Nell'interpretazione comune fatta nei sogni, l'aereo è legato al regno dell'aria, dello spirito, ma anche alle aspirazioni dell'uomo legate all'ascesa e al volo ed infatti nel nostro mondo moderno è spesso un elemento di sostituzione ad archetipi passati rappresentati tramite uccelli ed altri elementi legati al volo. Se sognamo di volare in questo caso con l'aereo è perché aspiriamo mete più elevate, paesaggi diversi. Nella mia esperienza personale è capitato spesso di sognare di volare verso l'America (che nei sogni può rappresentare la nuova frontiera, il paradiso, la terra delle nuove opportunità, come anche archetipicamente ce la mostrano i mass media da più o meno un secolo oramai), ma anche il volo verso mete più vicine e tutti questi sogni avvengono sempre in periodi di ristagno che anticipano periodi di grandi cambiamenti di prospettiva ed altro, insomma tempi in cui c'è il bisogno di voltare pagina.
Nel mio precedente articolo ho giusto accennato a questo risvolto importante del simbolismo del viaggio in aereo, perché volevo focalizzarmi su altre cose, ma in effetti anche la pop culture usa questa interpretazione.
Il film Fight Club (anno 1999) appartiene a quel filone, ed è proprio in aereo che il vecchio io (Edward Norton) incontra il suo nuovo io (Brad Pitt) ed inizia il suo processo di trasformazione, come ha ben spiegato Marco di Synopticon in quest'articolo
Il motore aereo caduto sulla casa di Donnie Darko |
Stessa corrispondenza la troviamo in Donnie Darko (anno 2001), dove la vita della famiglia di Donnie Darko viene sconvolta dalla caduta del motore di un aereo nella loro abitazione. Dopo quell'evento la vita di Donnie Darko non sarà più la stessa,vivrà in un universo alternativo dove lui è ancora vivo e dovrà morire per salvare il mondo e ristabilire la normale linea temporale.
Anche nella serie televisiva Lost, in questo caso l'incidente aereo, fa iniziare quel percorso che porterà alla
redenzione finale dei protagonisti.
L'aereo Oceanic in Lost. Come in altre produzioni televisive e cinematografiche l'oceano è un simbolo fortemente presente quando si parla di viaggi in aereo |
Nel film "The Truman show" il protagonista tenta in ogni modo di prendere un aereo pervolare alle Figi (la sua terra promessa) e scappare dalla monotona ed asfissiante routine quotidiana, simbolizzata nel film da una società alla grande fratello che decide le sue aspirazioni,i suoi sogni, le sue passioni al posto suo, insomma programma la sua vita.
In "Cast Away", film del 2000, Tom Hanks interpreta un brillante ed affermato ingegnere che dopo un incidente in aereo finisce su un'isola deserta, dove dovrà imparare a vivere a contatto con la natura. Rimane ben quattro anni in quell'isola, finché deciderà di costruirsi una zattera per superare la barriera corallina e aprirsi all'Oceano pacifico cercando la via del ritorno. Al suo ritorno scoprirà che la sua amata, colei che gli aveva dato la speranza e lo aveva tenuto psicologicamente in vita tutto questo tempo, si è risposata con Dick.
SPOILER PER CHI NON HA VISTO IL FINALE
la pellicola si chiude mostrando Chuck ad un bivio stradale della campagna texana, in cui una strada porta sino a Flagstaff ed un'altra "a niente sino al Canada", mentre riflette sui segnali che ha ricevuto per continuare a vivere.
