 la falsa foto di Bin Laden è stata smontata in un giorno e le susseguenti dichiarazioni foto e filmati mostrati, sono accolti con un'aria di ironia e di sarcasmo quasi impossibile degli anni fa. Basta farsi un pò di chiaccherate o persino vedere la tv (tranne alcuni programmi irrimediabilmente fossilizzati sul vecchio mondo in disfacimento), più o meno vi troverete davanti le stesse reazioni che dipingono il tutto se non come una farsa, almeno come un teatro dell'assurdo. Sono lontani i tempi in cui un politico poteva mantenere un'aria di sacralità e superiorità, dovuta anche al fatto che specie in Italia almeno fino agli anni 80 raramente essi intervenivano in tv, siamo lontani dall'attivismo politico di decenni fa. Oramai siamo ad un periodo di così forte rimescolamento e di accumulazione di eventi, che è vicino il tempo in cui tutto sarà costretto a implodere prima di raggiungere la farsa che è già chiara a molti.
Questa crisi, questo disfacimento riguarda ogni settore della nostra vita. Non è neanche un caso che proprio nel decennio appena passato, il primo del XXI secolo, nel post 11 settembre, sia emerso a livello ufficiale la diatriba sull'esistenza o meno del Cristo, non è un caso che un romanzo come il Codice da Vinci abbia avuto un enorme successo. Insomma tutto ci appare sempre di più una farsa, senza significato.
Io lo chiamerei processo di accumulazione degli eventi. Rossano Segalerba ben spiega nel suo blog questa pesantissima mancanza di novità, questo girare intorno sempre alla stessa merda (pardon). Simbolicamente almeno fino all'11 settembre la mancanza di novità era più una sorta di teoria, anche perché prima di attraversare le colonne d'Ercole esisteva sempre una piccola spinta propulsiva che dava l'illusione di una storia ancora attiva e in movimento, per fare un esempio potremo dire che a cominciare dagli anni 70 è finita la benzina e la macchina (la storia umana) continuava ancora a viaggiare, ma a folle, in discesa, senza più il motore acceso. La discesa in questo caso è il tempo. Una macchina più scende e più acquista in velocità, fino a fermarsi alla fine della discesa, ecco perchè della sensazione del tempo accellerato. Parlo degli anni 70 perchè è stato il decennio della fine del boom e delle utopie hippie, delle lotte sociali che avevano influenzato tutti gli anni 60, decennio in cui l'economia diventa immateriale e in cui il dollaro si stacca dall'oro, del famoso libro pubblicato dal club di Roma (finanziato dall'elite) che farà prendere coscienza al mondo della scarsità delle risorse e del problema ambientale (temi e termini mai considerati mainstream fino ad allora), insomma delle false illusioni di crescita infinita di cui fino ad allora si godeva, insomma il decennio che ha dato inizio alla stanchezza e disillusione attuale verso il nostro mondo.
Il famoso 1956 indicato da Rossano Segalerba sarebbe l'anno in cui la benzina cominciava a scarseggiare, l'anno probabilmente in cui si è cominciato ad utilizzare il serbatoio di riserva, anche per questo almeno fino gli inizi degli anni 70 abbiamo avuto un periodo abbastanza pionieristico, attivo e rivoluzionario con l'inizio del post-moderno, ovvero una fase in cui si è tentato di sdradicare tutto ciò su cui era fondata la civiltà precedentemente, in cui i processi sempre più globali e la visione più ampia della realtà (dovuta anche alla conquista dello spazio) hanno portato spesso a un'estremizzazione e al prender piede del relativismo, del sincretismo, del nichilismo e dell'anti-illuminismo in diverse parti della nostra società, anche per questo gli anni 50 e soprattutto gli anni 60 ci sembrano così pionieristici, in realtà era iniziato il countdown che nel futuro porterà alla scomparsa di questo mondo.
Il catastrofismo, il millenarismo, la leggenda di Atlantide riappaiono fortemente nelle discussioni comuni, perchè in modo speculare ed opposto ci troviamo nella stessa situazione che esisteva 13mila anni fa come indicato nel blog thesynopticon.
Qualcosa sta succedendo davvero però, perchè se è vero che le catastrofi sono sempre avvenute, la loro entità e accumulazione attualmente, non ha paragoni. Come in basso così in alto, come dentro così fuori la situazione attuale rispecchia ciò che l'uomo ha dentro di sé.
“Anche se si è consci dell'ineluttabilità del fato, ci si può trovare impreparati. Molti vorrebbero sfuggire al proprio destino, ma è tutto predisposto. Allora siamo senza speranza? Siamo burattini? No. i momenti cruciali arriveranno comunque, ciò che conta è come si reagirà, e quello a cui ognuno è destinato apparirà chiaro”
Il 1956 è stato uno spartiacque fondamentale!
RispondiEliminaIn futuro penso di ritornarci ancora.
Grazie.
:-)