FINE SPOILER
Simbolicamente Tom Hanks siamo tutti noi dopo l'11 settembre, novelli naufragi, novelli Ulisse, ed abbiamo visto la forte simbologia che le due torri richiamano, ad esempio riguardo le colonne d'Ercole ed il passaggio ad un nuovo mondo, all'ignoto. Le due torri erano i pilastri che sostenevano il vecchio mondo a noi conosciuto, simbolo del potere economico mondiale, nel "centro di scambio mondiale" (worLd trade center), nel centro simbolico e pratico degli scambi e del mercato mondiale. Le due torri richiamano il segno dei Gemelli, ma la torre è anche un simbolo fallico, ed esprime il potere maschile attivo, simbolo insomma del nostro mondo fallico e patriarcale che viene celebrato con l'obelisco che è presente in ogni importante città del mondo, davanti ad importanti monumenti e luoghi mondiali: vicino la Casa Bianca, a San Pietro (ma anche a San Giovanni) a Roma, nella più grande piazza della Francia a Parigi, ovvero Place della Concorde, i cosiddetti obelischi gemelli chiamati aghi di Cleopatra presenti uno a Londra e l'altro a New York (a Central Park) ecc.
Abbiamo già descritto in passato come la carta dei tarocchi della torre in fiamme descrivi la caduta delle certezze, l'avvento di un nuovo mondo ed infatti la torre è una fortezza ed anche simbolo di ascensione e presunzione umana (la torre di Babele). New York, novella Babele simbolo di multirazzialità, vede crollare le sue torri e ci immette in un nuovo mondo in cui le certezze sono crollate. Così Tom Hanks dopo aver superato la barriera corallina avrà davanti a se l'oceano sterminato, il nuovo mondo liquido e instabile, aquario, la nuova frontiera; ma il protagonista è all'inizio del percorso e perderà le sue certezze, ovvero il suo lavoro, il suo amore, che nonostante prova ancora dei sentimenti per Chuck (Tom Hanks), starà con Dick, ovvero uno dei nomignoli inglesi usati per dire "cazzo". Starà con una testa di pene, con un uomo che simbolicamente è Chuck prima dell'attraversamento nell'ignoto, l'uomo che aderisce alla società patriarcale.
Solo dopo aver perso tutto potrà decidere cosa fare della sua vita, se andare a Flagstaff (il mondo da lui già conosciuto, attraversato dalla famosa Route 66, il nostro sistema in decadenza) o se accettare la sfida del nuovo mondo, "a niente sino al Canada", quindi spogliarsi di tutto, sapere dell'iniziale isolamento, fino ad arrivare alla nuova frontiera, il Canada. E' sempre così quando lasciamo il vecchio mondo. Morpheus dopo aver rivelato la realtà di Matrix a Neo e avergli tolto ogni aggancio al vecchio mondo dirà "benvenuto nella tua nuova desertica realtà".
Nel 2002 uscirà il film "il signore degli anelli-le due torri", titolo che rispecchia fedelmente quello di Tolkien.
Dopo i tragici fatti dell'attacco terroristico dell'11 settembre 2001, su Internet iniziò a circolare una petizione che chiedeva alla New Line Cinema di cambiare il titolo del secondo film perché non era segno di rispetto per le vittime. Qualche settimana dopo, quando migliaia di persone avevano sottoscritto la petizione, i promotori informarono che si trattava di uno scherzo (Fonte Wikipedia)
Nel film (tratto dal libro di Tolkien), una delle due torri malvage, quella di Saruman lo stregone, cadrà, portando così allo scontro finale con Sauron, simbolizzato spesso da un'occhio infuocato che tutto vede. Saruman da molti è visto come simbolo della nostra attuale civiltà. Per costruire il suo esercito fa esperimenti genetici per creare una nuova razza di orchetti, usa la scienza asservita al male. Distrugge le foreste per costruire le armi e il suo potere. Nel film ci si sofferma proprio sul suo anti-ecologismo (non a caso sarà sconfitto dagli Ent, gli alberi viventi), sulle sue fabbriche e sulle sue fucine. La torre che Saruman costruisce per se è simbolo del suo orgoglio, della sua superbia, del suo potere fallico. Come ha scritto Ellemire Zola nella sua bellissima prefazione all'edizione italiana del libro "il Signore degli Anelli":
Gandalf annuncia che il capo dell'ordine dei maghi, Saruman, è diventato ligio al Nemico: i suoi manti che sono sempre parsi candidi si sono svelati contessuti di tutti i colori dell'iride, ed egli ha proclamato: «Il bianco! Serve per incominciare. Ma il panno bianco si può tingere. La pagina bianca si può coprire di scrittura, e la luce bianca si può spezzare». Come il capitolo sul bianco, colore dell'innocenza che si ribalta
in lebbra e morte, in Moby Dick, questa rivelazione minaccia di far cadere nella terribile confusione onde male e bene si fondono, l'uno e l'altro paiono intrecciati in modi inestricabili. Ma Gandalf avverte che se il bianco non è più tale vuol dire che è sparito, non già che sia confuso e infuso nel suo opposto, e chi infrange una cosa per scrutarla (analizzi il candore per scoprirvi altre cose) ha abbandonato la strada della sapienza
Qui vediamo un simbolo forte della nostra società persa nel relativismo estremo, la post-modernità caotica in cui nulla è chiaro, tutto si confonde; nella fiducia smodata in una scienza che mette da parte l'etica ed invece di rispondere a quesiti universali e fondamentali, si perde nei dettagli, nello scrutare fino in fondo la materia, perdendosi nell'abisso e divenendo strumento del male.
Ritornando al fulcro del nostro tema in questo aggiornamento, prima dell'11 settembre 2001 vivevamo (anche se in maniera meno estrema) la stessa situazione attuale di ristagno. Il 2000 era passato senza fine del mondo, l'Occidente era sempre più sicuro della sua forza dopo la caduta dell'Urss e il crollo delle ideologie. Lo scrittore Fukuyama in uno dei libri più famosi di fine secolo, scrisse che la storia era finita, ma questa sua asserzione era opposta a quella di cui parlo continuamente in questo blog, per Fukuyama fine della storia vuol dire fine di avversari e contendenti per l'occidente, voleva dire crescita (economica of course, quando mai personale) senza limiti. In quel ristagno continuo, dove le uniche piccole opposizioni come i no-global, dopo la mattanza di Genova, vennero definitivamente frammentati e indeboliti al loro interno, sembrava di vivere in quella realtà tranquilla e sicura del Truman Show. Niente guerre mondiali all'orizzonte, niente crisi economiche mondiali all'orizzonte, stava anche per arrivare l'euro e l'Europa si sarebbe unita, simbolo forte di un continente che a causa delle sue divisioni nel passato aveva dato il via alle due guerre mondiali. La new economy ed internet promettevano il villaggio globale con il mondo a portata di click, eravamo ancora all'inizio di quel processo, quando si parlava di internet in quel periodo se ne parlava sempre con un tono di vergogna, stupore, paura e scetticismo, era ancora una realtà pionieristica in quel senso, una nuova frontiera.
Eravamo insomma in quello che può chiamarsi un loop, un ristagno storico che proprio in quel periodo fu evidente anche ai filosofi, agli intellettuali ed in genere a tutti gli uomini di cultura. Internet ancora non aveva i suoi informatori alternativi, le sue tesi complottistiche e chiunque sentiva che qualche grande cambiamento stava avvenendo all'orizzonte, doveva tenerselo per se. In quel periodo chiunque aveva una visione alternativa della realtà si sentiva una vera e propria isola deserta, si sentiva speciale, internet ci ha resi meno soli in questo senso e forse anche un pò più umili, ci ha fatto capire che quella forte sensazione di disagio verso ciò che ci circonda non è solo nostra e che se non è presente è perché la gente ha paura o perchè è sepolta lontana nel suo inconscio.
Fortunatamente in quel periodo c'era quel pazzo di David Icke che teneva desta in me l'attenzione e mi faceva capire che vivevo in un sistema di merda, era quello che mi serviva in quel periodo, permettendomi di non crogiolarmi ed adagiarmi troppo.
Nel 1998 la Mondadori pubblicava "non è successo niente" di Tiziano Scavi, libro metafora, che l'amico del blog Civiltà scomparse, ne ha colto lo spirito nel suo articolo a questo link.
Insomma eravamo in una situazione simile a quella di oggi, che è peggiore, perchè al ristagno e smodato ottimismo di quel periodo, abbiamo il ristagno e la totale decadenza e pessimismo attuale. Non è semplicemente un sentire oggi, ma una realtà. Il nostro rigetto verso la realtà è qualcosa di molto più diffuso, anche perché è tutto molto più evidente e quindi insopportabile, sappiamo che siamo alla fine dei giochi ma non riusciamo a vederne l'uscita e vediamo sempre la stessa strada e soffriamo.
Come al solito cerco di evitare di fare profezie e quindi il consiglio che è anche diciamo rivolto a me stesso è che ognuno possa crearsi il proprio stargate personale. Il grande cambiamento incombente, se non siamo attivi e responsabili, non potrà che coglierci impreparati. Quando avvertiamo ristagno nella nostra vita personale, allora è tempo di volare verso nuove terre. Non Aspettare, ma agire!
Ciao, questa volta voglio commentare riportando uno stralcio dal mio quaderno, che reputo importante, e che in qualche modo me l'ha ispirato la fine del tuo articolo precedente.
RispondiEliminaIl linguaggio in alcuni punti è immaginifico-irrazionale, non farci caso :)
"Ricordare che in un passato, più o meno lontano, le cose funzionavano in una maniera diversa, migliore, più bella. Vi erano elementi che si sono fatti dimenticare alle persone. Attraverso la confusione e la propaganda. Ma devo evitare l'equivoco che tutto ciò l'ho scritto con intento polemico. Un mondo imprigionato da falsi opposti. Eugenio Pacelli si è imbucato nel ritualismo di origine fenicio-cananea fin da quando era apprendista. La propria unicità sacrificata in favore del sistema-moloch millenario. Per controllare i pesci va controllata l'acqua in cui nuotano. La civiltà del dominio gerarchico ereditario basato sul potere subliminale dei simboli. E sulle "guide della storia" (presidenti, re, papi, segretari, capi di culto, direttori, stelle del cinema e della musica) mostrati alle masse alla stregua di divinità, non tanto da adorare ma come obiettivi della loro attenzione. L'attenzione dei milioni di esseri umani che compongono le masse viene rapita da queste "divinità che fanno la storia", compresi scienziati, artisti, registi, musicisti. Mi pare piuttosto evidente che la fine di tutto ciò possa essere percepita come "fine dei tempi."
Questo commento l'ho scritto mentre ascoltavo, per caso (?) un brano di Fausto Rossi, "La scienza, il progresso, la nuova nobiltà" (http://youtu.be/3DzJsvfElRw), e a un certo punto mi sono accorto che risuonava sorprendentemente con lo spirito delle cose che stavo scrivendo.
utilissimo lo stralcio da te riportato! Pone molte riflessioni. In effetti con tutti i fatti riportati il discorso va a finire lì, ovvero che la fine dei tempi sappiamo sarà una fine della storia, ma cosa vuol dire fine della storia? La storia è fatta da papi, eroi, divinità, potenti, caduti questi inizia la vera vita e la storia che alla fine è tutta un gran teatro con pochi protagonisti e tanti spettatori, non ha senso di continuare. Un pò il discorso che faceva Marco di Synopticon sulla singolarità del simbolo di Cristo, primo Dio crocifisso e ucciso nella storia, dall'uomo, un pò a significare che avrebbe dato via all'era dell'"uomo", il predominio dell'"uomo comune", la fine della gerarchia. Forse la fine del tempo in questo senso più che di una singolarità quantica, sarebbe ancora una volta simbolica ovvero non sarebbe più importante registrare cronache storiche o eventi. Se ci pensi la forte archiviazione, l'ossessione cronologica, l'ossessione storica è un parto tutto sommato recente, prima la storia la si viveva, ora si cataloga e si archivia e si studia, tutto è registrato, quindi bisogna ricercare in questi eventi il significato di fine del tempo.
RispondiEliminaLa canzone è incredibilmente attenente al tema e mi spinge a scoprire questo artista che avevo già sentito nominare varie volte.